Dopo Goran Pandev e Beppe Sculli, dopo l’ex compagno di squadra Stefano Eranio, allo stadio Ferraris per fare parte del docufilm “Genoa: Comunque e Ovunque” ha fatto capolino anche Mario Bortolazzi, 290 presenze in maglia rossoblu. Ha aderito anche lui al progetto Genoa Cricket and Football Club ideato e prodotto da Emotion Network e DUDE Originals, che ne ha curato anche lo sviluppo creativo ed editoriale. L’ex attaccante rossoblu ha rilasciato anche alcune dichiarazioni.

Avete fatto parte di un Genoa che ha scritto pagine storiche

“Ho accettato ben volentieri, il Genoa per me ha rappresentato otto anni importanti della mia carriera, forse gli anni migliori. Soprattutto gli anni con Bagnoli, la Coppa UEFA, Anfield. Sono contento di fare parte della storia del Genoa. Eravamo già un’ottima squadra, togliere qualcuno di quella squadra era difficile, Eravamo ben coesi, un gruppo dentro e fuori da campo. Questo ha fatto sì che il Genoa arrivasse ad alti livelli. Cosa rappresenta per me il Ferraris? È stato uno degli stadi più importanti, se non il più importante, per quanto riguarda la mia carriera. Qui sono stato protagonista come non lo sono stato in altre squadre. Giocare qui è un piacere, dà senso di calcio all’inglese”.

Questo Genoa, nel tempo, potrà provare a fare un percorso simile al vostro Genoa?

“Forse è ancora presto, bisogna aspettare almeno 10/15 partite per capire le potenzialità della squadra. Sicuramente le partite fatte con Milan, Lazio, Napoli, Roma hanno dimostrato che la squadra c’è, è in salute e può fare un campionato buono. Poi dire che può arrivare in alto, questo è un po’ presto. Anche perché davanti ci sono squadre veramente forti e importanti”. 

Che idea ti sei fatto di questa Serie A dopo otto giornate?

“È ancora presto per dare un giudizio preciso. L’Inter sembrava dovesse spaccare il mondo, ma – più che rallentato – si è fatta riprendere dal Milan che aveva battuto nel derby, facendosi superare. Il Milan dopo il derby sembrava allo sbando, poi si è ripreso grazie soprattutto a Pioli. La Juventus, lì sorniona, zitta zitta non molla un colpo. Il Napoli è un po’ un punto di domanda, sono un po’ indietro e due romane e la Fiorentina sta meravigliando. Italiano è un allenatore che mi piace, ha idee chiare, sa come vuole fare giocare la sua squadra e non è lì per caso. Poi c’è l’Atalanta, protagonista del campionato ormai da diversi anni. Ci sono tante squadre che possono ambire a posti alti in classifica, ma ci vuole ancora un po’ di tempo per capire come sarà delineata la classifica”. 

Ance Gilardino sembra avere le idee molto chiare: ha già cambiato tanti moduli, ma la sua squadra ha sempre lo stesso atteggiamento e sa sempre cosa fare in campo…

“Gilardino l’ho avuto quando ero in Nazionale con Donadoni e mi ha dato l’impressione di un ragazzo serio, positivo, umile. Arrivato qui, pian pianino ha sistemato le cose in Serie B. Poi ha dato un’identità ben precisa alla squadra, pur cambiando il modo di giocare, a volte a tre, a volte a quattro. Poi ha capito che aveva tre difensori forti, che in Serie B potevano fare la differenza, e ha giocato sempre a cinque. Cosa che sta riproponendo anche in questo campionato di Serie A, alternando anche la difesa a quattro come ha fatto nell’ultima partita col Milan. Sa bene, a seconda di partita e avversario, come schierare la squadra, e questo perché è un ragazzo con le idee chiare”.


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