Enrico Preziosi a tutto tondo in un colloquio telefonico col Corriere dello Sport, dove non mancano nuove invettive verso la tifoseria rossoblu e prime avvisaglie di calciomercato. Tra le pagine del quotidiano sportivo nazionale, particolarmente interessato al Genoa in questo sabato mattina, spicca dunque la lunghissima intervista al presidente rossoblu. Che parte da lontano, dalla sua vita assieme alla compagna Raffaella Luppi, per arrivare al valore che la famiglia di Enrico Preziosi dà ai propri figli. “Guai toccarmeli, da meridionale ho il culto della famiglia” si legge sul Corriere dello Sport. E alla domanda su come certi striscioni, definiti dal giornale uno “schifo”, possano entrare negli stadi, Preziosi è chiaro: “Le forze dell’ordine non possono entrare nella Gradinata. Ci hanno provato nel ‘94 e sono stati scacciati a calci nel sedere”. E sulla sua presenza allo stadio? “Avevo cominciato quest’anno ad andare allo stadio per avviare una pacificazione“.

Dagli striscioni, quindi, si arriva presto al presente e passato calcistico. Con Ballardini in testa. “Non mi ha mai convinto perché è un allenatore basico, che può gestire situazioni complicate, ma se deve partire e fare gioco, fatica. Amico della Gradinata? Per compiacere i tifosi è rimasto in piedi nel derby per non sedersi da ospite sulla panchina della Sampdoria. Ha mandato baci alla gradinata Nord. Gesti che diventano facilmente pugnalate appena le cose volgono al peggio”.

Ballardini che, esonerato per fare posto alla terza parentesi Juric, non è stata scelta saggia e proficua. “Ci sembrava maturato, ma non ha funzionato. La Coppa Italia è stata la goccia. Gli episodi l’hanno condannato”. Ciò che si spera non accada a Prandelli.

Ho trovato un uomo molto motivato e ricco di esperienza a cui ho chiesto di calmare l’ambiente. Lui non sarà mai contestato. Deve solo rimettere a posto la squadra, con due o tre innesti che farò a gennaio, a centrocampo, a sinistra dove abbiamo perduto Laxalt e un portiere”.

Dal calciomercato, l’ultimo salto è quello verso il Preziosi che i tifosi non conoscerebbero. Quello dei 200 milioni persi nel calcio, che vive un dramma sportivo ogni partita del Genoa.  I beceri dicono che io porto via i soldi – risponde Preziosi – ma ci ho perso almeno 200 milioni nel calcio. Lo sanno tutti, tranne i nostri tifosi. Spendi 70 ogni anno e te ne arrivano 45, se va bene. Puoi ripianare solo con le plusvalenze. Piatek la prossima? Spero di sì, anche se il problema di Piatek non è quanto mi offriranno, ma i tre milioni che mi chiederà d’ingaggio”.

In questa lunga intervista, che non mancherà di fare discutere, c’è spazio anche per l’immediato futuro chiamato Roma-Genoa. Con quel parallelo tra la panchina fatta saltare di Ranieri e quella non proprio saldissima di Eusebio Di Francesco. “La Roma si gioca la partita della vita. Egoisticamente devo sperare che la storia (di Ranieri, ndr) si ripeta con Di Francesco”. 


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