L’autunno ha il cuore e il sapore morbido delle castagne come il Genoa nei primi tempi giocati dall’inizio della stagione. Sono 21 i gol alle spalle di Sirigu, e senza di lui sarebbero stati una decina di più.

Nove gol incassati nel primo tempo e dodici nel secondo tempo, 14 gol fatti di cui sono uno nel primo tempo e 13 nel secondo. Numeri incredibili, difficili da spiegare e difficili come scrivere un pezzo sull’attuale Genoa.

Il Vecchio Balordo dopo 9 giornate di campionato si identifica nello strano caso del Dr. Jekyll e del Signor Hyde e, investigando come nella storia di quei due personaggi, significa che il Genoa è una squadra con due distinte personalità.

Sarebbe facile dire solamente che sono sbagliate le formazioni iniziali. Può darsi che sia vero, ma alla luce del fatto che la chiave tattica aggiornata, quando il Genoa va sotto, funziona in particolare nei secondi tempi, il tutto diventa un rebus da strizzacervelli.

Ballardini cosa deve fare per stringere le viti della difesa? Hanno giocato tutti quelli a disposizione, ma il gollonzo è sempre stato in agguato e si è fatta ancora fatica a trovare equilibrio.

Nel calcio puoi cercare di arrivare dove vuoi, basta mantenere l’equilibrio in una partita. Il calcio è una fotografia che per essere nitida ha bisogno di luce e ombre nella giusta misura. Equilibrio. E l’equilibrio in una partita di calcio deve iniziare dalla fase difensiva o fase di non possesso: negli anni Ballardini ha dimostrato di essere bravo nel cercarlo e trovarlo, altrimenti il Vecchio Balordo non si sarebbe salvato le ultime quattro volte che è subentrato.

L’equilibrio del Genoa è saltato molte volte per errori individuali che non sono da Serie A, compresi i gol incassati dal Torino. Ballardini insegnerà ai suoi professionisti i principi della fase difensiva, ma non può fare nulla con gli errori singoli.

Facendo un’analisi delle nove gare giocate, il Genoa è assemblato male nel cuore del gioco dove la coperta è corta: tutti i centrocampisti hanno le stesse caratteristiche, nessuno che faccia pressione o azione tattica del singolo. Mancano tutti di dinamicità per fornire intensità di gioco nell’accompagnare le due fasi di gioco. Qualcuno singolarmente potrebbe essere valido, ma in gruppo stecca.

Ballardini per sopperire a questa carenza si affida ai datati, alla vecchia guardia che ha salvato il Grifone nel passato, ma il minutaggio nelle gambe è poco in un calcio sempre più di movimento e di corsa.

Ballardini mi scuserà se mi ripeto, pur non essendo Paganini, ma perché non provare o riciclare – come fatto tante volte – il ruolo ad un calciatore e provare Cambiaso a centrocampo? Non è un pallino perché l’ho visto giocare in quel ruolo nel settore giovanile, oltre che in B, C e D: ha caratteristiche diverse da quelli che il tecnico ha a disposizione sul piano dinamico. Rovella play è intoccabile, Badelj mediano potrebbe essere nel suo ruolo?

Il Genoa ha fatto gol, ha cambiato le gare per dinamismo di gioco, il tutto si è ottenuto  quando tutti correvano bene e non a vuoto, anche se lo spartito non era interpretato da calciatori top.

Ballardini e il suo staff devono trovare un collettivo di giocatori tutti funzionali al sistema di gioco a prescindere dal loro valore  in un contesto tanto collaborativo quanto ben disposto sul terreno di gioco.

In questo momento alla causa genoana non servono calciatori che facciano magie, ma che abbiano fame e interpretino il gioco.

Ieri ha vinto il Torino, ha vinto Juric, ma il Pirata già alla fine della gara avrà pensato quanto dovrà lavorare per ottimizzare il gioco applicando quei principi che con il Genoa si sono visti a tratti, grazie ai due regali difensivi rossoblù a quarti che gli hanno aperto la via della vittoria.

Da Torino il Genoa si porta alcuni gianduiotti: il sesto gol di Destro, l’assist e il gol di Caicedo, i soliti Rovella, Cambiaso e Criscito, un Kallon che con l’ingresso del panterone ha avuto più libertà e mettere in moto la sua corsa. Ha debuttato Galdames mettendosi qualche volta in luce cercando i triangoli in fase di possesso nel cuore del gioco.

Non da Torino, ma da Ferrara altri regali: il primo posto in classifica della Primavera di Chiappino e il debutto di Buksa, tra i migliori in campo con il solito Besaggio (da monitorare per fare il salto in Serie A). Buksa, mobile, potente, tecnico, determinato nel cercare il gioco. Farà venti anni nel 2023, ma per come si muove in campo sembra averne di più.

La giovinezza è un tesoro che si può possedere a tutte le età: anche quando si è giovani, il Campionato Primavera rispetto al passato non glielo permetterà considerato quanto è duro, tecnico e tattico.

Peccato non vedere sui campi italiani partite tra prime squadre e Primavera, sarebbe l’occasione per divertirsi e crescere tutti. E i risultati non sarebbero scontati.

Non possono ad ogni modo riposarsi Ballardini e il Genoa: martedì c’è lo Spezia e nel Golfo del Poeti non aspetteranno di certo il Grifone e i suoi tifosi con sciacchetrà e panigacci.