Il 21 gennaio 2019 intorno alle ore 6 del mattino c’è stata l’Eclissi Lunare, lo spettacolo della Super Luna rossa. Al pomeriggio al Ferraris c’è stata l’Eclissi totale di una partita di calcio da giocarsi quasi per dispetto di Lunedì alle ore 15. Andando allo stadio camionette di Polizia, Carabinieri, Finanzieri tutti in assetto da guerriglia quasi senza motivo visti i non più 500 tifosi milanisti, di cui 350 dentro la Gabbia della Tribuna superiore. Eclissi totale del tifo genoano con la Nord vuota per l’80%, Eclissi totale con il Tempio vuoto di striscioni eccetto uno per ricordare chi ci ha lasciati.

Eclissi totale per le notizie arrivate prima del fischio iniziale:  Piatek, mentre tutti l’aspettavano al Ferraris per fotografarlo, alla “Locauto” dell’Aeroporto di Sestri Ponente, alle 10, affittava una macchina. Arrivato al Ferraris, lo blindavano dentro una saletta a vedere la partita davanti al televisore mentre tutto il resto della famiglia era in tribuna. L’affitto della macchina faceva pensare che fosse partito per mangiarsi una cassoeula alla milanese.

Eclissi totale anche per Hiljemark, lui davvero presente al Ferraris fin dall’inizio. Nei suoi confronti arrivavano notizie dall’altra parte di Pegli che non avevano nulla da spartire con un presunto guaio muscolare. Lo svedese oggi volerà a Göteborg per una visita di controllo e, probabilmente – ma speriamo ancora di no – per un’operazione all’anca. In quel caso, il Genoa lo vedrà nuovamente non prima del prossimo ritiro estivo.  La notizia arrivata in anteprima e pubblicata con dispiacere considerato che erano state mandate e verificate da Buoncalcioatutti prima ancora di incrociare il ragazzo nel tunnel degli spogliatoi.

Eclissi totale anche per un pessimo terreno di gioco che non permetteva di giocare rasoterra.  Per 45’ però si è accesa la luce del nuovo gioco di Prandelli, un 4-4-2 sbarazzino in particolare davanti don Kouame e Pandev mobili, con  un centrocampo  che giocava bene,  pur facendo la gara in modo troppo facile:  troppi passaggi laterali,  nessun cambio campo. Piaciuti Criscito tornato alle origini e Bessa quando si allargava sulla sinistra e scambiava con Criscito. Operazione riuscita bene, tanti cross, fermato a   contarli al numero 18,  dentro un’area senza centravanti di ruolo essendo Kouame e Pandev prime punte, non certo per colpa loro.

Un Genoa ordinato e organizzato ha messo in crisi un Diavolo con le stampelle e con giocatori, in particolare a centrocampo, che per caratteristiche non erano e non saranno mai in grado di fare filtro, eccetto Bakayoko, ma solo mostrare qualità nelle giocate di possesso. Genoa che ha cambiato anche sui calci d’angolo battuti dalla lunetta di sinistra dimostrando che la mano di Prandelli era differente alle gare precedenti e si vedeva anche nei particolari.

Come la gara nel girone di andata e quella di ritorno, un Milan che difficilmente il Genoa si troverà di fronte in futuro. Gattuso in campo ad inizio gara aveva solo 4/5 calciatori che dovevano essere titolari dopo il mercato estivo.

Il Genoa ha creato una dozzina di azioni dentro l’area di Donnarumma, almeno quattro da provare a buttare dentro. Cilecca e figurone di Donnarumma. Dall’altra parte Radu è stato quasi disoccupato. Il Diavolo ha tirato meno del Grifone e ha fatto due gol.

Nel secondo tempo la  squadra di Prandelli, oltre che fisicamente, è calata anche  emotivamente dopo il gol di Borini, con la brutta sensazione rispetto ai primi 45’ di gioco di prendere gol.

La prima rete rossonera è arrivata per una errata scalata della fase difensiva, la seconda èsu cronico errore rossoblù in campo aperto. Zukanovic, bravo se coperto, in campo aperto ha preso una  trentina di metri su sessanta pur essendo in vantaggio con Suso che lo ha pure fregato non convergendo sul piede sinistro ma tirando chirurgicamente con il piede destro, quello che utilizza solo quando si alza da letto.

Su Piatek un lettore di Buoncalcioatutti ci ha invitato ad utilizzare una canzone di Vasco Rossi: “Al Diavolo non si vende, si regala“. Sono sbagliati i tempi della vendita del polacco, mentre la cifra – se saranno acquisite senza passare da fantasie finanziarie – potrebbe attualmente essere giusta, soprattuto perché in futuro Venerdì dovrà continuare a fare gol per cantare che “domenica è sempre domenica” sia per lui che per il suo procuratore. Tutti aspettano più che altro di sapere le modalità di questa vendita, che saranno comunque difficili da sapere.

Ora come ora è ininfluente per il Vecchio Balordo visto che la priorità della società deve essere un’altra. Da oggi bisogna rinforzare la squadra per evidenti necessità che la gara con il Milan ha messo in evidenza: dare qualità e corsa al centrocampo come già visto dal girone di andata e ingaggiare un centravanti che abbia dimestichezza a vedere le porte avversarie, anche senza Piatek.

Prandelli non dice nulla pubblicamente. Potrebbe farlo, ma d’altronde non gli si può dare torto: non si può andare in guerra appena arrivati. E del resto continua a fidarsi di Preziosi. In una recente intervista al quotidiano spagnolo Marca ha detto: “Voglio fare cose importanti con il Genoa. Preziosi? Ha una personalità forte e peculiare, mi ha convinto sul progetto. Ha idee interessanti per il futuro, ho accettato con grande entusiasmo“. Un giorno sapremo quali idee?

Come detto in precedenza, evidentemente Prandelli non può fare la guerra. Ciononostante la formazione che ha giocato con la Fiorentina e i cambi fatti contro il Milan potrebbero essere messaggi calcistici inviati alla proprietà.

Alla fine di Genoa-Milan ha anche dichiarato che contro l’Empoli potrebbe essere schierata la stessa squadra che ha giocato contro il Diavolo. Ci penserà, essendo uomo di calcio e tecnico scafato d conoscendo i “peperini” in attacco che giocano tra i toscani. La formazione potrebbe veramente essere quella di lunedì pomeriggio, ma soprattutto se non arriverà nessuno per tempo nelle prossime 24 ore a rimpolpare centrocampo e attacco rossoblu. L’operazione nel cuore del gioco bisognava già averla fatta sapendo del futuro di Hiljemark da almeno dieci giorni, se non di più. Alla fine Piatek non dovrà essere uno “scaricabariie” per nessuno.

Uscendo dal Ferraris, dentro le viscere della Tribuna Stampa, si respirava paura. E non era timore per le qualità di chi non toglie le ragnatele dal soffitto per paura che cada il soffitto, ma era paura che senza un intervento costruttivo, che tenga conto delle esigenze e porti giocatori pronti, le ragnatele possano rimanere fino alla fine.

La passione per i Genoani è come la barba: quando cresce troppo le si cambiano i connotati. Ma la speranza sul futuro girone di ritorno del Vecchio Balordo non può trattarsi di una cambiale sull’avvenire.


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