Alle ore 14 è intervenuto in conferenza stampa a Villa Rostan il tecnico del Genoa, Alberto Gilardino, che ha risposto alle domande dei media alla vigilia della sfida contro l’Udinese. Si riparte dalle ottime indicazioni dell’ultima partita al Maradona: “Ottime indicazioni dall’ultima gara col Napoli dove abbiamo avuto un ottimo atteggiamento mentale, tattico e tecnico dentro la gara. Da lì dobbiamo dare continuità, bisogna continuare il lavoro, giorno dopo giorno, come fatto questa settimana, preparandoci ad un’altra sfida complicata per gli interpreti che andremo ad affrontare, per la compattezza di squadra, una squadra che ha vinto a Milano col Milan, in casa della Juventus, in casa col Bologna. Hanno fatto 14 pareggi. Esprimono grandissima compattezza. all’interno delle partite e ha giocatori come Lucca, Thauvin, Samardzic, Pereyra, Lovric, hanno doppioni di grandissima gamba sia a destra che a sinistra. Questa partita la abbiamo preparata nel modo giusto, dovremo affrontarla con grande consapevolezza come sappiamo fare e come abbiamo fatto anche nella partite precedenti. Dovremo affrontarla con grande consapevolezza, dovremo saper soffrire all’interno della gara e ci saranno momenti dove dovremo determinare quando avremo palla, senza snaturarci. Con le individualità, la forza, il talento nell’andare a superare l’uno contro uno per ricercare i presupposti per metterli in difficoltà. I valori dell’Udinese non rispecchiano la posizione in classifica, sono incappati in una stagione un po’ particolare, ma nelle ultime partite stanno rialzando la testa, ma perché negli interpreti e nella composizione delle scelte è squadra da altra posizione di classifica”. 

Domani, vista la fisicità nel cuore del gioco dell’Udinese (e non solo nel cuore del gioco), rivedremo in quelle zone di campo la stessa squadra vista a Napoli oppure una formazione con qualche cambiamento?

“In questi giorni, vedendo allenare i ragazzi, ci sono grande disponibilità e voglia di mettermi un difficoltà nelle scelte. Per un allenatore diventa complicato fare le scelte iniziali, ma anche molto stimolante ed è questo che voglio. È giusto che ci sia concorrenza sana e sportiva, quella che fa alzare il livello degli allenamenti e la loro intensità. Ho realmente e veramente una squadra predisposta a questo tipo di situazione. Sto facendo delle valutazioni per quanto riguarda gli undici iniziali, ma mi ha dato risposte importanti la squadra di Napoli. Chi entrerà domani dovrà fare la differenza sia come atteggiamento tecnico e tattico, sia dal punto di vista mentale. Chi è in panchina deve vivere la partita nel modo giusto e quanto entra deve determinare: ora coi tanti cambi che ci sono, le partite si possono vincere anche dal 70′ in poi. Retegui come sta? Si è ripreso, abbiamo fatto una giornata di valutazione dove non ha fatto tutto l’allenamento. Poi, per il resto, si è allenato”. 

Sui gol dei centrocampisti: “Sono felice del gol di Frendrup, sappiamo che possiamo e dobbiamo migliorare sotto questo punto di vista, ossia andare a ricercare più tiri da fuori area. Basti pensare a Malinovskyi che ha portato punti importanti, ma lui ce l’ha nelle sue doti. Altri ce l’hanno meno questa caratteristica, ma sono caratteristiche migliorabili. Per Frendrup sono felice perché, per la mole di corsa, di gioco e di interpretazione della partita, fare un gol per lui è stato importante”. 

Gudmundsson nelle ultime partite si è riscoperto umano, un piccolo calo ci sta. Che valutazione si può dare di questo piccolo calo?

“È un grande professionista, si allena sempre alla grande, non c’è nessuna situazione particolare. Penso che domani sera lui si possa riaccendere davanti al nostro stadio e davanti al nostro popolo e saremo tutti felici di poterlo riabbracciare”. 

Guardando la classifica, c’è qualche rischio di un calo di attenzione? Cos’altro vi manca?

“Per me dobbiamo fare 12 punti per essere comunque tranquilli e poter pensare al dopo. È fondamentale. Vivo di motivazioni, lavoro di motivazioni. Passo le mie giornate con questo tipo di sensazione, e se capita a volte di non averle, me le vado a cercare. Questo pensiero cerco di trasmetterlo ai ragazzi. Noi dobbiamo averne tante, tantissime di motivazioni, perché il campionato è ancora lungo e dobbiamo e abbiamo l’obbligo di perseverare nel miglioramento dei singoli e della squadra. C’è una necessità oggettiva di fare punti, e siccome abbiamo Udinese, Inter, Monza e Juventus, due in casa e due contro squadre molto forti, dobbiamo sfruttare tutte le occasioni che ci capitano in questo periodo. Dobbiamo raccogliere il più possibile. La squadra queste motivazioni le ha, le hanno i singoli, e chi gioca meno deve avere ancor più motivazione per ritagliarsi uno spazio. Chi sta giocando sa che dietro c’è gente che corre e che dà tutto e deve mantenere standard importanti. Sono situazioni importanti come mentalità che la squadra ha, e io in prima persona ne ho tante”. 

