Facendo seguito a quanto dichiarato ieri ai microfoni di Rai1 (clicca qui), il ministro dello sport Vincenzo Spadafora ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera in cui ribadisce come “sarò felice di dare il via al campionato di Serie A se ci saranno le condizioni necessarie”. Sì alla ripartenza ma soltanto in sicurezza.

Il prossimo 17 maggio è in calendario un consiglio europeo fra i ministri dello sport per valutare l’attuazione di una linea comune anche per il calcio, come confermato dallo stesso Spadafora che poi annuncia una serie di provvedimenti presenti nel prossimo decreto. Di quali si tratta? “Sono i 100 milioni già annunciati del Credito Sportivo, il 70% per le associazioni dilettantistiche e mutui a tassi zero. Istituiremo anche un fondo straordinario, a fondo perduto, per le società di base”. 

“La maggioranza degli italiani non vede di buon occhio la ripresa dei campionati – sostiene Spadafora – Ma io non bado ai sondaggi. Il calcio è un mondo importante nel nostro Paese e lo conosco bene, a differenza di chi vuole far passare un messaggio differente. Sono legittimi gli interessi economici, ma quando si va su un altro tipo di attacchi, pressioni e strumentalizzazioni, questo atteggiamento non fa bene a nessuno. Sarebbe surreale per un Ministro dello Sport il fatto di demonizzare il calcio: mi auguro di ripartire, ma lo deciderà il Governo. Dal 18 Maggio riprenderanno gli allenamenti di squadra ma serve un chiarimento definitivo sul protocollo: in settimana lo avremo.  Per il campionato ci baseremo su elementi scientifici, che oggi non sono disponibili. A metà maggio si potrà fare una previsione realistica. Non esiste una mia contrarietà alla ripresa, ma una volontà di valutare la ripartenza solo se si salvaguarda la salute delle persone all’interno del gruppo squadra. Poi rivendico anche pari dignità con gli altri sport e quelli di base. tutelo talmente tanto la ripartenza che ho convocato io la prima riunione tra Lega Serie A e FIGC per cercare una soluzione. Ricominciare a giocare pone una serie di questioni legate a trasporti, alberghi, spostamenti di centinaia di persone. Di chi è la responsabilità? Il protocollo dovrà definire anche questo”. 

Io scavalcato dalle regioni? No, perché ognuno si muove guardando i propri territori. Il calcio non è il primo caso in cui Governo e regioni non sono allineate. Tocca al Governo decidere se ci sono le condizioni per riprendere. Poi su come farlo, intendo con quale formula e calendario, lo stabilirà la FIGC. Anche il calcio deve però vivere una nuova stagione, auto-riformarsi, pensare di rivedere il proprio sistema e capire se è in linea con quel che accade nel Paese. Deve rigenerarsi. Io il becchino del calcio? Assolutamente no, farò di tutto per far ripartire il calcio. Se il Governo sarà costretto – spero di no – a stabilire che non ci sono le condizioni, il mio sforzo sarà duplice: limitare i danni economici per le società e sostenere tutto il mondo dello sport. Tra risorse ordinarie e straordinarie investiremo circa 1 miliardo per il settore nel suo complesso. Le eventuali cause legali per promozioni e retrocessioni sarebbero una preoccupazione di FIGC e CONI“. 

“Quando dico che aspettiamo, la replica è che voglio chiudere il campionato. Ma la mia non è un’attesa irriverente, menefreghista o tirata a campare. Oggi non siamo in grado di dire quando ripartire. Entro fine maggio si potrà dire se la Serie A possa riprendere. Insomma, un po’ di pazienza bisogna averla. Altrimenti, come avevo detto un po’ provocatoriamente, l’alternativa sarà fare come la Francia e chiudere tutto: ma io non voglio questo. Oggi però come posso dire se il 14 giugno potrà riprendere il campionato? Non posso perché non ho elementi scientifici, non perché sono contro. Il mio fastidio è verso qualche dirigente sportivo o politico che butta benzina sul fuoco mostrando una mancanza di unione d’intenti. Nessuno tra i politici che mi attacca vorrebbe essere al mio posto. Mi infastidisce chi non comprende gli sforzi fatti, casca male che pensa alle mie dimissioni. Chiunque auspichi qualcosa di simile è male informato. La mia è una situazione ereditata ma non deve essere una battaglia di parte. Estraneo a certi ambienti, posso decidere in libertà senza schierarmi”.

Spadafora: “Una soluzione per il calcio entro fine settimana” – AUDIO