Assieme a Mario Ponti, ex giocatore rossoblu (esordio in un Genoa-Napoli del 1983) e poi allenatore, ci avviciniamo alla prossima sfida contro la Salernitana. Ecco la presentazione della prossima avversaria del Grifone.

COM’ERA ANDATA ALL’ANDATA – “Nella gara d’andata aveva vinto il Genoa per 1-0 con gol di Gudmundsson ed era stata la partita del secondo infortunio di Retegui, quello che l’argentino si procurò calciando in porta e colpendo un palo, con un gesto tecnico da centravanti vero. Era stata una delle prime partite di Inzaghi alla guida della Salernitana. Un primo tempo ben giocato dal Genoa, con due legni colpiti. Nella ripresa la Salernitana fece tanto possesso palla, ma non ne ricavò nulla. Il Genoa comunque concede spesso all’avversario il controllo del pallone”.

IL SISTEMA DI GIOCO“Dovrebbero disporsi con il 3-4-3, ma non è sicuro perché Filippo Inzaghi cambia spesso l’assetto. L’unica certezza è la difesa a tre, anche se proprio il reparto arretrato è molto vulnerabile. Hanno rinunciato alla costruzione dal basso e calciano lungo in avanti, per andare a caccia della seconda palla”.

I PUNTI DI FORZA E I GIOCATORI DA TENERE D’OCCHIO – “Sicuramente il giocatore più dotato dal punto di vista tecnico è Candreva. Poi direi il portiere Ochoa, ritornato titolare dopo qualche giornata in panchina, e mi sembra che l’estremo difensore messicano sia di nuovo su ottimi livelli. E infine il centrocampista Maggiore, ex Spezia: dopo un periodo di appannamento è ritornato sui suoi standard ottimali”.

I PUNTI DEBOLI – “La difesa ha subito 40 gol. Non so se sia successo per errori tecnici o di architettura difensiva oppure, come lamenta il presidente Iervolino, tante reti siano state subite per sbagli arbitrali, però 40 gol in 20 giornate sono tanti, anzi troppi. Tra l’altro devono fronteggiare parecchie defezioni. A centrocampo, per esempio, non ci sarà Coulibaly, impegnato in Coppa d’Africa: per loro è un giocatore importante. Poi hanno ceduto Mazzocchi e preso Zanoli…”.

L’ALLENATORE – “Filippo Inzaghi non si è ancora consacrato come allenatore di rango, ha lavorato per lo più in Serie B e non ha ancora avuto un’impennata come suo fratello. Mi pare che negli ultimi anni i risultati non parlino per lui. E mii sembra che da allenatore sia abbastanza un “piangina”, e del resto era tale anche da giocatore. Non dimentichiamo comunque che saranno di fronte due campioni del mondo del 2006, Alberto Gilardino contro Filippo Inzaghi”.


Salernitana, Inzaghi: “Vogliamo fare la partita e dominarla, la squadra sta bene”

Articolo precedenteGenoa Women, tutti i risultati del sabato. Vince l’Under 19, tante amichevoli per le varie Under
Articolo successivoSalernitana-Genoa, i convocati di Gilardino. Prima per Spence, 8 assenti
Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.