Il direttore generale del Genoa, Giorgio Perinetti, ha preso questo pomeriggio la parola nella trasmissione dedicata ai tifosi milanisti in onda su Radio Rossonera. La tematica è rimasta Piatek, che anche da giocatore del Milan rimane una ferita aperta nella tifoseria rossoblu, che risucchiata in un marasma di dichiarazioni (ieri da Milano ha preso la parola il presidente Preziosi) oggi sente parlare di “arma segreta” sfoderata dalla società rossonera e di una sostanziale impossibilità, nelle società più piccole, di “fare programmi a medio/lunga scadenza con giocatori bravi”.

Si aspettava un impatto così importante da parte di Piatek con una maglia pesante come quella del Milan?

Mi aspettavo che rispondesse immediatamente e bene perché è un giocatore che si programma. Gattuso l’ha definito “Robocop”, e lui è un po’ robotizzato. Non ha tutta quella pressione e quella tensione. Come giocatore vuole fortemente arrivare, si è preparato per questo ed era pronto anche a questo salto qui”.

C’è stato un momento in cui lei si è detto “mamma mia, questo è forte veramente”

“Arrivai in ritiro dopo qualche giorno e Ballardini mi disse subito che si trattava di un giocatore che ci avrebbe dato soddisfazioni: aveva una grande sintesi. Era un finalizzatore che faceva gol anche nelle partitelle. Era un giocatore molto pratico. Dove può arrivare? Ha 23 anni ed è al primo campionato in Italia. Il campionato italiano può sempre migliorare i calciatori, dal punto di vista tattico. Ha margini di miglioramento. Se poi un centravanti arriva in Italia e continua a fare gol, credo sia la migliore soluzione possibile che continui così”.

Nella trattativa era stata inserita qualche contropartita? Montolovo? Bertolacci?

“Montolivo non c’è mai stato. Con Bertolacci abbiamo parlato, ma non c’è stata possibilità di inserirlo anche perché l’opportunità, forse, non soddisfavano lo stesso Bertolacci. Difficile poi inserire un giocatore che va in scadenza. È stata una trattativa molto cordiale, sostenuta, perché ognuno aveva i propri interessi. Il Milan aveva l’arma segreta in mano: la volontà del giocatore di andare ai rossoneri. Saremmo stati perdenti nel proseguire un eventuale braccio di ferro. La trattativa è stata seria grazie a Gazidis che è stato pronto a soddisfare le esigenze della parte tecnica della dirigenza. Ma Piatek voleva fortissimamente il Milan. Noi come società piccola paghiamo gli umori e le delusioni dei tifosi, che perdono un beniamino. Ma la verità è che quando un giocatore vuole cambiare è difficile trattenerlo”:

Avete però sostituito Piatek con Sanabria…

“Nelle società piccole, in questo calcio, non si tratta di trattenere i calciatori, ma di saperli sostituire bene. I tempi sono talmente brevi e le trattative talmente veloci che non si riescono a fare programmi a medio/lunga scadenza con giocatori bravi. Con Sanabria abbiamo fatto un’operazione importante, è scuola Barcellona ed è molto giovane. Ha tutti i margini di miglioramento”.

Il futuro di Kouame?

Beh, però lasciateci qualcuno. Kouamè ha un futuro straordinario, si spende in campo in maniera straordinaria, macina chilometri e riesce ad essere lucido e pericoloso davanti. Vogliamo godercelo il più possibile: non si dire per quanto, ma vogliamo pensare di averlo il più possibile con noi”. 


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