Continuo da tre, Ballardini non è come Massimo Troisi: “Ricomincio da tre“. Di giocare con il 3-5-2 o 5-3-2 in generale ne abbiamo scritto la scorsa settimana, questa volta ci soffermiamo sulla difesa a tre.

Sul giocare a tre o quattro, se potessero esprimersi i difensori del campionato, sarebbero chiari. Roncaglia nelle passate conferenze stampa genoane aveva detto: “Nella difesa a tre si fatica meno, ti concentri sull’attaccante, in quella a quattro bisogna fare avanti e indietro“.

Tre è il numero quasi perfetto per Ballardini, anche se in corso di partita ricorre a divagazioni strategiche. Molte squadre nel nostro campionato si sono convertite a questo modulo: garantisce la superiorità numerica nella zona centrale e una migliore protezione della  propria porta contro gli avversari che schierano due attaccanti.

Le ragioni di ogni allenatore nel mettere in campo una difesa a tre variano da squadra a squadra ma tutte hanno un denominatore comune avendo in testa due soli, indiscutibili  totem del calcio italiano: risultatosuperiorità numerica.

Con la difesa a tre, che in fase di non possesso diventa quasi sempre a cinque grazie all’abbassamento dei due esterni, si copre con un uomo in più la zona centrale del campo. Contro gli attacchi a due punte, i difensori sono in superiorità numerica a protezione della loro porta. Il problema nasce quando gli avversari giocano con tre attaccanti veri e di ruolo, situazione difficile da vedere nel nostro campionato ad inizio gara.

La difesa a tre per molti allenatori è un’ottima scorciatoia verso il risultato nei momenti di difficoltà. Le difficoltà della difesa a tre? Contare su difensori abili nella rottura ma anche nella costruzione e negli inserimenti.

Le discussioni via internet, nei blog e sui giornali specializzati intorno alla difesa a tre sono sempre all’ordine del giorno, ma nessuno ha mai dato una risposta quando si vogliono utilizzare tre attaccanti puri (rarità nel nostro campionato) se sia meglio giocare a quattro o a tre in difesa.

Importante in tutte e due le opzioni che i centrocampisti non si smarriscano e che, di conseguenza, la squadra non perda la propria identità. La sorpresa nel centrocampo del Genoa, confermata dallo stesso in conferenza stampa dopo la gara con l’Empoli, potrebbe essere Romulo in attesa di Sandro. Per la prima volta in carriera davanti alla difesa ne è uscito contento. Non sarà il nuovo Pirlo: dipenderà comunque da lui se si calerà alla svelta nella parte del distributore più che in quella del portatore di palloni.

Se qualcuno gli chiedesse della difesa a tre o a quattro, Ballardini ripeterebbe un disco che gracchierebbe: “il calcio è uno sport dinamico. Sarebbe più giusto parlare di tattica applicata, movimenti e tecnica. L’unico criterio utile nella scelta di un assetto tattico è la superiorità numerica: bisogna decidere dove è meglio avere un uomo in più, dopo aver valutato gli uomini a disposizione e le potenzialità degli avversari, senza si scegliere dove prendersi dei rischi”.

Dopo il ritorno a Pegli, la filosofia del tecnico non sembra essere cambiata. Anzi, è migliorata considerato che prepara la squadra a cambiare strategia tattica anche in corso di partita.

Prossimamente Ballardini continuerà con la stessa strategia vista contro Lecce ed Empoli. Potrebbe cambiare solamente con determinate squadre, con un centrocampista in più e un trequartista in meno, consapevole che con la seconda opzione potrebbe mancargli la forza di Piatek nello smarcarsi dentro le aree di rigore. Qualcosa in più senza il trequartista e in determinate partite si potrà vedere, ma quando Favilli sarà a pieno regime e Pandev, preso tra le fatiche del campionato e della nazionale, dovrà rifiatare. In quel caso cambierebbe e proverebbe la posizione di Piatek da prima a seconda punta.


HANNO RISPOSTO SULLA DIFESA A TRE DURANTE LE ULTIME SETTIMANE…

Un giocatore oggi deve dare la sua disponibilità al tecnico: con la difesa a tre che diventa a cinque siamo sicuramente più coperti. Giocando a quattro invece sei meno coperto ma più numeroso in attacco. Il calcio di oggi è molto dinamico, nel 2018 non esiste un difensore che non sappia giocare sia a tre che a quattro. Siamo intelligenti per poter giocare in un modo o nell’altro” (Nicolas Spolli, 16 luglio 2018)

Guardando la squadra, secondo me il modulo a tre in difesa è il migliore per i centrali di struttura a disposizione e gli esterni di centrocampo molto rapidi. L’ultima parola starà soltanto a mister Ballardini” (Davide Biraschi, 25 luglio 2018)

In Italia ho giocato in tutti e due i ruoli e in nazionale gioco a quattro in difesa, non è mai stato un problema: dipende tutto dal mister, da come cominciamo il campionato. Con il mister abbiamo giocato lo scorso anno a tre, ci troviamo tutti bene in questi ruoli e credo che anche quest’anno potrà andar bene come modulo. Dipende tutto dalle caratteristiche della squadra, ma secondo me a tre siamo a posto(Ervin Zukanovic, 3 agosto 2018)


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