Si avvicina l’ottavo di finale tra Austria e Italia a Wembley. La prima gara degli Azzurri lontano dall’Olimpico, all’estero, un vero banco di prova per testare la forza di questa nazionale, che all’appuntamento arriva con trenta gare di imbattibilità.

Quello in corso è il primo Europeo nel quale l’Austria ha superato la fase a gironi. Era capitato soltanto durante la Coppa del Mondo del 1978 in Argentina e nel 1982 in Spagna, quando ha raggiunto in entrambi i casi la seconda fase. Parliamo di una nazionale a tolta trazione tedesca con addirittura 21 giocatori su 26 che hanno giocato in Bundesliga nell’ultimo anno. Alaba, che oggi tutti scoprono duttile nella formazione di Foda (noi lo avevamo già scritto nella presentazione dell’Austria lo scorso 1 giugno), è il capitano e trascinatore di questa nazionale tatticamente camaleontica e difficile da affrontare, malgrado abbia concesso sempre almeno un gol a partita.

La squadra di mister Franco Foda (55 anni e una carriera da libero difensivo alle spalle percorsa tra Germania, Svizzera e Austria, ha legato al sua vita da calciatore e allenatore soprattutto ai colori dello Sturm Graz) arriva a questi ottavi di finale avendo sconfitto la Macedonia di Pandev e poi l’Ucraina nello scontro diretto grazie ad una rete del suo gioiellino Baumgartner. E riguardo a Baumgartner, uscito acciaccato dall’ultima partita ma già recuperato per la gara di Wembley, copiamo e incolliamo dall’articolo dello scorso 1 giugno: “ventunenne trequartista ed esterno d’attacco, di piede destro, Baumgartner è cresciuto nelle giovanili del St. Pölten. Prelevato nel 2019 dall’Hoffenheim, ha completato il suo percorso nelle giovanili del club tedesco prima di giocare con la formazione B ed essere promosso, nel corso dell’ultima stagione, in prima squadra. In Bundesliga ha già giocato 59 partite, segnato 13 gol e fornito 9 assist“. Contro l’Ucraina ha segnato anche la pesante rete dell’uno a zero che ha proiettato la sua nazionale ad uno storico traguardo.

Va segnalato anche il vasto spettro di moduli schierati dal ct austriaco nel corso delle prime tre partite di questa fase finale di EURO 2020. Già durante il percorso di qualificazione, il modulo prevalentemente adottato era stato il 4-2-3-1. Impostazione tattica progredita poi verso altre scelte, spesso legate all’avversaria da affrontare: ecco allora che in questa fase finale si sono visti anche il 4-4-2, il 3-4-1-2 (modulo scelto contro l’Olanda con Sabitzer unico trequartista e Baumgartner addirittura seconda punta) e il 4-3-2-1 scelto con l’Ucraina col doppio trequartista, Arnautovic unica punta e Alaba terzino di spinta abile non solo in entrambe le fasi, ma anche nel rifornire le punte di cross.

La forza di questa nazionale è sicuramente dalla trequarti in su: Sabitzer e Baumgartner abbinano rapidità e fisico a buone doti balistiche e di inserimento, Arnautovic è preferibilmente il finalizzatore, ma fa parte di quella risma di calciatori che se non approcciano a dovere alla gara possono uscire dalla stessa con grande facilità. Scontato ritornare sul peso che Alaba ricopre in questo schieramento, dove negli anni col ct Foda è stato utilizzato non solo nel suo ruolo naturale di centrale difensivo, ma anche come centrocampista centrale, quando non esterno d’attacco o seconda punta.

Attenzione però a sottovalutare chi giocherà sulle corsie laterali e dovrà arginare Spinazzola e Di Lorenzo. I due azzurri portano trovarsi dirimpetto il già citato Alaba e Lainer, già in gol nella fase a gironi e terzino destro di grande spinta. Attenzione anche ai due centrali difensivi della formazione austriaca, Dragovic e Hinteregger. Il primo è sicuro di un posto, il secondo è reduce da qualche problema fisico e potrebbe dare forfait. Interessante anche il duello fra il centrocampo azzurro e quello austriaco. Schlager (Wolfsburg) e Grillitsch (Hoffenheim) hanno giocato spesso in coppia sulla mediana: se Foda vorrà atteggiarsi a specchio rispetto all’Italia e sceglierà un centrocampo a tre, probabilmente andrà ad aggiungersi a questi due anche Laimer. Fermo per quasi tutta la stagione scorsa col RedBull Lipsia per un edema osseo che lo ha tenuto fuori oltre quaranta partite, il centrale di centrocampo è tornato a disposizione per la fase finale di questo Europeo.

Arbitrerà la sfida il fischietto inglese Anthony Taylor. In questo Europeo aveva esordito in Danimarca-Finlandia, gara che aveva visto Eriksen perdere conoscenza in campo e per fortuna essere rianimato e salvato anche dalla prontezza del direttore di gara britannico, rapido nel chiamare i soccorsi e attivarsi assieme a Kjaer per mettere Eriksen nella corretta posizione. Originario di Manchester, 42 anni, ha debuttato tra gli arbitri di primi livello nel 2010. Con undici undici anni di esperienza alle spalle, è comunque alla sua prima fase finale di un Europeo. Vanta 285 gare dirette in Premier League e negli ultimi due anni ha arbitrato alcuni appuntamenti di grande rilievo: nel 2020/21 la Supercoppa Europea vinta dal Bayern Monaco contro il Siviglia, ma nella stagione precedente quel Georgia-Macedonia (0-1 con gol di Pandev) che regalò una storica qualificazione all’Europeo proprio alla nazionale macedone. In termini di precedenti, Anthony Taylor ha già diretto tre volte la nazionale italiana: nel giugno 2018 diresse la seconda amichevole sotto la guida Mancini, un Francia-Italia terminato 3-1. Di fatto l’ultima sconfitta della Nazionale azzurra prima che il nuovo commissario inanellasse 30 gare a punti consecutive. Successivamente avrebbe diretto un Grecia-Italia (0-3) e un Italia-Olanda (1-1), entrambe sfide di Nations League.

Taylor sarà coadiuvato da una squadra tutta inglese: i due guardalinee saranno Gary Beswick e Adam Nunn, mentre Stuart Attwell siederà al CAR assistito da Chris Kavanagh e Lee Betts. L’olandese Pol van Boekel sarà il terzo AVAR, mentre quarto uomo lo svizzero Sandro Schärer.