Alla vigilia della trasferta di Empoli, collegato in remoto da Coverciano, il tecnico rossoblu Alberto Gilardino ha tenuto la consueta conferenza stampa della vigilia. Si parte dal mercato. “Sono felice del gruppo che ho ed è quello che dirò oggi alla squadra. Ieri si è finalmente concluso il mercato, sono felice e contento dei ragazzi che ho a disposizione. L’obiettivo rimane di pensare esclusivamente di settimana in settimana, una partita alla volta, ed è sempre stato il mio obiettivo, dal primo giorno in cui ho messo piede a Pegli. E lo sarà fino al 28 maggio. Da parte mia e dei ragazzi ci sono determinazione, ambizione, voglia di raggiungere il prima possibile quota 40 punti, il primo obiettivo, che non è assolutamente semplice e assolutamente scontato. Non lo era prima, non lo è adesso. Siamo in una buona posizione di classifica, e significa che stiamo facendo un buonissimo lavoro, ma voglia, determinazione e ambizione devono essere tali da darci una continuità che possa portarci a raggiungere il primo obiettivo stagionale”. 

Ha avuto paura di perdere Gudmundsson in questi giorni?

“In questi tre giorni non gli ho detto una parola, l’ho lasciato tranquillissimo, oggi lo abbraccerò. Sarà il nostro nuovo acquisto per il girone di ritorno. Si è lasciato scivolare addosso tutte queste chiacchiere di queste settimane, a testimonianza del fatto che è un giocatore completo anche a livello mentale, che è un giocatore top. Per lui è una fortuna che sia rimasto a Genova, e glielo dirò: è amato, la squadra gli vuole bene e adesso deve trascinarla, assieme a tutti i suoi compagni, perché nelle sue corde ha questo tipo di qualità tecniche, fisiche, mentali. È una fortuna che sia rimasto al Genoa. È una fortuna anche per noi e per la squadra. Siamo felici, testimonia che la società non ha mollato di un centimetro in ogni genere di situazione. Siamo contenti di averlo con noi”.

Ha visto in questo mese, difficile per il mercato e per gli infortuni, quel salto di qualità della squadra che si aspettava?

“Ho molta fiducia dei miei ragazzi, della mia squadra. Questo mese non è stato certamente semplice, ma la squadra ha lavorato benissimo e sta lavorando forte anche in ritiro in questi giorni. Quello che desideriamo è andare forte. C’è grande ammirazione da parte mia per quello che stanno facendo i ragazzi sotto il profilo dell’impegno e della dedizione al lavoro. È lo spirito che dobbiamo mantenere, che ci dobbiamo portare dentro, in casa e fuori. È vero sì che arriviamo da due vittorie, ma per dare continuità di risultati positivi dobbiamo alzare l’asticella mentale per la partita di domani, contro una squadra scorbutica. Ha fatto quattro punti contro Monza e Juventus e ha cambiato notevolmente il suo modo di giocare e lavorare. Dovremo essere bravi e farci trovare prontissimi a questa sfida”. 

Che Empoli si aspetta domani?

“Mi aspetto una partita dal livello agonistico altissimo. La squadra di mister Nicola l’ho vista quando allenava la Salernitana e riesce sempre a dare grande spirito e grande compattezza difensiva. Lavora molto su questo. A livello agonistico sarà una partita nella quale abbiamo l’obbligo di farci trovare pronti. Sappiamo che partita ci aspetta e dobbiamo, come detto in questi mesi, nel sacrificio e nella sofferenza tirare fuori le nostre qualità, il nostro estro e i nostri giocatori di maggiore qualità”.

Ci racconta un po’ chi è Vitinha dal punto di vista tecnico?

