Ora la Serie A è tutta ferma per davvero e nel prossimo mese si prevede un rinvio anche delle Olimpiadi di Tokyo 2020 (cresce infatti il fronte del rinvio di un anno). I grandi club del calcio italiano iniziano a ponderare l’ipotesi che questa stagione non finirà, anche se per adesso si registra la mediazione del vice presidente della Lega Serie A, Dal Pino, che rilancia la possibilità di giocare sino al prossimo 30 luglio. Nuovo confine temporale che si aggiunge ad un quadro di sole ipotesi e poche certezze.

A sottolineare i risvolti sempre più negativi e pessimistici dell’emergenza coronavirus sul mondo dello sport, oltre che del calcio, vi è la rassegna stampa odierna che riporta, oltre al tema olimpico, sia del rinvio a data da destinarsi degli allenamenti del Napoli sia delle dichiarazioni del portavoce del presidente Claudio Lotito, Arturo Diaconale, che prosegue nel tentativo di riportare i biancocelesti in campo quanto prima. “Per tornare alla normalità bisogna volerla e cercare di ricrearla, magari con la ripresa degli allenamenti, ma sempre nella garanzia assoluta della salute dei giocatori e del pubblico”. Un pensiero, quello affidato a Facebook dal portavoce della presidenza laziale, che non dimentica il risvolto economico di questa emergenza sul calcio. “C’è da preservare la salute economica di un settore che rischia di essere devastato in maniera indelebile dall’emergenza coronavirus. Senza riapertura dei campionati le perdite del settore, da distribuire tra tutte le società, potrebbero superare il mezzo miliardo di euro”. 

All’interno della Gazzetta dello Sport, poi, c’è il colloquio di Papu Gomez con le sue dichiarazioni rilasciate al quotidiano argentino Olè. Tema centrale l’ottavo di finale di andata a San Siro tra Atalanta e Valencia. “Ai tempi delle due partite non c’erano ancora molti casi: non conoscevamo bene la gravità del contagio, che è stato sottovalutato. La situazione di Bergamo penso sia dovuta anche alla gara d’andata col Valencia. A San Siro c’erano 45mila bergamaschi, in Spagna erano tutti rilassati: zero controlli e uno dei loro contagiati era titolare contro di noi. Aver giocato queste partite è stato terribile. Non so se e quando il calcio tornerà: d’estate, o quando? Il Paese si deve mettere a posto, ci vorrà tempo, magari saranno partite a porte chiuse, e in ogni caso ci saranno trasferte, dunque aerei, pullman, alberghi: come faremo a tornare a giocare? Questa è la grande domanda che mi faccio”. Anche se il pensiero, ora, è rivolto esclusivamente al dolore di tutti i lombardi e dei bergamaschi. “Sto con loro per qualsiasi cosa abbiano bisogno e li invito ad essere positivi, proviamoci tutti. Come fanno medici e infermieri che stanno lottando contro questo virus: a loro mando un grande saluto e un abbraccio”.


GLI APPROFONDIMENTI SUL GENOA

GAZZETTA DELLO SPORT – “È tosta, innanzitutto perché per il lavoro che faccio sono abituato a vivere all’aria aperta. Ma i sacrifici li stanno facendo tutti gli italiani in questo periodo, quindi posso farli tranquillamente anche io”. A parlare tra le pagine della Gazzetta dello Sport è Davide Biraschi, che racconta la sua vita – e quella dei compagni di spogliatoio – chiusi in casa per l’emergenza coronavirus.

Oltre che giocando alla PlayStation, Biraschi si sta concentrando nuovamente anche sulla lettura. “Ho ripreso a leggere dopo tanto tempo, per la gioia di mia madre. Biografie di sportivi, tanto per rimanere in tema. Devo ammettere che il pensiero di quello che sta succedendo in tutta Italia è qualcosa di costante e resta una preoccupazione forte che sento non solo per la mia famiglia, ma per tutti gli italiani. Per il calcio non è solo il mio lavoro, ma pure la mia passione e la mia vita. Mi manca come l’aria, nonostante tutto. Quando sarà possibile riprendere il campionato in sicurezza per noi e, soprattutto, per i tifosi, sarò la persona più felice del mondo”.

E come vive lo spogliatoio del Genoa questa lontananza forzata?Coi compagni siamo sempre connessi via PlayStation, riusciamo a fare gruppo anche in quarantena. E la chat di squadra è una vera giungla. Ci sentiamo spesso, proviamo a sdrammatizzare scherzando e ci teniamo informati su come stanno i compagni. È assurdo vedere Genova così vuota, ancora non riesco a realizzare tutto quello che sta succedendo. Esco solo per fare la spesa ed esclusivamente quando necessario. Il supermercato è sotto casa, ho visto più cose dalle immagini tv che di persona”. 

Da registrare, all’interno della rosea, anche un approfondimento sull’incidenza di minuti giocati in stagione da giocatori cresciuti nel vivaio delle singole squadre di Serie A. Il Genoa coi vari Criscito, Sturaro, Perin (ma anche Cleonise e Rovella che hanno esordito con Thiago Motta rispettivamente contro Napoli e Inter) è al primo posto in termini percentuali (19,3% dei minuti giocati totali), seguito da Brescia e Milan.

SECOLO XIX – L’edizione odierna del Decimonono offre uno spaccato complessivo su Genoa e Sampdoria mettendo in luce i numeri al momento dello stop del campionato. Pandev e Criscito sono i due “vecchietti” goleador del Grifone con 7 reti a testa, Quagliarella per la Sampdoria guida con nove centri. Ma c’è anche il dato su Romero, che primeggia per minuti giocati (2000′), e quello su Biraschi, al primo posto per dribbling (27) nella rosa rossoblu. Sturaro l’uomo ad aver corso mediamente di più ogni partita (11,28 km). Da evidenziare anche il rilancio dell’iniziativa social di mister Davide Nicola, che oggi pomeriggio alle ore 16 si connetterà via Instagram coi tifosi rossoblu per rispondere alle loro domande.


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