A meno di 48 ore dalla prossima sfida del Genoa in casa del Milan siamo tornati a collegarci telefonicamente col collega e firma de La Repubblica, Enrico Currò, che ci ha presentato dal suo punto di vista quella che sarà la gara dell’ora di pranzo.

In questi mesi il campionato ha continuato a delinearsi nelle zone alte e basse. Come la vedi?

“L’Inter è scappata definitivamente, soprattutto perché è una squadra che perde molto poco. Ha scavato questo solco considerato che le altre squadre, in questo campionato molto strano dove si gioca ogni tre giorni, non hanno mantenuto un rendimento costante. L’Inter ha perso due gare: il derby di andata, che poteva come minimo pareggiare, e poi la partita contro la Sampdoria, un’altra partita strana. Vero che ha vinto molte partite con un gol di scarto, ma nettamente è stata la formazione col rendimento più alto. 

Nelle zone basse è invece successo qualcosa di inatteso, ma fino a un certo punto. Quando c’è un equilibrio di partenza così grande come nel campionato italiano, con un livellamento verso il basso di cui ormai parliamo da anni, è abbastanza evidente che le squadre siano molto vicine tra loro a livello di valori tecnici. Basta poco per ritrovarsi nella situazione in cui si trovano Cagliari e Torino, ma anche la Fiorentina ha fatto un campionato sotto le attese. E poi basta che una squadra come lo Spezia, che pareva “condannato” in partenza alla retrocessione, azzecchi molte cose perché si trovino in zona retrocessione squadre con nomi molto grossi”. 

Venendo alla gara contro il Milan che interesserà il Genoa domenica all’ora di pranzo, qual è la situazione in casa rossonera? Ci pare di capire che Leao sembrerebbe avvantaggiato su Mandzukic per sostituire Ibrahimovic. 

“Sì, Pioli ha sempre fatto così. Prima non aveva Mandzukic, e questo teoricamente avrebbe potuto cambiare le cose, ma siccome non ha fondamentalmente mai giocato (o giocato pochissimo facendosi male subito) sarebbe abbastanza strano venisse impiegato senza avere un po’ di rodaggio. È un giocatore pesante, le cui caratteristiche fisiche mal si adattano a partire dall’inizio dopo tanto tempo, appena recuperato. Chiaramente avere Leao cambia molto la tipologia di gioco del Milan: quando c’è Ibrahimovic la squadra rossonera può giocare di sponda e tenere più il pallone davanti. È il centravanti che tiene avanti la squadra, sul quale arriva il lancio e il quale permette ai compagni di arrivare. O trattiene il pallone o fa sponde. Leao non è un centravanti classico, anzi forse non è proprio un centravanti ma una seconda punta o un esterno. Sta tendenzialmente più al centro, ma si sposta e svaria a creare spazi per le incursioni dei compagni. Così il pallone generalmente è molto più rasoterra che quando c’è Ibrahimovic, quando il gioco può scorrere anche con palloni aerei. Per il resto le caratteristiche del Milan rimangono le medesime, soprattutto questa scommessa di giocare con tanti giocatori nella metà campo avversaria. Non tutti tornano rapidamente, e quindi il Milan si espone facilmente al contropiede, ma quando recupera subito il pallone può fare molto male avendo un numero di giocatori – almeno 4/5 a cui aggiungere Hernandez (un terzino “finto”, quasi un’ala) – i quali nella metà campo avversaria possono segnare molto facilmente”.

Già all’andata il Genoa mise molto in difficoltà i rossoneri al Ferraris. Cos’è cambiato nell’arco di un girone da quel Milan a quello che il Genoa si troverà di fronte domenica? Che partita ti aspetti?

“Credo che se la partita si giocasse in condizioni normali, il Genoa avrebbe ottime possibilità di prendere almeno il pari. Perché in casa il Milan (e non si sa quale sia il fenomeno a determinare un calo di rendimento così evidente) è una squadra molto normale, nei risultati e anche nel gioco. E nel 2021 ha avuto una brusca flessione legata proprio al rendimento in casa, mentre in trasferta è praticamente uno schiacciasassi che vince sempre. La gara col Genoa fu quella in cui il fenomeno delle vittorie in trasferta si bloccò, ma fu soltanto un episodio. Qualla partita il Genoa la giocò bene e fu un po’ il segno del risveglio dal punto di vista atletico dei rossoblu rispetto al cammino precedente, un cammino che pareva da retrocessione. Da allora ci fu un’impennata, al di là del cambio di allenatore, e quella partita fu importante. Ballardini sicuramente ha poi aggiustato moltissime cose. 

Credo che quella di domenica fra Milan e Genoa sia una gara anomala per due motivi. Il primo, sul fronte Genoa, è che ci sono altre due partite importanti alle porte e non so se il Genoa schiererà la formazione titolare e soprattutto Zappacosta, forse il giocatore ad aver avuto il rendimento più alto. Un punto a favore del Milan è legato proprio a questo aspetto. Il secondo, per quanto riguarda il Milan, è che i rossoneri non possono permettersi di avere ancora questo rendimento così basso in casa, altrimenti compromettono l’obiettivo stagionale di tornare in Champions League dopo sette anni. Le squadre sono tutte lì, appiccicate, e il Milan non può permettersi di perdere altri punti: questo aspetto sposta la bilancia un po’ a favore del Milan. Non che non sia una gara importante per il Genoa, assolutamente, ma per il Milan è una sfida cruciale.

Se parliamo invece dell’aspetto gioco, il Milan ha avuto un evidente calo di rendimento nel gioco e le squadre avversarie hanno capito questo problema tattico insoluto: quella di Pioli è una squadra che gioca anche abbastanza bene, ma è assai sbilanciata in avanti. Quello rossonero è un 4-2-3-1 molto spinto, in cui ci sono quattro giocatori offensivi che lì restano e raramente tornano con rapidità, con un vantaggio notevole quando Hernandez imbrocca la giornata giusta e si aggiunge diventando il quinto d’attacco. Per questo motivo il Milan è molto facile prenderlo alle spalle, è motto attaccabile, specialmente sulle fasce dove si creano situazioni di inferiorità numerica e di uno contro uno, leggermente attenuate dall’acquisto di Tomori, molto veloce, che può permettersi di affrontare l’uno contro uno. Il Milan però è una squadra vulnerabile e affrontarla senza Ibrahimovic potrebbe anche essere un vantaggio”. 


Occhi su Milan-Genoa: a tu per tu con Francesco Bega