Dalla sala stampa di Villa Rostan è intervenuto in conferenza stampa Alberto Gilardino, tecnico del Genoa, che ha presentato la prossima sfida contro la Roma.

Prima partita che giocherete in dieci giorni. Questo trittico potrà influenzare le sue scelte già da domani?

“Sì, assolutamente. Soprattutto nella gara di domani, e subito dopo un’altra gara.Valutazioni e sensazioni nelle due partite, nella rotazione di alcuni giocatori, ma dobbiamo pensare alla partita di domani. Questa è la cosa principale e fondamentale”. 

Vi siete fatti un’idea di questi alti e bassi della squadra, dove siete passati da grandi prestazioni a sconfitte arrivate soprattutto nei minuti finali?

“Penso soprattutto alle ultime due sfide dove abbiamo fatto una grandissima gara col Napoli in casa, nell’arco dei 95’ qualcosa devi concedere con una qualità così alta come aveva il Napoli. Nell’ultima partita sicuramente sappiamo che si poteva e doveva fare meglio in termini di valutazioni, anche dentro il campo, con qualche episodio sfavorevole come l’espulsione. Rimanere in inferiorità per gran parte del tempo della partita non è stato semplice. La squadra è comunque rimasta compatta, ha saputo soffrire, ha saputo lavorare con grande sacrificio. Normale che non siamo stati molto pericolosi, ma non abbiamo mollato di un centimetro. Va riconosciuto alla squadra che è viva, ma ha desiderio e voglia e quello che ho detto ai ragazzi – e che ho visto – è che la squadra sta bene, è vogliosa e ha il desiderio di giocare questa partita. Di lottare lottando dentro la gara e giocare dentro la gara. Sono aspetti fondamentali che i ragazzi mi hanno trasmesso”. 

Per domani recuperi Messias. Vogliacco come sta? Ci sono novità in infermeria oppure è tutto tranquillo?

“Dobbiamo valutare Ekuban, che oggi ha avuto un piccolo problemino, ma non credo ci siano problemi. Vogliacco mi auguro di riaverlo già a partire dalla prossima settimana. Tutti gli altri sono a disposizione”. 

Sei un po’ preoccupato davanti o è solo una questione di tempo e di qualità degli avversari?

“No, preoccupato no. Quotidianamente lavoriamo coi ragazzi, vedo i ragazzi, il desiderio di provare certe situazioni e di cambiare certe situazioni tattiche, e vedo l’intensità e la determinazione che ci mettono negli allenamenti. Quello che ho detto ai ragazzi è che prestazione e punti sono una necessità, che non devono diventare un’ossessione. Dobbiamo andare a prenderceli attraverso la prestazione, quelle che questa squadra ha saputo sempre fare, ed è fondamentale che lo facciamo anche domani”.

Il fatto che, per motivi differenti, ci siano partite in cui avete meno difficoltà a fare bene la fase difensiva ma più difficoltà a fare arrivare palloni alle punte è dettato dalla partita o è un difetto di questa squadra su cui dovete lavorare?

“Se parliamo di Torino e Lecce, in base alle situazioni vissute in entrambe le partite, siamo stati poco pericolosi. Ma se pensiamo o guardiamo alla gara col Napoli, abbiamo calciato tanto e siamo arrivati con tanti giocatori dentro l’area di rigore. Ci sono spunti da prendere, anche aspetti positivi, non solo dalla partita di Lecce, ma anche da quella di Torino dove abbiamo affrontato una squadra contro la quale chiunque oggi fa fatica a giocare. L’abbiamo visto anche contro la Roma domenica. Ci sono aspetti sicuramente da migliorare, dove dobbiamo lavorare. Lo sappiamo, lo so. Va dato atto alla squadra che li dobbiamo portare avanti con grande determinazione e umiltà”. 

Che avversario ti aspetti domani? 

“È un avversario forte, dal punto di vista fisico e dal punto di vista della qualità. Se rientrerà un giocatore come Pellegrini, se si affideranno a Dybala e Lukaku davanti, sono giocatori che sanno lavorare tra di loro e sono giocatori fisici come Lukaku. Verticalizzano tanto su di lui e da lì inizia la manovra, con due quinti di struttura fisica e gamba e due giocatori dietro che alzano i centimetri della squadra. È una squadra molto concreta, di sicuro difficile da affrontare dal punto di vista fisico, però in questi giorni abbiamo lavorato per cercare e trovare soluzioni non solo nel ripartire o difendersi, ma anche nel proporre nella metà campo avversaria”. 

Dopo un periodo felice come l’anno scorso, questo periodo di alti e bassi come lo vivi?

