Iniziata l’era Spalletti a Coverciano. Il Mister vincitore dell’ultimo scudetto del Napoli è entrato venerdì scorso nel centro sportivo di Coverciano e non è più uscito. Le partite con Macedonia e Ucraina non si possono sbagliare e indirizzeranno in modo significativo la classifica degli Azzurri. Sono esami senza appello.

Spalletti ha emozionato tutti i 29 della rosa a disposizione parlando il primo giorno di raduno di valori e attaccamento alla maglia azzurra. Spalletti ha ben dentro la testa e il cuore portare gli Azzurri qualificandosi ad EURO 2024.

I giocatori convocati lo hanno capito subito che non hanno altre possibilità: se falliscono, nessuno potrà avere la possibilità di rincorrere il Mondiale americano-canadese del 2026. Spalletti è stato chiaro nel suo primo approccio alla rosa, non vuole scontenti nel gruppo, non vuole mal di pancia.

Per lui la panchina dell’Italia è un’altra cosa: un bene pubblico preso in gestione. Qualcosa da restaurare non solo nel gioco ma nella testa di chi giocherà perché chi giocherà non rappresenterà una squadra, un team, ma una nazione e un popolo. Cambieranno tante cose rispetto al lavoro di Mancini e Spalletti ha invitato tutti a seguire le sue idee mostrate con tanti video e tattica sul prato verde.

Spalletti ha l’idea di un 4-3-3 molto fluido come quello partenopeo della scorsa stagione da declinare in fase offensiva con un 4-2-3-1. Due mediani ad impostare e proteggere il terzo che deve infilarsi al fianco del centravanti  con due ali classifiche a piede invertito pronti ad andare verso il centro e tirare,  esterni che rullano sulle corsie laterali davanti e dietro.

Difficile capire se troverà presto la sua identità il filosofo di Certaldo in panchina. Non oggi, non subito. Spalletti e gli Azzurri non possono rischiare in questo momento con tutti gli occhi addosso.

Nel team azzurro non c’è Osimhen, ma ci sono i centravanti Retegui (Genoa) e Scamacca (non convocato) che sono gli unici ad avere le caratteristiche vicine dell’uomo mascherato napoletano. Cercare altre soluzioni con Immobile e Raspadori nel passato non ha avuto molto successo. Le colpe ricadevano sul centrocampo contro la Macedonia, quelli che giocavano sono rimasti tutti a casa e quella zona di campo è stata consegnata alla nuova gioventù italiana: Locatelli, uscito con Mancini, e poi Tonali, Frattesi, Barella.

Anche Buffon è tornato in nazionale come capo delegazione: dalle parate è passato alle parole al miele per se stesso, felice di essere a casa, indicando Spalletti come uomo giusto. Lo ha fatto parlando non solo di calcio, ma di valori che ritiene essere imprescindibili per giocare con la maglia azzurra. Entrambi hanno chiesto l’aiuto di Vialli dal terzo anello, sarà il campo a giudicare.