Il numero 42 nella smorfia napoletana è “O Caffè”. Ed è, nel caso del Genoa, un caffè dolcissimo e zuccherato con gioco e gol arrivati contro il Cagliari, offerto da Gilardino e dai suoi ragazzi in un momento conviviale per festeggiare la salvezza aritmetica con cinque giornate di anticipo. Un caffè offerto al popolo genoano accorso anche di lunedì sera alle 20.45 in quasi 32mila persone dentro il Tempio per ringraziare.

Un sabato mattina intorno alla fine del calciomercato invernale durante una conferenza stampa prima di una partita Gilardino disse che l’obiettivo erano 42 punti. Il prossimo obiettivo, visto e considerato che tutte le promesse fatte dalla società sono state mantenute dallo scorso anno, sarà la “decima posizione” come annunciato dal CEO Blasquez in altri tempi lontani. La distanza è solamente di quattro punti su dodici ancora a disposizione.

Gilardino contro il Cagliari ha voluto lanciare l’ultimo sprint, anche se continueranno ad essere attuali i “virus” infortuni. Ma ora c’è la forte consapevolezza, dopo aver utilizzato tutta la rosa a disposizione contro i sardi, di avere altri elementi pronti per partecipare al rush finale.

Ha giocato bene il Genoa contro il Cagliari: compatto, determinato nell’applicare altrettanto bene l’ABC del gioco del calcio fatto di controllo del pallone, stop, velocità di esecuzione del passaggio, spazio e tempo delle giocate.

I giocatori importanti hanno dettato il ritmo della partita. Non sul proprio rendimento, ma in base al rendimento della squadra e degli avversari. Il metronomo Badelj era bravo nel capire se bisognasse tirare il fiato o si potesse dare di più. Non serve correre a vuoto: qualche volta andare più lenti torna utile per sapere andare più veloce e fare girare meglio il pallone.

Mobilità, adattabilità, scambi di ruolo sono nelle idee di Gilardino e lo staff. Lo scambio di questi principi di gioco è stato importante contro gli isolani quando tutto è avvenuto con grande velocità. Senza questa velocità, tante volte in passato si è ottenuto l’opposto.

Con la salvezza matematica, con cervello sgombro, si è vista la mescolanza di tecnica, di corsa e di gestione degli spazi. Ma soprattutto si è visto il controllo del pallone attraverso passaggi e stop puntuali. Per giocare bene al pallone non serve solo il talento: solo chi ha il controllo perfetto del pallone può correre velocemente con il pallone tra in piedi.

Gilardino mai visto così contento in occasione delle tre reti. Per la gestione dello spazio non pensa al catenaccio, ma all’intelligenza del gioco e all’adattamento ragionato. Per pilotarlo, non subirlo e costringere gli altri al suo modo di giocare: è questa la foto di Genoa-Cagliari.

Tutto l’insieme di quanto abbiamo appena scritto è scaturito in un buon Genoa e in un buonissimo risultato. Meritato, peraltro, visto che durante tutta la partita c’è stato soprattutto solo il Grifone a chiudere bene le due fasi di gioco di possesso e non, con presenza tattica, tecnica e fisica.

Tutti i 16 calciatori schierati sono stati “hombre del partido“, dalla difesa agli esterni. Questi ultimi bravo Gilardino a sostituirli entrambi per dare più verve alla spinta sulle corsie  laterali. Bene anche i centrocampisti con la sorpresa Thorsby, non tanto per il gol, ma per il pendolo fatto tra difesa e attacco e per controllo e stop del pallone. Bene Albert al 14° centro in campionato: col suo modo di muoversi negli spazi ha portato in giro i marcatori. Bene Retegui al quale manca solo il gol: arriverà. Senza dimenticarsi di Bohinen, Cittadini e Vitinha subito a caccia del gol.

Il Cagliari pieno di cerotti in difesa ha cercato fino al gol di Thorsby di chiudere tutti gli spazi con un 3-4-2-1 annunciato e subito trasformato in due linee compatte da 5 e 4 calciatori davanti alla propria area. Mai impegnato Martinez, anche se il mister ha cambiato tutto l’attacco ad inizio secondo tempo con i due ex Lapadula e Shomurodov. Sognavano  il gol salvezza, mai pervenuti. Ranieri incappa in una batosta genoana che si ricorderà anche per i gol realizzati dai due Morten rossoblù. Domenica passa l’autobus salvezza alla Domus di Cagliari contro il Lecce. Ranieri non può permettersi di perderlo.

Il Vecchio Balordo è salvo prima dell’1 Maggio. Buoncalcioatutti ringrazia per questa salvezza anticipata, mai partecipata con la zona rossa della classifica la proprietà, i dirigenti in loco, Gilardino, lo staff tecnico, fisico, dei portieri, i medici, tutti gli altri dietro le scrivanie: nel calcio non si vince solo sul prato verde, ma con il lavoro di tutti, compreso il Popolo genoano sempre presente in casa e in trasferta.

Adesso si aspetta la fumata bianca da Villa Rostan sul rinnovo di Gilardino. Il tutto colorato ancor di più di rossoblù a quarti dalle parole di Gilardino a fine partita con il Cagliari: “Avrò modo in questi giorni di sedermi con la società, di parlare: ci sono stima, affetto e riconoscenza nei confronti di questa società, di questa piazza, di questa gente e di questa squadra. E la cosa è ricambiata. Io qua sto bene, molto bene e lavoro bene“. La società ha parlato tramite il Presidente Zangrillo, tornato ad attraversare il campo, al quale Gilardino ha dedicato la vittoria (oltre ad averla dedicata alla sua famiglia). E Zangrillo ha in qualche modo risposto: “Credo che ci siano tutte le condizioni per programmare un’avventura assieme al Mister“.

Un momento amarcord prima di iniziare la partita che ha strappato applausi, cori e lacrime per salutare Sidio Corradi vicino a Zangrillo davanti alla Nord. Sidio si sarà ricordato del gol fatto al Cagliari doppiato dall’amico Toni Bordon.