Dieci giorni dall’inizio del campionato, si parla di tattica, situazioni di gioco, partenze da dietro, pressing, non chiedendosi con chi.

Il gioco funziona se gli allenatori hanno giocatori a disposizione ai quali si è in grado di aver fatto capire gli accorgimenti tattici difensivi e offensivi, non il numero di modulo: senza tutto ciò si parla di “fanfucole” come le gare amichevoli giocate.

L’unica certezza ad oggi è il numero degli abbonati che è aumentato in molte squadre che scenderanno in campo fra 10 giorni. Si tratta di abbonamenti a scatola chiusa visto che il calcio d’agosto prende un po’ per i fondelli. Non è il caso del Genoa e di Gilardino con le tre amichevoli giocate, meglio specificarlo, ma è il caso sopratutto del calciomercato.

A chi serve un calciomercato che finisce dopo due giornate giocate? A chi serve che il campionato inizi dopo Ferragosto? 

Non serve agli allenatori che hanno le panchine, a meno che l’associazione allenatori nazionale non pensi alle sostituzioni dopo i risultati che potrebbero fare fatica durante il mese di settembre, e non certo solo per colpa dei tecnici che hanno fatto preparazioni monche sui sistemi di gioco da adottare. Nelle amichevoli giocate il gioco è rimasto sott’acqua, in risalto è andata la corsa. È bene ribadire che tutti sono in grado di correre, il difficile nel calcio moderno è passare dalla quantità alla qualità.

D’altronde l’AIAC ogni anno ne sforna un quantitativo non da poco. Attualmente sono più gli allenatori delle squadre.

Alla Lega di Serie A e alla FIGC, poi, interessa poco quello che succede durante il calciomercato come ai Presidenti delle cosiddette big in giro per il mondo a raccattare soldi con gare multi-mondiali in tv e nei campi dove basta una giocata estemporanea di un fuoriclasse per uscire contenti dagli stadi.

Il calcio è pieno di debiti, non solo quello in Italia. In tutta Europa, eccetto in Germania, spendono meno di quello che incassano.

Quanto durerà questo calcio lobotomizzato? Ormai parliamo d una droga che senza risultati sarà odiata. Nessuna squadra in Italia può permettersi di ingaggiare se prima non vende. 

Il Milan a fine calciomercato sarà considerato il Re della Samarcanda ma senza la vendita da fantacalcio di Tonali per 80 milioni non avrebbe potuto ingaggiare i calciatori che saranno giudicati dal campo.

Il campionato di Serie A è pseudo-fallito, espressione della Lega di Serie A nelle società e della FIGC nei dirigenti. Sono commedia dell’arte, sempre divisi da interessi che non fanno gli interessi del calcio.

Preoccupati ad oggi solo per il bancomat dei diritti tv del 2024/25 e altri due anni, facendo spallucce ai problemi, compreso un calciomercato della durata di due mesi che non serve visto che è in moto tutto l’anno. È un calcio affogato nei debiti e non vanno dimenticate le vergogne giudiziarie in Serie A e Serie B di una giustizia sportiva non all’altezza, giudicata da altri gradi di giudizio del CONI e a seguire dai Tribunali della Repubblica.

In questo calciomercato le squadre italiane aspettano le ultime settimane sperando di elemosinare giocatori all’estero cullandosi nel Decreto Crescita. Il calcio italiano, però. è come la politica: diviso tra troppe correnti incapaci di cambiare facendo regole nuove e di produrre idee o visioni nuove.

Gli astensionisti sono sull’orlo del calcio come in politica, il pericolo in futuro sarà questo se non si cambia. Nel calcio non servono “rottamatori” ma persone serie che capiscano che il pallone che rotola è una delle maggiori industrie dell’Italia.

Non fa tenerezza il Presidente Gravina della FIGC quando afferma che “c’è del buono in questo calcio” volendolo trasformare in un sistema etico ed economico di sviluppo virtuoso e puntando sui giovani.

Operazione Pinocchio dimenticandosi che non riesce a fare riforme da troppo tempo, dovendo combattere contro i mulini a vento come Sancho Panza.