Uscito con le ossa rotte anche dallo scontro casalingo contro il Torino, il Genoa è ora più che mai invischiato nella lotta per non retrocedere in Serie B, anche se la sconfitta dell’Empoli terzultimo, ieri a Bologna, dà un po’ di respiro ai rossoblù: il caro vecchio “mors tua vita mea”.  Partita fondamentale oggi a Ferrara contro una Spal in salute e che vede l’obiettivo salvezza ad un soffio: la squadra biancoazzurra ha ottenuto 9 punti nelle ultime tre partite.

Uno sguardo d’insieme sulla squadra emiliana.

I ferraresi sono allenati da Leonardo Semplici, mister poco apprezzato dalla critica nonostante abbia disputato sempre ottime stagioni sulla panchina spallina.  È un uomo di campo che preferisce i fatti alle parole e forse è per questo che non ha grande appeal. Il 3-5-2, il sistema di gioco adottato, sfrutta in pieno le caratteristiche dei giocatori, in particolare sulle corsie esterne e con il gioco palla a terra. Gli spallini cercano di uscire dalla propria area quasi sempre con il pallone tra i piedi, difficilmente ricorrono al lancio lungo. La Spal è una squadra costruita con sapienza ed oculatezza, ogni uomo al posto giusto. Tutti rispettano le consegne del mister, segno di umiltà e rispetto dei ruoli, cosa che non accade da altre parti.

L’analisi reparto per reparto. Cominciamo dalla difesa.

Viviano, il portiere, arrivato a gennaio dalla Sampdoria, si è ambientato immediatamente ed è diventato un punto di riferimento di tutta la squadra. Esperto e con una fisicità importante, possiede una buona  esplosività. Bravo nelle uscite alte e basse, anche con il pallone tra i piedi sa il fatto suo soprattutto con il sinistro, malgrado a volte combini disastri per la troppa confidenza. I tre difensori centrali sono Bonifazi, Vicari e Felipe, quest’ultimo sostituirà lo squalificato Cionek. Un reparto solido e ben collaudato. Bonifazi, giovane ex Torino con buona tecnica e tempista negli interventi, forte nel fisico e nel gioco aereo, a volte si compiace e commette svarioni grossolani, Vicari, giocatore attento, guida la retroguardia con autorevolezza ed è bravo nell’impostare. Felipe, ex Fiorentina e Udinese, molto esperto e smaliziato, ha un piede sinistro molto educato ed è “cattivo”, sportivamente parlando.

Il centrocampo.

È a cinque ed è formato da Lazzari, Murgia, Missiroli, Kurtic, Fares. Lazzari e Fares, gli esterni,  sono giocatori di gamba e molto propositivi. Lazzari, velocissimo, è l’uomo più pericoloso degli estensi: imprendibile quando è lanciato in profondità, i suoi cross sono spesso determinanti. Ultimamente usa anche il sinistro. Fares sta vivendo un ottimo periodo di forma, le sue avanzate palla al piede sono una carta importante per gli uomini di Semplici, anche se in fase difensiva palesa qualche lacuna, soprattutto se attaccato sulla parte destra. Murgia, anche lui acquisto di gennaio, dalla Lazio, instancabile maratoneta di discreta tecnica, si sta rivelando giovane di sicuro avvenire. Missiroli, mai utilizzato da play, è stato inventato in questo ruolo da Semplici e si sta imponendo alla grande, con tecnica e semplicità nelle giocate. Kurtic, la mezzala  di sinistra, forte fisicamente, fa degli inserimenti senza palla il suo punto di forza ed è un buon colpitore di testa.

L’attacco.

Floccari e Petagna sono i due attaccanti. Il primo, diventato titolare da poco, è stato autore di gol importanti per la classifica. Punta esperta, è bravo nel duettare con i compagni e nel finalizzare l’azione. Petagna, il bomber, rigorista infallibile, fisico imponente, difende la palla con sapienza ed ha fondamentali più che buoni, dentro l’area è sempre pericoloso.

Come si comportano sulle palle inattive?

Sulle palle da fermo a sfavore alternano marcatura ad uomo e difesa a zona a seconda delle partite, comunque sono sempre molto attenti e vigili. Viviano supporta il reparto con la sua presenza e personalità. In fase offensiva salgono due dei tre centrali, che insieme a Kurtic, Petagna e Floccari riempiono l’area di rigore. Alla battuta si alternano Murgia e Fares, stessa cosa sulle punizioni dal limite, talvolta si cimentano anche Petagna e Missiroli.

In conclusione?

Quello di oggi è un match di vitale importanza per il Grifone. Non possiamo sempre sperare nelle disgrazie altrui, non entro in merito alla polemica tra la tifoseria rossoblu e il presidente, dico solo che il Genoa è una squadra costruita male, laddove i malanni fino a gennaio sono stati nascosti dai gol di Piatek. Una volta andato via il bomber polacco, sono emersi tutti i problemi. Ora è arrivato il momento per i giocatori di tirare fuori tutto quello che hanno e di formare un gruppo coeso ed unito più che mai insieme allo staff tecnico. Anche Prandelli è stato messo sul banco degli imputati, ma il minestrone viene buono se gli ingredienti sono buoni e nella giusta quantità.


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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.