Dopo essersi ritrovato di mattina al centro sportivo “Signorini”, il Genoa di Prandelli ha concluso la sua giornata di lavoro con l’amichevole contro il Campomorone, la seconda a distanza di un mese, che oggi coincideva con l’evento d’inaugurazione del centro sportivo di Begato 9.

Partita a senso unico: troppo il divario tecnico sceso in campo, specialmente nel secondo tempo. Di Carabba l’unica rete del Campomorone, a cui probabilmente manca un rigore nel primo tempo. Nella prima frazione ad illuminare è stato specialmente Goran Pandev, autore di una tripletta, schierato falso nove in quello che, sino alla permanenza in campo di Nicolò Rovella (32′ prima di essere sostituito da Piccardo, altro giocatore della Primavera, andato a giocare largo a sinistra, ndr), è stato un 4-3-3 di cui il regista era proprio il giovane centrocampista della Primavera. Ai lati del giovane classe 2001 c’erano Rolon e Sturaro, quest’ultimo con la fascia di capitano al braccio e lanciato, come lunedì scorso, nel suo percorso di ripresa.

Rolon e Sturaro erano i due centrocampisti “muscolari” che presidiavano Rovella nel suo muoversi alla ricerca del pallone. Di sicuro, per quanto fosse un test amichevole, è saltata subito agli occhi la vena propositiva e la personalità nell’andare sempre a cercare di amministrare il pallone da parte del giovane regista della Primavera. Mai più di due tocchi, testa alta e buona predisposizione a scaricare il pallone verticalmente e attaccare lo spazio. Chissà se proprio di questi tratti di Nicolò Rovella avranno parlato Mister Prandelli e Carlo Sabatini, tecnico della Primavera, nel dopo partita. Mentre la Primavera si riscaldava nel campo a sette, era impossibile non notare il loro fitto colloquio: un bel segnale di permeabilità e confronto costante tra prima squadra e Primavera.

Nel secondo tempo, Prandelli getta nella mischia il resto della truppa. Radu non giocherà: tra i pali infatti andrà Jandrei. La difesa sarà quella a cui ci ha abituato Prandelli da quando ha varato la linea a quattro, mentre a centrocampo Radovanovic avrebbe continuato a fare il vertice basso affiancato da Lerager. A Bessa il compito di lavorare sia da mezzala che da quarto di sinistra in fase difensiva. In una ventina di minuti, si sarebbe passati dal 4-1 ad un passivo ben più largo che avrebbe fatto decretare all’arbitro genovese Marchesotti (assistito dagli assistenti di linea Rushanaj e Arado, ndr) la fine della gara con quasi dieci minuti d’anticipo.

Nel secondo tempo sarebbero arrivati il poker di Kouame e la tripletta di Sanabria. Ottima prova anche da parte di Darko Lazovic, per una abbondante mezz’ora schierato a destra. Molto più largo di una comune mezzala, ha percorso tutta la fascia in entrambe le fasi, dando copertura a un Biraschi spesso inoperoso e non disdegnando di accentrarsi e svariare sulla trequarti. Insomma, Lazovic era l’ago della bilancia che dava equilibrio ad una formazione che variava assetto nell’attaccare e ne difendersi. Spesso lo si è ritrovato a lavorare alle spalle di Sanabria e Kouame.

L’ivoriano, a sua volta, partiva leggermente decentrato sulla sinistra, ma trovava frequentemente spazi per entrare in mezzo al campo e tagliare in profondità. Proprio da questi tagli e da queste incursioni in velocità e palla al piede, spesso frutto di errori in uscita da parte degli avversari, sono nate gran parte delle undici reti siglate nella seconda frazione, in cui hanno messo lo zampino anche Lerager e Zukanovic con singole marcature.

Domani nuovamente tutti a rapporto agli ordini di Prandelli e del suo staff: il programma prevederà un allenamento mattutino.


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