La Serie A è nuovamente piombata nel caos. Nel giorno in cui Aleksandar Ceferin, presidente UEFA, entra in tackle sul calcio italiano ed europeo parlando di VAR (“è un casino, in Italia stanno al monitor mezz’ora“) proseguono le tensioni in via Rosellini dopo l’audio diffuso dal sito di Repubblica 48 ore fa. Un audio dove l’attuale amministratore delegato della Lega Serie A, Luigi De Siervo, ammette, in risposta al consigliere Paolo Scaroni (presidente Milan), di “aver chiesto ai suoi registi di spegnere i microfoni verso le curve, quindi non lo sentirete in tv“.

Oltre ai microfoni andrebbero chiuse ogni tanto anche le penne, visto che il titolo di questa mattina del Corriere dello Sport è da rosso diretto e sta scatenando accese polemiche in tutta Italia. Mal digerito da tutta la Serie A, specialmente dopo il comunicato di qualche giorno fa sulle iniziative collettive contro il razzismo, sta raccogliendo la presa di posizione di quasi ogni club del massimo campionato. In particolare di Inter e Roma, che hanno visto coinvolti Lukaku e Smalling riuniti sotto il titolo “Black Friday”. Un gioco di parole e immagini tanto inutile, quanto anacronistico, visto che il Black Friday dovrebbe andare in archivio già con la fine di novembre.

Ma tornando all’audio incriminato, il riferimento resta rivolto ai cori razzisti, ai “buu” che hanno scosso la Serie A prima dell’ultima pausa di campionato. In generale, comunque, è da inizio 2019 che la tematica razzismo si è fortemente acuita: si parte dalla sfida tra Inter e Napoli di gennaio scorso quando Koulibaly provò ad allontanarsi dal terreno di gioco dopo aver sentito ululati razzisti. Un’immagine deleteria per il calcio e la cultura italiane, arrivata persino sui banchi della FIFA. Oggi l’immagine trasmessa dall’audio diffuso da Repubblica è diversa e sembra quella di voler nascondere sotto il tappeto la polvere pur di non vederla. Il consiglio di Lega da cui è stata “rubata” la dichiarazione è riconducibile alla data del 23 settembre scorso.

La diffusione dell’audio è andata a sommarsi alla freschissima certificazione del commissariamento della Lega Serie A, pressoché ufficiale dopo che lunedì scorso i presidenti dei venti club del campionato italiano non sono stati in grado di trovare un accordo sul successore di Micciché. E ancora, questo audio si aggiunge ai faldoni d’inchiesta della Procura Federale, che ha deciso di aprire un’indagine sulle dichiarazioni di De Siervo. A farlo recapitare in Procura, peraltro, è stato Gabriele Gravina, attuale presidente FIGC, al quale era arrivato per ben due volte in forma anonima (e non ne avrebbe fatto menzione con nessuno, neppure con De Siervo, sino a qualche giorno fa).

Saltata la testa di Micciché, di cui era stata messa in dubbio la legittimità dell’elezione, è concreto il rischio che nelle prossime settimane anche Luigi De Siervo debba lasciare la propria scrivania in via Rosellini. Non sarebbe un addio indolore considerati i tavoli di discussione aperti sul tema dei diritti televisivi, che scadranno al termine della stagione 2020/2021.

In prima linea resta MediaPro, che di fatto non è mai uscita di scena da maggio 2018, quando aveva gettato nello scompiglio la battaglia dei diritti tv della Serie A prospettando ricavi per oltre tre miliardi, ma vedendosi ostacolata e rispedita al mittente per una serie d pacchetti “chiavi in mano” che non erano piaciuti a nessuno, neppure all’Antitrust. In quel periodo il metro era il calcio spagnolo, in particolare la Liga e il suo canale tematico. Ora la strada da seguire può variare e punta molto alla personalizzazione del marchio Serie A.

Da tempo, infatti, i dirigenti di via Rosellini cercano di propiziare la nascita di un canale tematico. Un piccolo passo che la FIGC, grazie ai nuovi accordi presi con TIM Vision che promuoveranno calcio giovanile e femminile, ha già fatto dal 23 ottobre scorso. Oggi in Lega Serie A si prende atto di questo ritardo e le ultime tensioni non aiutano certamente nel dibattito visto che Luigi De Siervo è l’uomo di riferimento nella discussione. O, per meglio dire, nella trattativa che mira a mettere d’accordo i vari club. Per adesso sono una decina le società favorevoli all’ingresso di MediaPro in Serie A a partire dall’anno 2021, mentre un’altra metà sono ancora da convincere. Il treno dei favorevoli è guidato da Claudio Lotito, mentre una data cruciale entro la quale decidere il da farsi sarà il prossimo 16 dicembre. Meno di due settimane.

Intanto, dall’Inghilterra, ci si avvicina alla più grande delle rivoluzioni sulla trasmissione delle partite di calcio. Come già scritto tempo fa su Buoncalcioatutti, le gare dei Bank Holiday e l’intero Boxing Day saranno trasmesse da Amazon. Un totale di 20 partite che, in Premier League, rappresentano da sempre un successo di pubblico e spettacolo. Gli stadi resteranno pieni, ma bisognerà vedere la reazione di chi vorrà seguire le partite da casa, visto che la riproduzione Amazon non è vendibile a terzi, ma esclusiva.

COME FUNZIONANO I DIRITTI TELEVISIVI NEGLI ALTRI CAMPIONATI D’EUROPA