Avete fatto un miracolo portando oltre 600mila spettatori al Ferraris. Un dato pazzesco…

“Siamo felici per quanto siamo riusciti a costruire già dalla passata stagione ed è merito della squadra e dei ragazzi aver riacceso questo grande entusiasmo, che c’è sempre stato. Ci sono sempre stati passione e amore per questa maglia. Lo dico sempre ai ragazzi, e li devo ringraziare per questo: se siamo riusciti a fare qualcosa di importante il merito può essere mio e dello staff, ma quello principale è della squadra e dei ragazzi. Dobbiamo continuare con questi standard, non abbiamo la possibilità di abbassare neppure di un 1% la nostra perseveranza e voglia di miglioramento”. 

L’Udinese l’ha dipinta molto bene come fisicità, ma ha vinto una sola partita in casa e ne ha vinte due esterne con soli due tiri in porta, sia col Milan sia con la Juventus. Anche loro, evidentemente, qualche problema devono averlo…

“Facevo una considerazione sulla squadra per quanto sono riusciti a creare in queste settimane, una grande compattezza difensiva. Sono riusciti a portare a casa risultati eccezionali come a Milano e in casa della Juventus. Potevano essere inaspettati, ci sono riusciti e gliene va dato atto: fuori casa difendono molto bene e hanno giocatori di gamba e di ripartenza. Da parte nostra c’è la volontà di impostare una gara decisa e di improntarla nel modo migliore per cercare i presupposti per metterli in difficoltà, sempre senza snaturarci, che è fondamentale. Il tutto mantenendo un alto tasso di attenzione, di mentalità positiva e di grandi coraggio e personalità”. 

Avete studiato qualcosa per giocare coi quattro tenori tutti assieme, ossia Messias, Malinovskyi, Gudmundsson e Retegui?

“Devo trovare la condizione, ma soprattutto l’equilibrio. Abbiamo certi tipi di giocatori che hanno questi tipi di caratteristiche, la volontà nella mia testa è sicuramente in futuro – ma in un futuro breve – di poterli utilizzare tutti assieme perché questa è la realtà. Al momento la volontà è di riuscire a portare a casa più punti possibile: il primo obiettivo è questo. Poi ci saranno modo, tempo e spazio di vederli tutti assieme”. 

Leggendo i giornali ormai sembra che il Genoa scenda in campo per non far giocare gli avversari, ma non tengono conto delle caratteristiche del Genoa, che scende in campo stretto in trenta metri, con ripartenze e chiusure degli spazi…

“A me sembra che il Genoa, da inizio campionato, abbia dato dimostrazione di saper giocare, di avere personalità e coraggio negli interpreti e nelle costruzioni. Poi, è normale, dipende sempre dalle partite e dalle strategie, dai momenti del campionato e da chi si affronta, per cui devi essere anche bravo a giocare di ripartenza. Ma il Genoa ha costruito tanti punti anche con lavoro di squadra, palla bassa e giocate”. 

Sul rinnovo di Vasquez arrivato ieri: “Johan sono contento per il suo percorso. non lo avevo mai allenato. Quest’anno è voluto tornare dalla Nazionale senza fare neanche un giorno di riposo per mettersi subito a disposizione della squadra e farsi conoscere e per me ha voluto dire tanto sotto il punto di vista umano e caratteriale. È un giocatore di precisa identità, è un giocatore da Genoa. Siamo contenti per lui”. 

A sinistra quest’anno per gli infortuni avete avuto qualche problemi di troppo per via degli infortuni, ma a Napoli si è visto un Martin in crescita. A che punto è la sua crescita? Può diventare importante in questo finale?

“C’è Martin e c’è Haps, che sono giocatori completamente diversi. Martin è rientrato dall’infortunio e sta avendo un buon momento, anche Haps è rientrato e si sta riprendendo alla grande ed è in un buon momento: ha altre caratteristiche. Sono giocatori molto duttili e utili all’interno delle strategie di gara, sia che partano dall’inizio sia che subentrino”. 

Infine, una domanda riguardante gli eventuali progressi nei colloqui per il rinnovo di contratto e un incontro fissato, magari al raggiungimento dei 42 punti: “Non è fissato a nessun tipo di punteggio della classifica perché quello è l’obiettivo mio e della squadra, quello di fare il meglio. Sono anche un po’ stufo e stanco di rispondere a questa domanda perché, come detto nelle passate conferenze, le mie energie e quelle del mio staff le stiamo spendendo sulla quotidianità, sul miglioramento dei singoli e della squadra. Nel momento in cui la società vorrà incontrare me e il mio agente, io sono a disposizione”. 


Rassegna Stampa del 23 Febbraio, Genoa: interviste a Bani e Sabelli. Vasquez rinnova