Il Genoa Club Firenze, Genoa Club Follonica e Isola del Giglio. L’ACG prosegue nel suo percorso di racconti dai club di tifosi rossoblù disseminati per il territorio italiano, in questo caso specifico – vista l’imminente trasferta di Empoli – quelli della regione Toscana.

Questa la storia del Genoa Club Firenze. “Il club ha origini abbastanza lontane. È “erede” del vecchio Genoa Club Toscana Maurizio Nunziati, fondato nel lontano 1988 da un gruppo di genovesi emigrati in questa terra. Ancora oggi alcuni dei fondatori del vecchio Toscana sono soci del Club che nel 2002, dopo qualche tempo d’inattività, si ricostituÏ come club Firenze con l’intento di riunire i genoani che vivono a Firenze e zone limitrofe.

Nel club vi sono principalmente soci stabilitisi qui da Genova e provincia, alcuni “immigrati” di seconda generazione (anche di terza in qualche caso), e anche qualche raro caso di tifoso genoano “autoctono”.

Attualmente siamo una ventina di soci e abbiamo diversi “simpatizzanti”. Negli anni 2005-2010 (prima gestione Preziosi) il Club era arrivato a contare quasi 50 iscritti e c’era più partecipazione agli eventi. Il Club era un vero punto di riferimento per emigrati genovesi! Ora siamo in numero inferiore ma la nostra forza è data dalla coesione: siamo diventati anche un gruppo di amici che si vedono, si frequentano, e talvolta si aiutano, anche a prescindere dal Genoa e dai risultati delle partite.

Qualcuno di noi è abbonato, altri più sporadicamente vanno al Tempio a sostenere il Grifo, tipicamente qualcuno di noi Ë sempre presente nelle trasferte vicine (Firenze, Empoli, Bologna ecc) e a volte anche in quelle più lontane. Ci vediamo di solito a casa di qualche socio per vedere insieme le partite del Genoa, o in qualche locale per bere una cosa insieme (discutendo ovviamente di Genoa). Tradizione tipica del Club Ë il brindisi natalizio accompagnato dal pandolce e altre bont‡ della tradizione culinaria della nostra amata Zena”. 

Si prosegue con la storia del Genoa Club Follonica con un brano tratto da un libro del fondatore e presidente del club Maurizio Moretti. Il referente del Club è Giuseppe Venturi. “Era il 1955, avevo nove anni e feci la prima comunione… cravatta con l’elastico, completino di vigogna g. gio con pantaloni corti, fatto da mia madre. Vennero tutti quel giorno, anche il mio zio greco, marito di zia Teresa, che per regalo mi portò a vedere il Genoa che perse 8 a 0 col Milan.

È possibile che la mia inclinazione verso i più deboli si sia materializzata proprio con quella partita. Avrei fatto qualsiasi cosa per aiutare il povero Franzosi. Quel portiere era disperato. Green, Liedholm, Nordhal e Schiaffino furono per lui un vero incubo. Non era giusto infierire in quel modo! E poi era la mia festa. Ma nessuno mi ascoltò ed io diventai ateo e … tremendamente Genoano…

Ad aprile riscossi la mia prima pensione…a giugno il mio Genoa precipitò in C1 per illecito sportivo. Era il campionato 2004/2005. Non voglio entrare nel merito di questa vicenda, che mi riporterebbe ad uno sproloquio volgarissimo, ma subito mi sentii investito del compito di restituire legittima dignità alla Squadra del mio cuore, cosi pesantemente abusata da un manipolo di avventurieri senza scrupoli. Per una strana coincidenza… fu il Genoa a venire da me, in ritiro a Pian di Mucini (Massa Marittima), grazie all’allenatore Donadoni, che l’anno prima era stato in quella struttura con il Livorno Calcio. lo presi contatti con lui, il Ds. Donatelli, Mario Bortolazzi, ed alcuni giocatori rossoblu, tra cui Caccia e Cavallo che mi onorarono con la loro presenza, ed inaugurai il Genoa Club Follonica, con sede al Quartiere Latino. Fu un serata esaltante, che suggellò il mio ininterrotto proselitismo iniziato nel 1969. Dai ricordi lontani dei primi momenti da “esule” genoano in Maremma, a presidente di un Genoa Club da me fondato.

“Ne avevo fatta di strada! Ero riuscito a portare a conclusione un itinerario di genoanità e di passione sportiva che mi dava titolo di fregiarmi Grifone autentico, portatore di blasone (il Genoa è la prima squadra di calcio in Italia, fondata dagli inglesi nel 1893), e di competenza calcistica, nonostante il tribolatissimo al seguito di una squadra che ha sempre regalato più sofferenze che gioie, e che ha finito per determinare in me un’attaccamento morboso che mi fa scoppiare il cuore ogni domenica. Le iniziative e le proposte del Quartiere, da quella sera in poi, si sarebbero dotate anche della possibilità di godere lo spettacolo del Tempio (lo stadio Luigi Ferraris, progettato sa Renzo Piano, altro esimio genoano come De Andrè, Don Gallo, Frank Sinatra, Moana Pozzi), per assistere al Derby della Lanterna. Gita ambita questa, alla quale mi vanto, di aver portato negli anni, oltre un centinaio di tifosi con fedi calcistiche diverse da quella rossoblu. E sempre grazie al Genoa Club Follonica, da quel momento, verrà data anche al calcio un’ufficialità non più trascurabile”.

Si passa, poi, alla storia del Genoa Club Isola del Giglio. “Nel 2012, durante i lavori di rimozione della Costa Concordia, nasce all Isola del Giglio il Club, Il Genoa Club, dall’ Amore per il Grifo di Marco Bertoli e dall’aiuto dell’instancabile Dario Bianchi. Tutte le domeniche al “Campo” sventola lo striscione del Nostro Club che porta il nome di una piccola terra dell’ arcipelago toscano, cosi vicina ma così staccata dal continente a dimostrazione delle “conquiste” Genoane“.

Come racconta Marco Bertoli, Presidente del Genoa Club Isola del Giglio, si è trattato del “primo club di calcio a nascere sull’isola. Non a caso la storia siamo sempre noi. Quando ho iniziato a lavorare e per tanto a vivere sull’isola, ho conosciuto e discusso con gli isolani, sostenitori di altre squadre di calcio. La storia vuole poi che sull’isola, e pertanto isolano da generazioni, il fornaio Vincenzo Avagliano nasca genoano anche perché il nonno, uomo di mare, girovagando ha sempre simpatizzato per il Vecchio Balordo trasferendo passione e amore al nipote. Mi sono trovato molto bene con Vincenzo fin dal primo giorno e con lui abbiamo fondato immediatamente il club con sede nel suo negozio di forno a Giglio porto”. Oggi il club conta cinque iscritti con due bambine piccole bellissime e genoanissime come i loro nonni, ex comandanti di navi che hanno messo radici a “terra” ma su di un isola bellissima e sopratutto sempre più rossoblù.

 


ACG diffonde la storia del Genoa Club Carloforte e del Genoa Club Sardegna