Non c’è stato nulla di illegittimo nell’azione che l’AIA ha perseguito nei confronti di Claudio Gavillucci, arbitro della sezione di Latina che fino all’anno scorso ha arbitrato in Serie A. A decretarlo è stato il Collegio di Garanzia del CONI, che ha “accolto il ricorso […] presentato, in data 11 febbraio 2019, dall’Associazione Italiana Arbitri (AIA) contro il sig Claudio Gavillucci e nei confronti della Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC), nonché dei sigg. Gianluca Rocchi, Luca Banti, Davide Massa, Paolo Valeri, Massimiliano Irrati, Marco Di Bello, Daniele Orsato, Daniele Doveri, Paolo Mazzoleni, Piero Giacomelli, Michele Fabbri, Marco Guida, Maurizio Mariani, Fabio Maresca, Giampaolo Calvarese, Rosario Abisso, Gianluca Manganiello, Fabrizio Pasqua e Luca Pairetto, per l’annullamento […] della decisione della Corte Federale d’Appello della FIGC […]“.

Una decisione che avrebbe potuto portare all’annullamento del provvedimento col quale l’AIA aveva disposto la dismissione del fischietto di Latina. Invece, il Collegio di Garanzia del CONI ha dichiarato inammissibile il ricorso incidentale presentato da Gavillucci. Ieri il

Come si legge sul sito dell’AIA, “il Collegio di Garanzia dello Sport ha posto fine al contenzioso promosso dall’associato Claudio Gavillucci, stabilendo in modo definitivo che l’AIA ha agito legittimamente, nel rispetto delle regole, quindi in modo inoppugnabile. Ciò è la conferma che l’Associazione opera con trasparenza e fondando la sua azione sulla meritocrazia, quale unico criterio selettivo dell’attività arbitrale, a tutela di tutti gli associati e del calcio italiano. Il terreno di gioco è l’unico vero giudice della nostra attività. Il movimento arbitrale continuerà a lavorare speditamente con impegno, passione e divertimento, nel normale approccio sportivo. Contestualmente saranno valutate azioni da intraprendere nei confronti di tutti quelli che, associati e non, hanno tentato di screditare l’AIA e la sua organizzazione durante tutto questo periodo“.


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