Con una prestazione maiuscola per contenuti tecnici e caratteriali il Genoa ha conquistato un prezioso punto contro il forte Napoli. Non va dimenticato che i rossoblu hanno giocato per un’ora in inferiorità numerica per l’espulsione di un ingenuo Sturaro. Oggi è il giorno del derby, la partita delle partite che per noi genoani vale come una finale di Champions League, vincere contro la Sampdoria provoca emozioni indescrivibili ed impensabili.

Uno sguardo d’insieme sull’avversario

La Sampdoria è una squadra forte che sviluppa un calcio piacevole da vedere. Il vero protagonista di questa squadra è il suo allenatore, Marco Giampaolo, maestro di calcio e tecnico instancabile nel lavoro sul campo. La squadra scende in campo con il 4-3-1-2, sistema che conosce alla perfezione e che cura nei minimi particolari. L’organizzazione collettiva è la sua qualità migliore, nulla è lasciato al caso. La sua linea difensiva gioca molto “alta” per poi scappare all’indietro unita e compatta in caso di palla scoperta. Escono dalla area quasi sempre con il pallone, Andersen è il regista difensivo. Difficilmente usano del lancio lungo, fanno spesso lungo-corto-lungo: per lungo si intende un passaggio massimo di 15 metri e per corto un passaggio massimo di 5 metri.

Giocano con il trequartista e fanno densità in mezzo al campo, i soventi cambi di gioco però possono creare problemi sulle corsie esterne, lasciando Bereszynski e Murru uomo contro uomo o addirittura in inferiorità numerica.

L’analisi reparto per reparto. La difesa.

Il numero 1 Audero, portiere giovane, di scuola Juventus, ha nella reattività il suo punto di forza, nonostante sia giovane è molto bravo nel guidare la difesa, cosa molto importante per una squadra che difende “alta” come la Sampdoria, ed è bravo anche coi piedi. I quattro difensori in linea sono Bereszynski, Andersen, Colley e Murru. Bereszynski e Murru, gli esterni difensivi, hanno caratteristiche similari. Ottima corsa e discreto piede il primo, che destro, mentre il secondo usa soltanto il piede sinistro. Bereszynski preferisce ricevere il pallone sulla corsa. Murru avanza palla al piede: entrambi sono molto migliorati. Andersen e Colley formano la coppia centrale, entrambi sono forti di testa. Più tecnico e beĺlo a vedersi il primo, più forte fisicamente e dirompente il secondo. Colley ha avuto un inizio di stagione non alle altezza ora si è ripreso alla grande, Andersen è destinato nei prossimi anni ha giocare in una big europea.

Il centrocampo.

Linetty, Ekdal e Praet compongono una mediana molto tecnica e di qualità. Linetty, nazionale polacco, possiede un’ottima corsa ed ha sufficiente tecnica di base. Praet ha cambio di passo ed accelerazioni improvvise, è forte sulle gambe, possiede un tiro secco e preciso. Ekdal è il baricentro della squadra: preciso nello smistare la palla, difficilmente sbaglia; poi è bravo nel guidare i tempi del pressing. Gaston Ramirez, il trequartista, fa da collante tra centrocampo e attacco: ha un piede sinistro zuccherato, è lento nelle movenze, ma è veloce di pensiero e abile negli inserimenti.

L’attacco.

Quagliarella e Defrel sono le due punte. Defrel, ex Roma e Sassuolo, veloce quando lanciato in profondità, ha una fisicità importante e un tiro di sinistro forte e preciso, ma a volte si estranea dal gioco, Quagliarella è il top player della squadra. Bomber del campionato sta vivendo una stagione magica: dialoga con i compagni, è bravo nello stretto e nello smarcamento e calcia in porta anche da posizioni impossibili, spesso con successo.

Come si comportano sulle palle inattive?

In fase difensiva, sui corner e sulle punizioni laterali, difendono a zona. Audero non ha paura di uscire dai pali- In fase offensiva, nelle analoghe situazioni, salgono Andersen e Colley, che insieme a Defrel e Ekdal formano la batteria di saltatori, Quagliarella è sempre a caccia di palle sporche in mezzo all’area oppure si sfila sul secondo palo: così fece goal nella partita d andata. I corner sono calciati da Gaston Ramirez o Praet, in alternativa battono a due, per poi fare intervenire un terzo per far muovere la difesa avversaria. Dal limite dell’area i calci di punizione vengono calciati da Quagliarella e Gaston, a volte anche Praet può provare la battuta.

In conclusione?

Il Genoa visto a Napoli può regalare questa grande gioia al popolo rossoblu, che oggi sarà allo stadio o davanti alla tv. Una cosa è certa: da troppo tempo stiamo aspettando un successo. Vincendo oggi il finale di campionato sarebbe in discesa e si eviterebbero ulteriori sofferenze. Direi proprio che è giunta l’ora che il Grifone torni a volare nel cielo sopra Genova.

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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.