Bisogna smettere di lamentarsi“. Non è stato sicuramente un weekend semplice da gestire per Marcello Nicchi, presidente AIA, dopo gli innumerevoli errori nell’utilizzo del VAR palesati nell’ultimo turno di campionato. Certamente appellarsi al fatto che le polemiche non ci debbano essere dopo errori come il rigore per la Fiorentina o la mancata assegnazione di quello a favore del Bologna, diventa difficile. Se non impossibile.

Il Var funziona e tutti lo riconoscono, se poi ogni volta che accade un episodio si vuole smontare tutto siamo fuori dal mondo – ha fatto capire Nicchi – Chi sbaglia, starà in panchina. Ma è uno strumento che tutti ci invidiano, vengono a studiare la sua applicazione in Italia. Se si pontifica su un episodio allora non è cambiato niente e mi chiedo cosa l’abbiamo messa a fare“.

JUVENTUS-NAPOLI – Non ci sono episodi eclatanti nella sfida dello Stadium diretta da Banti, ma senz’altro alcune interpretazioni che hanno lasciato dubbi. Dal mancato giallo a Chiellini su una ripartenza del Napoli (il difensore tocca col braccio largo e merita la sanzione disciplinare) all’espulsione di Mario Rui per doppio giallo, che poteva essere evitata sia con un cartellino comminato in meno sia con un intervento meno irruento del portoghese. Ad ogni modo, c’è da chiedersi come vengano valutate le situazioni fallose da un campo all’altro. Da una settimana all’altra.

Perché che gli interventi di Mario Rui al 24′ del primo tempo e al 58′ del secondo tempo meritassero il cartellino è facile da dire (il giocatore portoghese cerca nel primo caso il pallone ma sfiora coi tacchetti la gamba di Pjanic; nel secondo entra su Dybala in maniera pericolosa), ma lo è altrettanto domandarsi come mai, nei turni precedenti, interventi ben più pericolosi e ben più intenzionali non siano stati sanzionati col rosso diretto o quantomeno rivisti. Basta pensare al fallo di Pjanic su Svanberg nel turno precedente, oppure a quello dello stesso calciatore bosniaco su Di Gaudio contro il Parma. Cambiare una decisione e un cartellino, col nuovo protocollo, sembra diventato impossibile. Specialmente fuori dall’area di rigore, dove interventi come quello a fine gara di Alex Sandro su Albiol avrebbero meritato ben più del giallo.

INTER-CAGLIARI – L’episodio chiave della moviola del sabato è a “San Siro”, dove al 73′ il Cagliari rientra in partita con un gol di braccio di Dessena. Il capitano isolano, che protesterà a lungo indicando l’involontarietà del gesto, viene ammonito dall’arbitro Massa in seguito alla revisione in tv della situazione. A velocità di gioco era stata preservata la verità del campo con l’assegnazione del gol. Solamente una telecamera sopraelevata (di quelle di cui dispone solamente San Siro) assicurerà all’arbitro di Imperia la corretta visione della dinamica e la revoca della rete.

BOLOGNA-UDINESE – L’errore domenicale più grave, in compagnia di quelli di Sacchi (Frosinone-Genoa) e Valeri (Fiorentina-Atalanta), è senza dubbio quello di Manganiello al “Dall’Ara” quando non assegna, pur avendolo rivisto al VAR su consiglio di Orsato, il rigore a favore del Bologna per fallo di Troost-Ekong su Svanberg. Un rigore solare che Manganiello non ravvisa pur avendo la visuale sgombra e trovandosi a pochi metri dalla zona dove avviene l’episodio. Errore grave, da matita blu, per il fischietto di Pinerolo.

FIORENTINA-ATALANTA – La simulazione di Federico Chiesa è sicuramente l’episodio chiave della moviola di giornata. Fa parte del repertorio di un giocatore quello di saper dissimulare, pertanto Chiesa non compie certo un bel gesto ma cerca di sfruttare a pieno un incrocio fra la propria corsa e quella di Toloi. Chiunque, come fatto da Pioli, difenderebbe il proprio giocatore. Detto ciò, senza giustificare il gesto, il rigore per la Fiorentina non è calcio di rigore. Così come non c’è il giallo per Toloi. Le immagini parlano da sole: con loro anche al decisione del VAR (Doveri) di non intervenire richiamando l’arbitro Valeri di fronte a quello che è, all’unanimità, un chiaro ed evidente errore, malgrado Valeri fosse in posizione perfetta per dare la sua valutazione. Sarà per questo che il VAR non è intervenuto?

FROSINONE-GENOA – Ampiamente analizzato nel nostro editoriale di lunedì così come questa mattina, l’episodio del rigore concesso al Frosinone trova più di un appiglio nel regolamento e nell’analisi della moviola nazionale. Rigore “generoso” è la definizione che va per la maggiore, anche perché il gesto di alzare la gamba non è del solo difensore rossoblu, ma pure di Perica. Sacchi non esce del tutto confortato dalla sua terza direzione in Serie A, considerata anche la posizione che ricopriva al momento dell’episodio. Posizione che avrebbe dovuto confortarne la decisione di soprassedere ed eventualmente concedere un fallo a favore della difesa. Il fatto di essere immediatamente intervenuto indicando il dischetto ha di fatto estromesso il VAR.

C’è anche un secondo episodio, ovvero sia quello della mano sinistra cinta intorno a Soddimo da parte di Pedro Pereira. Una trattenuta più vistosa e reiterata avrebbe probabilmente causato un secondo rigore a favore del Frosinone, più chiaro del precedente. Vero che il centrocampista ciociaro, entrato per cambiare la gara, accentua molto la caduta e dà il tempo a Pereira non solo di sfilare via la mano, ma anche di allargarle per fare intendere all’arbitro che non c’è nessun fallo. Scelta confortata anche dal VAR, Abisso di Palermo.

SASSUOLO-MILAN – L’ultimo episodio della giornata riguarda il contatto Di Francesco-Biglia nell’area di rigore neroverde. Il contatto è chiaro, Giacomelli però non ravvisa che ci siano gli estremi per il fallo. Manca un rigore alla squadra di De Zerbi. Polemiche anche per il fatto che Biglia, in quel momento, era giù ammonito.


7 “O Vaso”