“Ho visto diverse partite e immagini, dal vivo l’ho visto solo per due giorni di allenamento. È una seconda punta mobile, ha buona balistica nel tiro sia col destro sia col sinistro, buoni spunti. Deve lavorare e arriva in un ambiente totalmente nuovo. Dovremo saperlo aspettare, cambia completamente campionato e abitudini, da poco si è inserito in un gruppo nuovo. L’ho visto però subito con la faccia giusta, con la voglia di tornare a sorridere e gioire. È già un punto di vantaggio per lui. Ipotesi tridente? Sono situazioni che, nell’economia di una partita, dall’inizio o in corso, sono tutte valutazioni. Si può giocare con una punta fisica e una seconda punta, con due punte fisiche e una sotto, con tre punte e giocatori dinamici sulle corsie laterali. Sono situazioni che noi alleniamo, poi di partita in partita e di avversario in avversario cerco di mettere i ragazzi nelle condizioni migliori per potersi esprimere. È questa la volontà. Come ho detto dopo il Lecce, abbiamo un giocatore che sta molto, molto bene come Ekuban, e così Retegui e Albert e tanti altri. Normale che devo fare delle scelte, undici giocatori possono giocare, ma coi cinque cambi tutti devono essere pronti perché possono cambiare le partite. Così come è stato”. 

Sulle condizioni di Ankeye: “Ankeye non gioca dal 2 dicembre, quindi con lui va fatto un ragionamento – e lo abbiamo fatto assieme allo staff della performance – per poterlo mettere nelle condizioni migliori. Questo è il nostro ragionamento. Non è un giocatore pronto subito, ci vorrà tempo per l’aspetto fisico, ma mi auguro che questo tempo si possa restringere potendogli già far fare qualche spezzone con la squadra, alternandolo a lavori in palestra e sulla forza. Ci vorrà del tempo per vedere David al top, ma mi auguro di vederlo il prima possibile. Bisogna essere onesti e chiari in questa direzione. Quando saranno tutti al top della forma che moduli si potranno utilizzare davanti? Quando tutti saranno al top, quando potranno esserlo anche Gudmundsson, Messias, Retegui, Vitinha, ci sarò scelta e per un allenatore avere scelte è importanti, sia nell’economia della gara sia dal 60′ in poi. Non conta il modulo, ma quanto i giocatori possono determinare all’interno di quel modulo. Le variabili sono tante, c’è possibilità di variare e siamo pronti a farlo: bisognerà valutare tante cose e il giusto equilibrio per le cose”. 

Com’è la situazione in infermeria?

“Abbiamo Matturro ancora fuori, Haps fuori, Ankeye è rimasto a Genova per proseguire il percorso di allenamenti e recupero della condizione fisica. Junior Messias mi auguro di poterlo riavere la prossima settimana, ma ci siamo quasi al suo rientro. Martin è qui con noi che si sta allenando e verrà in panchina”. 

Aveva portato l’attenzione sul terreno di gioco di Pegli e dalla prossima settimana tornerete ad allenarvi su un terreno di gioco rizollato.

“Sono contento, nel senso che torneremo sicuramente a lavorare nel modo giusto. Vedremo poi la prossima settimana”. 

In questo mercato invernale anche Malinovskyi è diventato definitivamente del Genoa ed è anche merito suo, perché l’ha fatto diventare un simbolo del Genoa di quest’anno

“Sono felice per Malinovskyi, perché è stata una bella scommessa per tutti. Per la società che l’ha acquistato, per noi che lo abbiamo visto i primi giorni e lo abbiamo visto nella sua evoluzione in questi mesi. Mi auguro mantenga questa performance al top da qui fino alla fine. Lui e Gudmundsson sono due giocatori importanti per la squadra, come d’altronde tutti gli altri. Perché dico sempre una cosa, e la dico ai ragazzi: tutti sono veramente importanti e fondamentali, ma nessuno è indispensabile. Nemmeno io, glielo dico sempre. Un gruppo deve essere basato su principi ben chiari. Questa squadra le sue radici le ha coltivate su questo gruppo, sono tutti importanti. Basti pensare ai giocatori che partono dalla panchina, come Ekuban, e fanno quel che fanno. È uno spirito forte che dobbiamo coltivare nel tempo”. 

Un ultimo passaggio su Spence, che tra i nuovi arrivati è fra quelli ad aver giocato di più: “Ci vuole tempo sono giocatori che arrivano da campionati diversi. Ci vuole tempo e dargliene anche per sbagliare. Cerchiamo di aiutarlo, di allenarlo, di spiegargli. Ci potrà essere utile come del resto han fatto tutti quelli che sono arrivati. La nostra volontà è di migliorare. I nuovi hanno bisogno di tempo e pazienza per potersi inserire al meglio nei meccanismi della squadra e anche per lui c’è bisogno. Ha qualità importanti che possono essere utili alla squadra”


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