Alla vigilia di Parma-Genoa, sfida valevole per il 27° turno di Serie A, Cesare Prandelli è intervenuto in conferenza stampa commentando le tematiche di questa gara che vede parmensi e rossoblu a pari punti. Non prima di aver lasciato la parola alle die giovani calciatrici che si sono sedute al suo fianco, Giada Abate e Arianna Giupponi, elementi del Genoa Under 17 allenato da mister Cristiano Francomacaro, anch’egli presente a Villa Rostan. Il tutto per celebrare la Festa della Donna e invitare il tecnico rossoblu ai prossimi impegni del Genoa U17 alla Viareggio Women’s Cup.

Dare tanta importanza al calcio femminile è una grandissima cosa, è un onore essere seduta qua vicino al mister della prima squadra, a cui chiedo di venire a vederci almeno una volta al torneo di Viareggio“. “Lo metterò in agenda come impegno e mi auguro di venire a trovarvi” la risposta di mister Prandelli, che ha poi ceduto la parola ad Arianna. “Sono assolutamente d’accordo con quanto detto da Giada. Non tutti i giorni capita di sedersi qui, è un’esperienza unica“.

Sulla festa della donna:

“La Festa della Donna dovrebbe esserci tutti i giorni. Ci dovrebbe essere più rispetto verso le donne, sotto tutti i punti di vista. Le donne sono il traino della vita: tutti abbiamo una mamma a cui è sempre bello pensare. Ed è bello pensare alle donne che, oltre a studiare come Giada e Arianna, fanno anche dell’altro e seguono una loro passione, come giocare a pallone, uno sport che può aggregare. Questo piccolo messaggio mi auguro che arrivi. Vincere domani per fare un regalo a tutte le donne rossoblu che oggi festeggiamo? Questo è un bello stimolo. Come le ragazze mi hanno invitato al Viareggio, io le invito allo stadio a vederci. Perché il loro sorriso può darci veramente una mano”. 

Sulla partita di domani e le qualità dell’avversaria:

“Ci aspettiamo una partita particolarmente impegnativa, perché il Parma ha giocatori davanti capaci di gestire il fronte d’attacco in più modi. Tenere il pallone con Allegri, partire in percussione con Gervinho e tanti altri giocatori dalla corsa importante. Ci sarà da soffrire, ma una squadra compatta può soffrire in due modi: essendo consapevole delle difficoltà e sapendo che quando hai il pallone non c’è più la fase difensiva, ma c’è quella offensiva. Vorrei vedere una squadra capace di ribaltare azioni su azioni”.

“Nelle ultime partite il Parma è migliorato molto dal punto di vista della pressione. All’inizio ha fatto un inizio straordinario e leggevo divertito chi criticava il Parma come una squadra che manteneva solo un assetto di copertura e non di aggressività. Ma facevano comunque risultato. Il tecnico quindi è stato straordinario nel capire le caratteristiche dei propri calciatori, trovando i tempi giusti per ripartire. Troveremo una squadra organizzata, molto più che quella di inizio campionato, migliorata soprattutto nell’essere aggressiva”.

Sulla fase difensiva che funziona meglio e può rappresentare un punto di forza per il finale di stagione:

“Quando sono arrivato, la criticità era il fatto che subiamo tantissimi gol. Abbiamo cercato di redistribuire un po’ le responsabilità nella fase difensiva. La squadra ha trovato un podi compattezza, ma non deve dimenticare la fase offensiva. Il segreto è quello di mantenere una squadra corta e compatta, ciò che vorremmo fare anche domani”. 

Sulla possibilità di ripercorrere il percorso fatto a Parma anche col Genoa:

“Arrivai a Parma con Arrigo Sacchi responsabile tecnico e una volontà da parte della proprietà di cambiare. Abbiamo pensato di abbassare il limite d’età, valorizzare i calciatori giovani che avevamo a disposizione. Siamo arrivati due volte in Europa, il secondo anno c’è stato il crack Parmalat. Ci siamo trovati in grande difficoltà, ma è uscita l’unione tra squadra e città. Si era capita l’importanza del momento, alcuni giocatori non se la sentivano di restare e li abbiamo accontentati nell’andare via: ma chi è rimasto ha creato uno spirito forte. Mi auguro davvero di poter rivivere quei momenti e i presupposti ci sono. Mi trovo in una società che è la più antica d’Italia, ha un grande blasone. Viviamo in una città in difficoltà, ma molto unita dal punto di vista sportivo. Penso che possiamo costruire qualcosa di importante”.

Sul fatto che le paure del Genoa possano essere partite dall’andata col Parma e se domani si potrà chiudere il cerchio:

“Il messaggio della sana paura non è uno slogan, ma significa che quando hai paura hai maggiore consapevolezza delle difficoltà e non vai spensierato e allegro a disputare una gara così importante. Nel calcio come nella vita, prima di un’esame, prima di una conferenza stampa dove non sai prima le domande a cui devi rispondere. C’è sempre qualcosa di impegnativo e una sana paura deve accompagnarci eventualmente a sconfiggerla, questa paura, mettendoci il cuore”.

Sulle posizioni di Lazovic e Pandev che potrebbero condizionare Bessa:

“Si parla di un dettaglio tecnico, di cui potremmo parlare in maniera noiosa. Penso piuttosto che i giocatori che scendono in campo devono avere la capacità di interpretare quel ruolo. Chiaramente, non sempre hai subito una squadra che ha una caratteristica che accomuna tutti. Un sistema di gioco piuttosto che un altro può penalizzare un paio di giocatori, ma il giocatore penalizzato può trovare in se stesso e nelle conoscenze il modo per migliorare. Se Bessa è più trequartista o mezzala? È un dubbio che abbiamo sia noi che lui. Cercheremo di completarlo”.

Sulle condizioni di Radu e su Lapadula:

“Radu ha avuto qualche problema, come altri giocatori: lo valuteremo oggi quando arriva. L’influenza, del resto, arriva anche per i giocatori più allenati. Abbiamo invece recuperato Lapadula e lo porteremo con noi”.

Su Kouamè e quanto tempo manca per vederlo più vicino all’area e a Sanabria:

“Per me, ripeto, è un falso problema pensare di vedere due attaccanti vicinic che hanno caratteristiche troppo diverse per stare troppo vicini. Per quanto riguarda Kouamè, deve ricercare completezza e soprattutto conoscenze. Parliamo del suo primo campionato di Serie A: partito benissimo, ora può avere una fase fisiologica dove manca brillantezza. L’ho visto motivato in settimana e credo farà una grande partita domani”.

Sull’importanza di una vittoria domani al Tardini per vivere un finale più sereno:

“Ci auguriamo di uscire con un risultato positivo, ma la cartina al tornasole è la prestazione. Se sarà convincente, sicuramente potremo fare altri pensieri”. 


Sampdoria-Genoa, Corriere dello Sport: ecco la nuova possibile data del derby