Dopo la vittoria esterna del Genoa in casa della Lazio, mister Gilardino si è presentato in conferenza stampa allo stadio Olimpico.

Aveva chiesto una reazione alla squadra e aveva detto che si sarebbe buttato nel fuoco per i suoi ragazzi. E la sensazione che i ragazzi nel fuoco per lei ci si siano buttati. Una partita incredibile quella che avete fatto 

“Partita di grande sacrificio e disponibilità da parte dei ragazzi. Faccio i complimenti a tutti loro, non era affatto semplice dopo la sconfitta in casa con la Fiorentina. In questi giorni e questa settimana, oltre al cambio modulo, siamo andati a toccare concetti e principi che questa squadra deve avere indipendentemente dal cambio modulo. Sono andato a toccare un po’ le corde dei ragazzi, sia a livello morale sia a livello singolo, e stasera c’è stata una risposta veramente da squadra forte, che ha giocato quando c’era da giocare. Contro un’altra squadra forte. Non è semplice venire in questo stadio, contro questa squadra, e fare una gara del genere. Abbiamo difeso? Sì. Abbiamo sofferto? Sì. Però abbiamo provato a giocare in determinati momenti della gara e dopo il gol ci sono state situazioni per ripartire e poter fare loro male”.

Nei primi 30′ di gioco si è vista una squadra padrona del gioco, con pulizia tecnica nelle scelte. In Serie A è importante…

“È stata un po’ la nostra fortuna la scorsa stagione la bravura e la disponibilità nel lavoro quotidiano. La abbiamo ripresa con qualche innesto di qualche giocatore arrivato nelle ultime settimane. Abbiamo ripreso quel tipo sei lavoro, fatto di principi chiari. Oltre a quello ci vuole grande disponibilità in fase difensiva e diventa determinante. Bisogna difendersi tutti, a partire dagli attaccanti Gudmundsson, Malinovskyi e Retegui, e ci hanno dato una grossa mano. E poi difensori e centrocampisti, si è agito da blocco unico. Nel primo tempo ci sono stati sprazzi importanti di calcio, ai ragazzi piace. La volontà non era venire qui a Roma e solo difendersi, altrimenti se ti difendi per 95′ di gioco è impensabile uscire da questo stadio con un risultato positivo. Stasera deve essere un punto di partenza: come non eravamo stupidi una settimana fa non siamo fenomeni stasera. Ci vogliono grande equilibrio e ambizione. Vedendo anche le gare di oggi e ieri, le cosiddette medio-piccole hanno alzato tutte il gap. È ad oggi un campionato livellato, magari tra qualche mese cambierà, ma tutti sono partiti forte”. 

Dobbiamo abituarci ad un Genoa che cambia così sensibilmente a gara in corso. Siete stati alti all’inizio e chiusi bassissimi alla fine. Sarà una chiave fondamentale?

“Si, avete toccato una cosa reale, percepibile, e comunque dipende sempre tutto dalla disponibilità dei ragazzi nel cambiamento dall’inizio oppure a gara in corso. Avevamo giocato in un modo con la Fiorentina dall’inizio e nel secondo tempo abbiamo cambiato. Dobbiamo essere bravi a cambiare, può essere un’arma in più in questo tipo di campionato. I principi però devono essere chiari a tutti, ci lavoriamo quotidianamente e ci soffermiamo. C’è la volontà di migliorare da parte di tutti. Ciò diventa determinante nell’economia della squadra”.

Com’è stata la tua settimana, dove si è passati da un’esaltazione ad una depressione dell’ambiente. Come l’ha passata? È stata la più difficile da allenatore del Genoa? 

“I tifosi genoani hanno sempre dimostrato sempre grande attaccamento e fiducia nella squadra, ma ci vuole grande equilibrio. È quello che predico all’intento della società. Ci vuole grandissimo equilibrio. Questa squadra è stata in continuo cambiamento dal 3 luglio. Abbiamo fatto un ritiro con 18 giocatori, preparato la prima di Coppa Italia con pochissimi giocatori, poi sono arrivati dieci giorni fa dei giocatori. Difficile per chi allena e per i ragazzi trovare uno spirito e un DNA di squadra. Io ho una fotografia chiarissima del momento, una fotografia chiarissima di quale campionato il Genoa deve fare in Serie A. Devono avercela tutti, la società in primis, soprattutto per l’equilibrio che bisogna mantenere perché determinante per ragazzi e squadra. Ringrazio i nostri tifosi che erano tanti stasera: abbiamo 28mila abbonati e sappiamo la responsabilità che abbiamo di fronte alle persone che ci vengono a vedere, anche quando giochiamo nel nostro stadio. I ragazzi lavorano per quello, è determinante avere equilibrio. In primis da parte della società”.

La Lazio si è lamentata molto tra primo e secondo tempo. Come ha visto gli episodi? Non solo i rigori, ma anche per l’ammonizione mancata a Gudmundsson?

Devo rivederli, all’interno della gara ci sono arbitro e VAR e ci sono molti modi di rivedere le situazioni. Parliamo della partita. Ribadisco che abbiamo incontrato una squadra forte, di grandissima qualità, e lasciamo stare il momento della Lazio che oggi arriva da due sconfitta. Ma ha dimostrato un lavoro enorme, con un allenatore che è un maestro. È solo un momento. Abbiamo fatto qualcosa di prestigioso e incredibile per tutte le dinamiche che si sono susseguite in questo mese e mezzo”. 

Ha avuto la sensazione che la sua squadra fosse non solo più compatta, ma anche più in condizione?

“La volontà, in preparazione della partita, era quella, ossia di cercare di chiudere più traiettoria possibili ai giocatori della Lazio, chiudere le giocate interne e sacrificarci coi nostri interni. Sapevo avessero giocatori di qualità, che imbarazzo usavano il pallone tra le linee, oltre esterni e terzini di gamba. Abbiamo corso tanto, veramente tanto, sacrificandoci con gli esterni. Abbiamo corso davvero tanto e ne sono felice. Ed è merito del nostro prof”. 

È piaciuto soprattutto l’approccio alla gara. Ha fatto la differenza?

“Ho responsabilizzato i ragazzi, soprattuto quelli più esperti. Era fondamentale non venire qua solo a chiudersi e basta. Soprattutto nei primi 30/35 minuti è stato un Genoa propositivo, che ha saputo trovare i calciatori di maggiore qualità negli interspazi come Malinovskyi e Gudmundsson. E abbiamo avuto altre situazioni dove poter avere manovra più fluida, a volte trovandola e a volte trovando una Lazio brava ad interromperla. Sono tutte situazioni su cui abbiamo lavorato, sia in fase offensiva che difensiva”. 


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