Considerazioni senza tenere conto di classifica e ordine alfabetico, solamente su quello che ci è piaciuto e no. Solo una  sintesi, una piccola analisi sulle squadre che hanno partecipato al Campionato del Covid 2019/2020 senza dare voti. Il voto per Buoncalcioatutti non conta. Nel calcio produce effetti non disastrosi, ma induce tutti i protagonisti a rincorrere solamente la sufficienza. Il  problema non è soltanto che ormai conta solo il voto, ma che il voto ci conta, dimenticandosi facilmente delle pagelle fatte ad inizio campionato e quelle ad inizio girone di ritorno alla fine del calciomercato.

Atalanta: gol e spettacolo. La  società ha costruito una fuoriserie con pochi nomi sonanti ma efficaci al gioco di Gasperini, un pilota da formula, numero da pool calcistica. Il gioco più europeo del campionato: 98 reti e 17 risultati utili consecutivi. Chiusa con l’Inter con la testa alla Champions.

Verona: retrocessi per tutti all’inizio, senza Covid sarebbero planati in Europa. Consacrazione di Juric, che ha regalato un calcio piacevolissimo lanciando sconosciuti come Amrabat e Kumbulla (tirato fuori dalla Primavera) con l’aiuto dei genoani Veloso e Lazovic. Voluto dal Pirata per il prossimo campionato anche Milanetto, responsabile del calcio mercato estero. Hannibal da Juric è riconosciuto esperto conoscitore dei campionati esteri, considerata l’esperienza per tutti quelli esaminati con lui durante il loro periodo genoano, che si sono evidenziati a seguire in tutti i campionati europei producendo plusvalenze corpose,  non ingaggiati da parte del Genoa per questione di meno e pochi euro, visti i prezzi del calciomercato, o perché non graditi all’entourage calcistico di Preziosi.

Sassuolo: altra squadra che con il tecnico De Zerbi ha proposto qualcosa di nuovo sulla matrice Gasperini per volume di gioco offensivo. Mister bravo a lanciare sconosciuti per il calcio italiano: Boga su tutti. Per aver battuto i piedi per terra per avere Caputo in rosa e rigenerare Berardi, non più una chimera passeggera. Tutte tre le squadre e tutti e tre i tecnici sul podio per un semplice motivo: hanno messo in cantina il “mito del possesso pallone” che serve poco. Cosa serve avere il possesso pallone per 70 minuti e dopo nei 25 restanti, compresi recuperi, prendi gol e sfasci tutto?

Lazio: senza Covid avrebbe accarezzato lo Scudetto da vicino dopo un campionato da 10 e lode. Dopo la ripresa squadra da salvezza anche se Immobile ogni pallone che toccava lo trasformava in oro. Oltre al calo di preparazione fisica, potrebbe aver influito la frenesia di Lotito di ricominciare subito e le sue cause da azzeccagarbugli nei confronti della squadra, che discuteva sul taglio di una mensilità

Napoli: bravo Gattuso a superare il delittuoso allontanamento del guru Ancelotti dopo una qualificazione in Champions League.Troppi alti e bassi per Insigne e compagnia che hanno dovuto vincere una Coppa Italia per sconfiggere il padre padrone De Laurentiis.

Milan: due squadre prima e dopo il lockdown. Bravo Pioli, alla ripresa, a compattare la squadra rigenerare Ibrahimovic dare un gioco e allontanare fantasmi panchinari tedeschi, facendo più punti di tutti.

Inter: si può dare di più, non solo per l’effetto Conte, ma anche per quasi 120 milioni spesi dai cinesi nelle sessioni di calciomercato. Confermati con la benedizione di Mancini, Sensi e Barella. Lukaku l’unico a non tradire fra quelli arrivati dall’estero.

Juventus: è arrivato il 9º Scudetto di fila come nelle previsioni non attraverso il gioco di Sarri ma dai i piedi di CR7 e Dybala. Squadra legata solo al talento dei singoli. Senza Chiellini, 7 sconfitte record nei 9 campionati conquistati.

Roma: Fonseca ha trovato l’assetto solo alla fine in piena estate, inanellando vittorie. I problemi societari americani hanno inciso come la mancanza di “core” di Roma in campo e nella sfera dirigenziale. Il fantasma di Totti che  palleggia  a Trigoria.

Cagliari: il siluro sardo a Maran è stato pagato caro. La super partenza aveva illuso tutti. Qualcosa di incompiuto.

Bologna e Parma: felsinei con Mihajlovic a mezzo servizio, ducali con qualche sconfitta di troppo. Una tranquilla salvezza per entrambe le emiliane.

Torino: pessimo campionato. Non tutte le colpe erano di Mazzarri, senza Belotti avrebbero rischiato la retrocessione anche con i giornali di Cairo.

Fiorentina: Iachini con la grinta ha rigenerato la squadra post Montella. Confermato sulla panchina viola, ora deve dimostrare di dare un gioco all’ambizione di Paperon de Paperoni Comisso, altrimenti rischia la panchina dopo poche giornate di campionato.

Udinese: grazie ad un personaggio schivo a cui non piace la vetrina come Gotti, ha raggiunto la salvezza con un gioco ma senza la concretezza di Lasagna, ritrovata dopo la ripresa avrebbe sofferto nella zona rossa della classifica.

Le tre retrocesse.

Spal: mandato via Semplici, a Ferrara sono sparite le speranze. Di Biagio un selezionatore del lavoro altrui, mai in Serie A, ha confezionato 5 punti in 15 gare

Brescia: via Corini due volte, dentro Balotelli e le sue lune che hanno confermato l’ennesima delusione della carriera.

Lecce: Liverani con una rosa inadeguata alla Serie A ha sorpreso e ha sfiorato la salvezza con un gioco in alcuni momenti anche incosciente. L’ex allenatore del Genoa in rampa di lancio e nella top degli allenatori.

Le squadre genovesi in fondo al giudizio per lanciare una speranza: che l’arcobaleno spuntato all’inaugurazione del Ponte San Giorgio illumini anche il cammino di Preziosi e Ferrero. Altrimenti, se non si cambia rotta, sarà dura anche il prossimo anno. Ranieri e Nicola sono gli autori di una salvezza che sta vicino ad una impresa. Ranieri taumaturgo di una squadra allo sbando, agganciando la salvezza con 4 giornate in anticipo. Nicola, anche se con alti e bassi, ci ha messo una pezza soffrendo fino alla fine. Il suo DNA genoano è venuto fuori. Difficile per  ogni allenatore dare  un gioco e un’identità  ad una squadra  con i centrocampisti tutti con lo stesso passo e senza un centravanti che arrivi in doppia cifra, unito agli gli infortuni. Meno male che ha voluto Behrami e creduto in Pandev. Il genoano solo nella sofferenza comincia ad essere depresso,  stufo di dare la felicità a chi non lo ama.

E adesso sotto con le competizioni europee e alla Samarcanda calcistica: un  mercato sulla via della seta e poco vicino al calciomercato italiano, che tende a trasformare con ingaggi da record non solo per i top e contratti lunghi, molto in stracci.


Rassegna Stampa del 6 Agosto: ore decisive per Faggiano. Piacciono Falco, Giovinco e Llorente