“Sono tranquillo e cosciente di quello che sto facendo. Non posso rimpiangere nulla, lavoro 24 ore su 24. Vedo i ragazzi quotidianamente e chi meglio di me sa trovare soluzioni, sa valutare le soluzioni. A volte si sbaglia, a volte si fanno cose corrette, ma sono molto lucido e cosciente di questo momento. Come avevo detto all’inizio, il nostro percorso può passare anche da momenti non solo positivi, ma anche di difficoltà. Vanno superati attraverso la determinazione, la costanza, le prestazioni. È lo stesso spirito che questa squadra ha e che ha dimostrato di avere. In questi momenti bisogna mettersi l’impermeabile, mettersi la corazza, quella vincente, che ti permette di andare avanti. Bisogna viverla nel modo giusto, quando uno dà tutto e cerca di trovare soluzioni per la squadra, cercando di trasmetterle nel modo giusto, deve andare avanti per la propria strada. È quello che vedo negli occhi dei ragazzi, dentro gli allenamenti. La squadra è viva, è vogliosa di fare questa partita, sa che squadra andrà ad affrontare e quali difficoltà potrà incontrare, ma sa anche cosa dovrà fare”. 

Com’è il recupero di Haps?

“Sta decisamente meglio rispetto a quando è arrivato. È in netta crescita”. 

Gudmundsson ha detto che la differenza tra Serie A e Serie B è che in B dominavate giocando più avanti, mentre in A è costretto a partire da più indietro…

“Quello che ho detto io prima delle partite è che un giocatore come lui c’è bisogno che faccia anche la fase difensiva e si sacrifichi in fase difensiva. La volontà è di avvicinare un giocatore alla nostra punta, che può essere Retegui o Ekuban o Puscas oppure due punte con un giocatore sotto. Io però devo basarmi sull’equilibrio della squadra, serve un blocco compatto che difende e che sa sacrificarsi. Sono tutte valutazioni che stiamo facendo”. 

Dopo aver fatto 250 gol nella tua vita da calciatore, avrai scoperto il motivo per il quale il Genoa non calcia mai in porta o non crossa mai? Dopo viviamo di statistiche, che dicono che il Genoa è ultimo per tiri in porta. Gudmundsson fa tanti dribbling, ma non ha quasi mai dato un pallone a Retegui

“Come giustamente ha detto Gudmundsson, in Serie B il dominio del gioco era prevalente dentro la gara, mentre in Serie A non hai magari un dominio nella metà campo avversaria come in Serie B. Sulle statistiche è vero quello che si è detto, ma siamo anche una delle squadre che difende meglio nella propria metà campo. C’è la volontà di essere molto più concreti, sia nei giocatori davanti sia negli esterni sia in chi arriva da dietro. C’è la volontà di avere più verticalità, anche se è una squadra che nei suoi interpreti ama palleggiare. Lo avete anche l’anno scorso. Ha questa volontà di portare la palla nel suo DNA. Da lì, però, bisogna poi verticalizzare, giocare in avanti, mettere palloni. Ci stiamo lavorando, è un percorso di crescita che dobbiamo fare”. 

Strootman e Badelj insieme, se non si muovono i compagni, fanno fatica?

“Sono tutti equilibri dentro la squadra che hai toccato con mano. Badelj e Strootman sono giocatori di grande  esperienza, che ti danno i tempi della partita. Sanno verticalizzare e palleggiare: chiaro che deve esserci un lavoro corale da parte di tutti perché tutti facciano le cose nel modo giusto. Quando la palla la avrà Kevin, ci saranno situazioni e movimenti su cui avremo lavorato, quando la palla la ha Milan sappiamo come muoverci. Col Napoli è stata una delle partite migliori fatte da questa squadra, sia per volontà di gioco sia per ripartenze sia per gioco espresso. La volontà è di proporre anche contro queste grandi squadre, non è mai semplice riportarlo sempre in campo”.

Mourinho si è lamentato che loro hanno giocato domenica e voi venerdì. Allora però perché noi giochiamo al giovedì e tutte le altre che non giocano le coppe non giocheranno alle ore 15 di domenica?

“Giovedì-domenica è abbastanza impensabile, nell’ottica dei calendari, recuperare e giocare dopo due giorni praticamente. Il venerdì devi già preparare la partita di domenica. È anche per quello che dicevo che in questi giorni ho continuato a dire ai ragazzi in allenamento di stare tutti pronti, perché domani e domenica potrebbero esserci delle novità in campo. La volontà è di dare spazio e ruotare i giocatori, anche perché vedo come si allenano quelli che stanno giocando meno ed è giusto dare loro possibilità di vederli”. 


Un giovedì da Grifoni