Il Genoa è tornato a casa con 0 punti in saccoccia anche dalla trasferta di Torino a casa Juve, ma ancor più preoccupante è stata la scialba ed opaca prova dei rossoblù, mai in partita e mai pericolosi. Le assenze erano tante e tutte riguardavano giocatori importanti, però ciò non giustifica la totale assenza di manovra offensiva. In questo disarmante contesto il Grifone oggi gioca la partita più importante dell’anno, il derby di Genova contro la Sampdoria, anch’essa con problemi di classifica e di gioco e alle prese con il grosso guaio dell’arresto del presidente Massimo Ferrero avvenuto ad inizio settimana. Se Atene piange, Sparta non ride.

Uno sguardo d’insieme sull’avversario di stasera.

Sembra che l’allenatore Roberto D’Aversa sia scampato all’esonero proprio grazie alle disgrazie giudiziarie del presidente Ferrero. La squadra blucerchiata ha cambiato modulo varie volte in questa stagione, oggi dovrebbe scendere in campo con il 4-4-2, sistema che i giocatori doriani conoscono meglio, in quanto l’ex tecnico Ranieri l’ha usato per due anni di fila, e che a parer mio si sposa perfettamente con le caratteristiche dei singoli.

L’analisi reparto per reparto. Partiamo dalla difesa.

Audero, portiere giovane, ma già con numerose presenze in Serie A e vincitore di un campionato di serie B con il Venezia, capace di interventi spettacolari e difficili, ogni tanto palesa qualche incertezza è anche con il pallone tra i piedi in certe occasioni commette errori puerili. In ogni caso è reattivo e con un buon senso della posizione, ed è un prodotto del settore giovanile juventino. La linea a quattro è formata da Bereszynski, Yoshida, Colley e Augello. Gli esterni bassi sono Bereszynski ed Augello. Il primo, nazionale polacco, è un infaticabile cursore della fascia destra, è rapido, forte sulle gambe e con discreta tecnica, è attento nelle letture difensive. Augello, dalla parte opposta, si propone molto in fase offensiva, ha buona corsa e un mancino di ottima qualità, i suoi cross sono precisi ed insidiosi, in fase difensiva palesa qualche deficit. Yoshida e Colley, i centrali, compongono una coppia omogenea, anche perché giocano insieme da due anni. Yoshida, nazionale giapponese, è rapido, veloce, bravo nel gioco aereo, a volte soffre di cali di concentrazione. Colley, munito di un fisico imponente, bravo di testa, è forte nei contrasti e dispiega una buona corsa in progressione, però certi suoi interventi in scivolata a volta risultano troppo irruenti e sconsiderati. Come diceva il buon Carletto Mazzone, “difensore scivoloso, difensore pericoloso”.

Il centrocampo.

Candreva, Ekdal, Silva e Thorsby sono i quattro del reparto. Candreva, l’uomo più in forma dei doriani, è anche il cannoniere della squadra: bravo nel dribbling e nell’uno contro uno, colpisce molto bene la palla, è in possesso di ottimi fondamentali e si esalta nelle giocate di qualità. Thorsby, sulla fascia sinistra, non è propriamente un esterno di ruolo, ma viene impiegato in questo inedito ruolo per assicurare fisicità. Il norvegese ha spessore atletico e rappresenta un valore aggiunto nel gioco aereo e negli inserimenti da dietro. Ekdal e Adrien Silva sono i centrali. Ekdal, nazionale svedese dalla buona tecnica, bravo nell’aggressione e nel togliere spazio e tempo agli avversari, assicura un rendimento regolare e costante. Silva, arrivato lo scorso anno su esplicita richiesta di mister Ranieri, alterna e bene il lancio lungo e il gioco corto; anche lui è molto continuo nel rendimento, ha personalità e carattere ed è bravo nel tiro da lontano.

L’attacco.

Gabbiadini è una seconda punta molto mobile e in possesso di un sinistro forte e preciso, bravo anche nei calci da fermo. Ex di molte squadre, a causa di molteplici infortuni ha ottenuto meno in rapporto alle sue qualità. L’eterno Quagliarella è la prima punta: calcia in porta ogni qualvolta se ne presenta l’occasione anche da posizioni impensabili. Rapido e scaltro, sa sempre come rendersi pericoloso. È il capitano ed è il più amato dalla tifoseria.

Altri elementi importanti?

Caputo, ex Sassuolo, potrebbe subentrare o partire titolare. È un rapace d’ area di rigore, il suo “tocca e scappa” può mettere in seria difficoltà ogni difesa. È rapido, ha piedi buoni e sa portare l’attacco al primo palo. La sua difficile convivenza con Quagliarella è stata uno dei più grandi problemi della Sampdoria in questa stagione.

Come si comportano sulle palle inattive?

Quando devono difendere, sui corner e sulle punizioni laterali si schierano a zona, Thorsby e Colley sono i due giocatori più importanti. In fase offensiva i corner e le punizioni laterali vengono calciate da Candreva e Augello. Oltre a Thorsby, Silva, Quagliarella e Gabbiadini, salgono per colpire i due difensori centrali che si dividono lo spazio.

In conclusione?

In questo scorcio di campionato la Sampdoria ha dimostrato di essere Candreva-dipendente, con la qualità delle sue giocate ha fatto da traino. Arginare Candreva sarebbe già un bel passo avanti. Certo è che un derby con due squadre in una situazione così brutta e difficile forse non si è mai visto. Il Genoa deve ancora vincere una partita casalinga, speriamo che la legge dei grandi numeri ci venga in aiuto.

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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.