Il Genoa non ha mancato di farsi sentire nell’immediato post-partita di Genoa-Fiorentina alla luce del contatto in area di rigore fra Eysseric e Zappacosta non tradotto in calcio di rigore, sia con mister Ballardini (clicca QUI per leggere le sue parole in merito) sia con Zappacosta (clicca QUI per leggere le sue dichiarazioni). Vanno fatte due premesse prima di entrare nel dettaglio dell’episodio e vedere le immagini.

La prima riguarda la conduzione generale di Maresca, che pur avendo spezzettato moltissimo la gara, le sanzioni disciplinari le ha valutate abbastanza bene nell’arco dei novanta minuti. Subito deciso col giallo a Strootman, avrebbe poi espulso Ribery e comminato un giallo a Zajc (ora diffidato). La seconda, invece, ha a che fare con l’andazzo di giornata in Serie A: almeno un paio di episodi simili in questo 29° turno sono stati giudicati non da rigore. Uno in Atalanta-Udinese, l’altro in Torino-Juventus. In entrambi i casi il VAR non ha cambiato la scelta presa in campo dai direttori di gara. Tutto molto opinabile, materia da moviola, visto che entriamo in un mese decisivo del campionato e ogni errore pesa il doppio.

Ma venendo a Genoa-Fiorentina, cosa ci dicono le immagini? Ci dicono che il rigore appariva netto già a velocità di gioco, ma le speranze di una revisione erano riposte nel VAR Banti. Intanto perché nell’episodio finale non ci saranno imprudenza (“il calciatore agisce con noncuranza del pericolo o delle conseguenze per l’avversario“) e vigoria sproporzionata (“il calciatore eccede nell’uso della forza necessaria e mette in pericolo l’incolumità di un avversario“), ma c’è sicuramente negligenza (“il calciatore mostra una mancanza di attenzione o considerazione nell’effettuare un contrasto“). E di interventi negligenti di questo genere, in tutte le zone del campo, se ne vedono a frotte in qualunque giornata di campionato, nella larghissima maggioranza dei casi etichettati come falli. Eysseric cerca di entrare in possesso del pallone con un intervento rischioso, non cattivo, e tocca tanto il pallone (lo fa con la punta del piede) quanto il piede di Zappacosta. C’è irruenza nell’intervento, peraltro con l’avversario spalle alla porta (Eysseric avrebbe potuto temporeggiare, per dirne una, quindi anche la sua scelta nasce come piuttosto pericolosa).

Non si capisce a questo punto perché Maresca non abbia assegnato rigore. O meglio, lo si capisce ma non si capisce il “dopo”, ossia l’assenza di una review. Il direttore di gara, appostato a poca distanza, ritiene che Eysseric tocchi solo il pallone (e dalla sua visuale può essere un’interpretazione plausibile). Il VAR avrebbe dovuto intervenire, non fosse per la valutazione fatta da Banti: preservare la verità di campo e considerare la valutazione di Maresca non un “chiaro ed evidente errore“.

Dovremmo a questo punto fare copia e incolla di quanto scritto l’8 marzo scorso, il giorno dopo Roma-Genoa e il tocco di mano di Smalling. Al VAR, anche in quell’occasione, c’era Banti (in campo invece il ravennate Fabbri, ndr). In quel caso la discriminante era se Smalling fosse o non fosse in area, ma questa volta – per Zappacosta – il dubbio proprio non c’è. È bene ricordare che il Genoa è tutto tranne che fortunato in materia di calci di rigore quest’anno, fanalino di coda per distacco in questa statistica: a favore si è visto concedere uno solo penalty in Spezia-Genoa. Uno in ventinove giornate, nell’epoca del VAR. Per citare il tecnico rossoblu: “diciamo che se un mio giocatore facesse un intervento così, io mi preoccuperei…


Genoa, Zappacosta: “Meritavamo qualcosa di più. Rigore? Difensore mi ha preso in pieno”