Come prevedibile, le due gare negli Stati Uniti sono servite al ct Luciano Spalletti per provare e testare tutta la rosa a disposizione. E così, dopo essere partito titolare nella gara col Venezuela, Retegui è partito dalla panchina nel successo azzurro per 2-0 sull’Ecuador, subentrando nel questo d’ora finale.

Gli Azzurri segnano agli antipodi della gara: dopo 3′ di gioco è il capitano della Roma, Pellegrini, a trovare la via del gol e portare l’Italia in vantaggio. Al 93′ Frattesi confeziona il contropiede perfetto, impreziosito dall’assist di Orsolini e dal pallonetto di Barella a battere l’estremo difensore dell’Ecuador.

L’Italia gioca bene nella prima parte di gara contro un avversario tanto giovane quanto pericoloso, poi cala – soprattutto nella ripresa – e l’Ecuador mette in campo le sue doti di maggiore spicco, dalla rapidità alla qualità dei suoi esterni d’attacco. Alla fine dei conti, però, il banco difensivo azzurro regge, la squadra si compatta anche quando il baricentro di abbassa visibilmente e Vicario effettua una sola parata nell’arco dei novanta minuti. L’Italia, senz’altro, si riscopre imprecisa nell’ultimo passaggio, vanificando una buona serie di ripartenze che sarebbero potute valere il raddoppio. Raddoppio che arriverà a tempo quasi scaduto.

Siamo sempre stati squadra, anche nell’interpretazione del secondo tempo sostiene ai microfoni della Rai un ct Spalletti più soddisfatto di qualche giorno fa – Quella è la cosa fondamentale: l’essenziale è essere squadra e noi lo siamo sempre stati. Nel primo tempo abbiamo avuto più la palla e siamo stati più alti col baricentro, e si sarebbe potuto fare anche un altro gol, ma anche nel dare loro il pallino la squadra non ha concesso grandi spazi. Chiaro che qualche tiro lo concedi. Abbiamo fatto due buone prestazioni e da partite di questo genere diventa facile fare delle analisi e tirare fuori delle cose positive”. Alla fine il ct azzurro traccerà un bilancio negli Stati Unito che definirà “positivo.


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