DI SEGUITO L’AUDIO CON LE PAROLE DI GORAN PANDEV

 

L’ultima intervista a Pandev l’avevamo realizzata a Firenze, nel giorno della salvezza. Il macedone era stato chiaro: “Non voglio più rivivere un momento come questo”. A quasi due mesi di distanza, Goran lo conferma: “Si, sicuramente si. Per fortuna è andata bene, l’abbiamo chiusa qua e adesso parte il nuovo campionato con altre sfide. Speriamo di fare bene e di far divertire la nostra gente, di arrivare più in alto possibile”.

All’Inter la gente invocava Pandev per vincere le partite con Mourinho, a Neustift viene invocato per risolvere le partite, ora anche nel cuore del gioco per giocare da regista. “Il mister mi ha chiesto questa cosa e cerco di farla bene. Non l’avevo mai fatta, ma ci stiamo allenando e fino ad ora mi trovo bene. A me piace giocare la palla rasoterra e veloce come vuole il mister, ho già dato tanti palloni. Sono qui per dare una mano, aiutare i ragazzi e il mister: speriamo di fare una stagione buonissima”.

Il ruolo di un veterano come Goran potrebbe diventare più difficoltoso nelle due fasi di gioco una volta che il livello si alzerà, quindi in campionato. A confermarlo, con il solito sorriso sornione, è lo stesso Pandev: “Sicuramente in quel ruolo quando non hai la palla devi difendere. Per vent’anni a fare l’attaccante…non è che non si difenda, sia chiaro, ma non hai la responsabilità che hai a fare il centrocampista. Con aiuto dello staff stiamo lavorando anche su questo aspetto, prendo anche qualcosa da Radovanovic perché nel calcio c’è tanto da imparare e lui ha fatto per anni il centrocampista centrale al Chievo. Io ora penso a star meglio fisicamente, poi penserò a dove giocare”.

Come Pirlo? Macché, semmai come Busquets. “Sono due grandi giocatori (sorride, ndr). Giocare queste partite amichevoli non conta niente. Scherzi a parte: questo ruolo ha sue difficolta e suoi pregi, ma è divertente: speriamo che giri bene tutta la squadra. Nella partitella in famiglia 11 contro 11 si è stato più difficile? Si, perché quando ti mettono una marcatura a uomo, ti pressano e sei in una posizione solamente da 10 allenamenti non sai dove andare. Quando gioco davanti ormai la posizione la trovo, ma mi sto abituando”.

Nei test atletici hai ricevuto i complimenti di tutti. Ma la settimana prossima spegnerà per davvero 36 candeline? “Gli anni dicono così, il 27 compio 36 anni ma l’importante è star bene fisicamente. La mia intenzione è di restare qui e finire la carriera a Genova. Speriamo di fare un grande campionato e finire nel migliore dei modi la stagione calcistica”.

Pandev prova a spiegare anche la differenza fra il calcio di Mourinho e i primi dettami proposti da Andreazzoli: “Ogni allenatore ha le sue cose. Il mister lavora tanto con il pallone, dai tempi di Mourinho il calcio è cambiato tanto ma Andreazzoli vuole che la palla sia sempre fra i nostri piedi. Con José era diverso: con lui difendevamo bene e ripartivamo forte. Quando entravo nell’ultimo quarto d’ora mi chiedeva di aiutare la squadra a vincere la partita. Entravo in partite complicate, quando gli avversari calavano fisicamente”. L’unico a non calare fisicamente, una certezza fra i volti nuovi che ogni anno  popolano il ritiro austriaco del Genoa, resta lui: Goran Pandev, 36 anni e non sentirli.


Tutti attaccanti, tutti difensori