A mezzogiorno, dalla sala stampa di Villa Rostan, è intervenuto in conferenza stampa il tecnico rossoblù, Alberto Gilardino. Queste le sue parole alla vigilia di Napoli-Genoa.

Due stagioni fa la partita di Napoli coincise con la retrocessione, oggi c’è un ritrovato entusiasmo nell’ambiente ed è anche merito vostro. Arrivate così alla sfida di domani: che partita si aspetta e che partita vuole dai suoi giocatori?

“Questo entusiasmo si percepisce ed è la linfa vitale di questa squadra e la dobbiamo coltivare e mantenere nel tempo grazie al lavoro svolto, grazie all’attitudine e al sacrificio che mettono in campo i ragazzi, grazie alle testimonianze di passione della nostra gente e del nostro popolo. Anche l’altro giorno qua al “Pio” sono venuti in tantissimi e non può che renderci felici sapere che al di fuori c’è entusiasmo, c’è volontà di seguire la squadra con questa passione e con questo amore. Siamo coscienti e responsabili, i  ragazzi lo sanno.

“Domani sarà una partita di livello complicato, perché pur non attraversando un momento eccellente, il Napoli è una squadra con interpreti forti, con giocatori, campioni e talenti veramente forti – spiega Gilardino – Basti pensare che Osimhen è rientrato poco fa e bisognerà capire se ci sarà o meno, ma in tutti i reparti hanno giocatori di esperienza, di alta qualità tecnica, dinamici, di inserimento. Ci siamo quindi preparati nel modo migliore in questi giorni, arrivando da una partita disputata nel modo giusto contro una squadra forte come l’Atalanta. Però l’ho detto ai ragazzi: abbiamo perso, le sconfitte bruciano, insegnano e migliorano. E noi dobbiamo pensare alla partita di domani come ad una partita da affrontare con grande attenzione, personalità, compattezza difensiva, con coraggio quando avremo la palla perché abbiamo tutte le potenzialità per poter fare un’ottima gara. Dovremo essere bravi a pensare quello che dobbiamo fare e interpretare dentro la gara, dovremo cercare di limitare le loro qualità tecniche, che sono tante, e quando avremo la palla cercare soluzioni in fase offensiva andando a ricercare i giocatori con maggiore qualità, che facciano la differenza all’interno del campo. Dovremo andare a ricercare ampiezza e l’attaccante davanti con palle pulite, essendo bravi nel recupero palla e nel pulire la prima palla in uscita. Sarà fondamentale perché sono squadra molto brava a ri-aggredire nella metà campo avversaria, molto brava a recuperare palla. Lì si giocherà molto la partita”. 

Sulle condizioni di Haps: “Si è allenato con la squadra, verrà in panchina. È un buon rientro. Facciamo un in bocca al lupo a Matturro, che ho sentito e che ha avuto questo intervento: ci auguriamo tutti rientri prima possibile. Per quanto riguarda gli interpreti, stanno tutti bene e la scelta è ampia: la concorrenza sana e leale è giusto che ci sia, alza il livello di intensità dentro gli allenamenti e mi dà modo di fare scelte sia inizialmente sia a partita in corso”. 

Domani ci sarà la possibilità di vedere Messias mezzala e Vitinha dal primo minuto?

“Per quanto riguarda gli interpreti, stanno tutti bene: la concorrenza sana e leale è giusto che ci sia, alza l’intensità dentro gli allenamenti. Come sta Haps? Si è allenato con la squadra, verrà in panchina. Facciamo un in bocca al lupo a Matturro”. 

Domani avrai finalmente la possibilità di giocare in sedici. Quanto è importante?

“Importantissimo. Dovrò fare da qui a fine stagione delle scelte. I ragazzi lo sanno: io le faccio, giuste o sbagliate che siano, ma è importante e fondamentale il modo di pensare di ogni giocatore all’interno di questo gruppo, il modo di pensare di ogni giocatore per raggiungere l’obiettivo. Diventa fondamentale e determinante nell’economia della squadra”.

È importante la gestione dello spogliatoio, che deve capire che se qualcuno viene preservato nei tempi di gioco, giocando in sedici, potrebbe permettere di sfruttare la potenza di tutta la rosa a disposizione? 

