Uscito dal derby con le ossa rotte, sia per il risultato sia per la prestazione a dir poco imbarazzante, il Genoa di Cesare Prandelli cerca oggi un pronto riscatto contro il Torino di Walter Mazzarri. Il Torino ancora in corsa per un posto in Europa League cercherà in tutti i modi di uscire vittorioso da Marassi.

Uno sguardo d’insieme sul Toro. La squadra granata scende in campo con il 3-5-2,  sistema di gioco che il suo allenatore Mazzarri conosce meglio. Mazzarri pretende molto dai suoi giocatori sia dal punto di vista agonistico sia dal punto di vista tattico e le sue squadre non sono il top per quanto riguarda il bel gioco. In panchina il tecnico toscano non mantiene un comportamento da gentleman inglese. La sua squadra non sciorina un bel calcio, ma è  compatta, omogenea e difficile da affrontare. Certe volte i granata escono dalla propria area con la palla al piede, in altre circostanze optano per il lancio lungo di Moretti, che cerca Belotti in profondità. I due esterni De Silvestri ed Ansaldi si propongono spesso e sono sempre pronti sulle seconde palle o sullo scarico di Belotti.

L’analisi reparto per reparto. Cominciamo dalla difesa. In porta c’è Sirigu che, dopo una brutto periodo all’estero, si è rilanciato alla grande con la maglia granata. Portiere dal rendimento più che buono, è completo in tutte le caratteristiche del ruolo, bravo anche coi piedi. Izzo, Nkoulou e Moretti formano il terzetto dei difensori. A destra Izzo, rapido, svelto di gamba e furbo, dotato di buona tecnica e pericoloso sulle palle inattive, quando si sfila sul secondo palo. Moretti a sinistra non ha grande passo, ma sopperisce bene con l’intelligenza e la notevole esperienza. Entrambi sono ex rossoblu. Nkoulou, forte fisicamente e molto attento nel guidare i movimenti difensivi, è al primo anno in Italia: finora ha avuto un rendimento molto alto, è forte nel gioco aereo.

Il centrocampo. I cinque del reparto mediano sono De Silvestri, Baselli, Lukic, Rincon e Ansaldi. Questo reparto fa della corsa e della forza i suoi punti di forza. De Silvestri, instancabile maratoneta sulla fascia destra, forte quando viene lanciato nello spazio, tecnicamente ha qualche lacuna. Ansaldi invece è uno dei pochi giocatori di Serie A che crossa e bene con i due piedi, ma, se viene attaccato, soffre parecchio. Lukic, il play “basso”, bravo nello smistare il gioco, difficilmente riesce a cambiare passo, alterna buone prestazioni ad altre opache: ha preso il posto di Meité, che dopo un ottimo avvio è caduto un po’ in disgrazia. Rincon, la mezzala di destra , forte fisicamente, buon piede destro, anche lui è mono-passo, ma instancabile nella corsa. Baselli agisce sul centro-sinistra, ha buoni fondamentali, è ottimo negli inserimenti: a volte si trasforma in un trequartista affiancando Berenguer e il 3-5-2 si trasforma in un 3-4-2-1. Baselli, dopo Belotti, è l‘uomo più pericoloso del Torino.

Infine l’attacco. Berenguer, seconda punta o trequartista, bravo nel dribbling e nell’uno contro uno, non ha grande fisicità. Il “Gallo” Belotti, la punta centrale, forte sul piano fisico, veloce quando è lanciato in profondità, è abile nel gioco di testa e in acrobazia non va mai perso di vista.

Come si comportano sulle palle inattive? Sui calci da fermo e sui corner marcano ad uomo e Sirigu è un portiere che in queste situazioni dà una grossa mano alla retroguardia. In fase offensiva le punizioni laterali e i corner sono calciati da Baselli ed Ansaldi. I saltatori sono Belotti, Lukic, che ha una buona fisicità, De Silvestri  e i tre difensori centrali. La squadra torinese sfrutta molto bene le situazioni di palla inattiva.

In conclusione, che match sarà? Partita difficile di per sé, lo sarà ancora di più vista la situazione ambientale che si è venuta a creare. Il clima che si respira non è bello, i giocatori dovranno prima di tutto tirare fuori il carattere e ricordarsi del valore della maglia che indossano. Non vorrei che tutte queste polemiche fossero un alibi per loro. I giocatori, lo staff, i dirigenti e i presidenti cambiano, il Genoa esiste dal 1893!!!!!

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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.