Dopo Goran Pandev e Beppe Sculli, allo stadio Ferraris per fare parte del docufilm “Genoa: Comunque e Ovunque” ha fatto capolino anche Stefano Eranio, 213 presenze e 13 gol in maglia rossoblu. Ha aderito anche lui al progetto Genoa Cricket and Football Club ideato e prodotto da Emotion Network e DUDE Originals, che ne ha curato anche lo sviluppo creativo ed editoriale. L’ex attaccante rossoblu ha rilasciato anche alcune dichiarazioni.

Dev’essere sempre un’emozione tornare qui

“Fa sempre un certo effetto, anche perché sono anni che non calco questo terreno. Devo dire anche che il Genoa di cui ho fatto parte penso sia stato uno dei più forti. Peccato che, con qualche innesto importante, si poteva ambire a qualcosa di più. Devo dire che è stato un bel percorso”. 

Che Genoa hai visto in questo avvio di campionato?

“Ho visto un grande Genoa, anche perché se andiamo a vedere il campionato e il percorso fatto sino ad oggi non è stato fortunato nel sorteggio: ha incontrato tutto le squadre più forti nelle prime partite. Perciò non era semplice uscire così a testa alta da questo percorso. Sfortuna vuole che sabato scorso ci sia stato quello che abbiamo visto tutti e il Genoa non avrebbe certo meritato di perdere contro il Milan. Adesso l’Atalanta è l’ultimo scoglio di questo tour, ma sono convinto possa giocarsela con chiunque questa squadra, che Gilardino sta mettendo in campo benissimo. Stanno anche mancando i giocatori più esperti: nelle ultime gare è mancato Strootman, è mancato anche Retegui che ha avuto questo problema a Udine. Il Genoa è una squadra dove comunque, anche coloro che stanno giocando meno, stanno lavorando bene. E questo perché solo in settimana si può ottenere il massimo, ma se non hai un gruppo affiatato non riusciresti mai a mettere in difficoltà le grandi del campionato”. 

Che idea ti sei fatto del campionato in queste prime otto giornate?

“Fin dalle prime battute ho dato vincenti Milan o Inter, perché sono le due squadre che esprimono il gioco migliore. L’Inter su tutte ha La Rosa un pochino più completa, ma devo dire che il Milan, quando gioca, ha sempre questa capacità di possesso palla che le permette di fare sempre la partita. E questo mi piace. Non che l’Inter non lo faccia: talvolta, però, perde colpi di concentrazione che sono fatali. Come ha fatto l’anno che perse lo scudetto e lo vinse il Milan. L’Inter poi ha perso 4/5 fuoriclasse che non sono semplici da rimpiazzare Poi nel calcio è importante non farsi male e la fortuna di una società è che i punti cardine non si debbano mai fare male: penso a Lautaro da una parte, Leao dall’altra”. 

Abbiamo alle spalle la Nord, ma i tifosi del Genoa ricordano soprattutto un tuo gol sotto la Sud. Sembra ieri, ma sono passati trent’anni

Era l’annata giusta dove la Genova sportiva aveva, secondo me, due squadre troppo forti. Potevamo giocarcela con chiunque: è toccato alla Samp, che aveva un presidente che spendeva molto e voleva una squadra ai vertici, ma quell’anno lì fummo forse l’unica squadra a batterli. Lo ricordo molto bene quel gol: fu il mio primo in Serie A, da capitano, contro la Sampdoria e vincendo la partita. È stata la gara che ha dato il “la” al nostro cammino e che ci permise di arrivare quarti”.  

E adesso lavori coi giovani?

“L’anno scorso ho allenato la Primavera del Sangiuliano City, poi la prima squadra è retrocessa e hanno cancellato la Primavera. Ora continuo nella mia Academy dove insegno la tecnica al ragazzi. Se faccio vedere loro i miei gol? No, ma loro ti conoscono. Poi oggi hanno l’opportunità di andare a vedere tutto coi social. Io cerco solo di fare il mio mestiere che è quello di insegnare loro il calcio, la tecnica, che penso sia la base per crescere i grandi giocatori. Non è da tutti, bisogna saperlo fare, molti purtroppo la lasciano da parte quando ritengo sia il quid in più per un giovane per poter diventare qualcosa”.  


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