Sì, fa parte della crescita collettiva. Sono tutte situazioni, analisi, verifiche che noi andiamo a fare quotidianamente, cercando di mettere in campo una squadra con le caratteristiche idonee per quella partita inizialmente, creando anche una strategia durante la partita. Se non faccio giocare un giocatore dall’inizio è perché penso che, in quel momento, mi possa dare al 60′ un contributo rispetto ad un altro che inizia la gara. Sono pensieri e strategie che uno va a fare. Quando vado a fare la formazione iniziale – e adesso i giocatori di qualità che ho sono tanti in tanti reparti – non vado a pensare all’uno o all’altro, ma penso a mettere nei primi undici l’idea di strategia che voglio attuare dentro le gare”. 

Rivedendo i primi due gol contro l’Atalanta, gli esterni hanno fatto fatica a fare la diagonale difensiva…

“Se ti riferivi al terzo e quarto gol presi con l’Atalanta, non si è più badato tanto agli schemi, si sono un po’ persi perché la partita la avevo forzata. L’ho detto anche a ragazzi e squadra, mi sono assunto la responsabilità di forzare la partita offrendo là davanti tutto il reparto offensivo. I primi due gol siamo andati ad analizzarli e vederli, sappiamo come e dove dobbiamo migliorare e i ragazzi mi auguro che, lavorandoci, abbiano capito e continueranno a capire col lavoro”. 

Gudmundsson nelle ultime due partite è stato marcato ad uomo, Scalvini a momenti lo marcava anche negli spogliatoi: stai cercando un’altra soluzione?

“Per noi è importante, e sì, è vero, ormai lo conoscono. Quindi dobbiamo essere bravi come squadra a trovarlo, in varie posizioni. Lui è bravo comunque a defilarsi all’interno dello spazio del campo, trovando qualche situazione per poterlo liberare nel modo migliore”. 

In settimana il CEO ha parlato di volerti far fare un cammino di 3-4 anni qui, crescendo anche dei giovani. Cosa ne pensi tu di questa idea?

“Per quanto riguarda le parole di Blazquez, fa enormemente piacere averle lette. Da parte sua. ei miei confronti, in ritiro, c’è stata un’esternazione con la quale mi ha chiesto che tipo di allenatore volessi essere in futuro. Non abbiamo parlato di dettagli sui progetti tecnici futuri, non abbiamo parlato a livello concreto del contratto. Detto questo, sono orgoglioso di allenare il Genoa, di allenare questi ragazzi e questa squadra. E lo sono perché in questo momento dietro c’è una passione del nostro popolo che, avendo giocato qua, non mi ricordavo e forse – l’amore c’è sempre stato – abbiamo riacceso veramente il fuoco dentro la nostra gente. Sono molto orgoglioso. Sul mio futuro ribadisco quanto detto un paio di settimane fa: sto spendendo veramente tutte le mie energie per raggiungere questo obiettivo, per raggiungerlo assieme ai ragazzi e al mio staff. È troppo importante e fondamentale. Nel momento in cui la società chiamerà me e il mio agente per parlare, sarò ben contento di farlo. Al momento sono focalizzato sull’obiettivo finale”. 

Come procede la crescita di Ankeye, che mercoledì nella partitella a campo ridotto hai anche schierata come quinto a sinistra? E come sta Vitinha?

“David è un ragazzo molto intelligente, si è posto da grande professionista e da ragazzo per bene in questo gruppo. Ricordiamoci anche che lui che percorso abbia fatto: ha smesso di giocare a dicembre, ci vuole fisicamente un riadattamento alla preparazione fisica. Ci vuole un inserirsi nei meccanismi della squadra. Secondo me ha grandissimo potenziale sia per diventare un attaccante forte, di gamba e qualità, sia eventualmente per giocare in posizione più defilata da esterno. Sono valutazioni che sto e stiamo facendo. In questo momento sta dentro il gruppo, lavora sereno: cerchiamo di migliorarlo in tutto per poi prima possibile poterlo vedere tutti. Vitinha è una seconda punta, si è inserito nel modo migliore nel gruppo, e questa è la bravura dei ragazzi che sono qui da più tempo, che cercando di creare un’identità forte. E chi arriva da fuori, da altre squadre, riesce ad inserirsi nel modo migliore ed è bravura dei ragazzi. Come giocatore, può fare la seconda punta, negli ultimi 20/25 metri calcia bene di destro e sinistro e ha spunto. Sono considerazione che sto facendo anche nei suoi confronti, come in tutto il reparto offensivo, per giocare sia dall’inizio sia a gara in corso”.


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