Ancora due partite al termine dell’anno calcistico e due partite fondamentali per il futuro del Vecchio Balordo. Oggi a Benevento e mercoledì a La Spezia saranno impegni vitali per questo ennesimo campionato tribolato del Genoa.

Uno sguardo d’insieme sul Benevento.

Sulla panchina del Benevento siede Pippo Inzaghi, indimenticato bomber di Milan e Juventus, allenatore che ha alternato stagioni più che buone ad altre con risultati mediocri. I Sanniti scendono in campo con il 4-3-2-1 e cercano sempre di iniziare l’azione partendo dal basso e prendendosi anche rischi notevoli.

Come si presenta la difesa.

Il portiere Montipò ha una fisicità importante. Reattivo e sempre pronto ad aiutare la difesa con uscite sulle palle alte, finora è stato un forte puntello per gli uomini di Inzaghi. Letizia, Tuia, Glik, Barba formano la linea difensiva- Letizia è l’esterno destro, ha corsa e buoni fondamentali. Abile al cross e pericoloso nei tiri da lunga gittata, palesa qualche difficoltà quando deve difendere. Sulla corsia opposta agisce Barba, che nasce centrale ma Inzaghi per esigenze di squadra impiega come esterno: ha un buon piede sinistro ed è attento in copertura. Viste le sue caratteristiche non dà una grande spinta in fase offensiva. Tuia e Glik sono infine i due centrali difensivi.

Tuia, difensore arcigno e dal piede ruvido, ha buona velocità, ma discutibili sono certi suoi posizionamenti nei movimenti della linea. Glik, tornato in Italia dopo la parentesi al Monaco, è il vero cardine della difesa: ha una buona mobilità e un ottimo colpo di testa e si conferma giocatore di forte personalità. È nazionale polacco. Al posto di Tuia potrebbe giocare Foulon che è un vero esterno di sinistra, con riposizionamento di Barba come centrale difensivo, il giovane belga possiede corsa continua e un discreto piede sinistro data la giovane età può commettere ingenuità anche gravi.

Il centrocampo.

Hetemaj, Dabo (che gioca al posto dello squalificato Schiattarella) e Ionita sono i tre centrocampisti. Parliamo di un reparto che fa della forza e dell’aggressione i propri punti di forza. Il finlandese Hetemaj è da anni in Italia ed è il giocatore con più tecnica del centrocampo giallorosso: tignoso, rapido, ha tempi di inserimento e un buon tiro da fuori area. Dabo, ex Fiorentina, possiede forza e corsa anche se non è velocissimo: giocatore da cui ci si aspettava di più, anche lui può essere pericoloso nei tiri da fuori. Ionita, di nazionalità moldava, è forte fisicamente, ha discreta tecnica, è ottimo nello stacco aereo e pericoloso nei suoi inserimenti da palla inattiva e con palla in movimento.

L’attacco. 

Iago Falque e Caprari sono i due trequartisti ed entrambi giocano a piede invertito. Lo spagnolo ha un sinistro da favola e se trova tempo e spazio può essere determinante, anche se ha avuto parecchi problemi fisici che ne hanno frenato il rendimento. È un ex rossoblu. Ex Sampdoria invece è Caprari: lo contraddistinguono dribbling e ottimo tiro da fuori area, ma non ha continuità di rendimento. Lapadula è la punta centrale e ha doppia nazionalità, il che gli permette di giocare con la nazionale peruviana. Ex Genoa anche lui, ha tecnica approssimativa ma è gran lottatore, va su tutti i palloni anche quelli più insignificanti, e dentro l’ area di rigore è un vero assatanato e tira da ogni posizione.

Come difendono sulle palle inattive

In fase difensiva nei corner e nelle palle inattive difendono a zona, in certe occasioni possono dare una o due marcature ad uomo prefissate prima, importante è l’aiuto di Montipò.

E sulle palle inattive a proprio favore?

I corner e le punizioni laterali dalle trequarti sono affidate a Iago Falque e Caprari, salgono a colpire i due difensori centrali con Glik pericolo numero 1 a cui si aggiungono Ionita, Dabo e Lapadula. Hetemaj aspetta fuori area eventuali respinte corte.

Conclusioni

Il Benevento contro le grandi squadre ha giocato in maniera speculare, chiudendosi nella propria metà campo, stringendo gli spazi e ripartendo velocemente una volta riconquistata la palla. Con le squadre di pari forza ha sempre cercato di fare la partita cosa che non sempre gli riesce, ma è squadra atleticamente preparata, attenta e disponibile tatticamente, compagine che rispecchia in toto il suo allenatore, cioè fastidiosa, generosa, utilitaristica, che bada molto al risultato.

La partita di mercoledì sera per il Genoa è stata, speriamo, un punto di partenza e che sia l’inizio di una rinascita. Ora gli infortunati sono stati quasi tutti recuperati e quindi ogni giocatore potrà essere impiegato nel modo adeguato perché come diceva il saggio Bagnoli “el terzin fa el terzin, el median fa el median”. Regola vecchia, semplice, ma sempre valida!

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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.