La preparazione estiva una volta era vista come momento principale e fondamentale per la riuscita dell’intera stagione. La famosa frase “mettere fieno in cascina”, che doveva permettere  ai calciatori di avere una condizione fisica ottimale per 10 mesi, è obsoleta.

I “blocchi” della preparazione iniziavano prima sulla parte aerobica per parecchi giorni, dopo si passava alla forza e infine alla velocità. Il pallone si usava solamente per lavori tecnici e tattici. Adesso il pallone subito in campo è diventato determinante per la preparazione estiva non solo per tecnica e tattica. Non ci sono più blocchi definiti ma si alternano i diversi obiettivi con volumi di lavoro elevati, soprattutto per la forza. Tutto ciò continuerà per tutto il campionato.

Gilardino e lo staff anche nel periodo di preparazione fisica precampionato hanno in mente il concetto di una squadra situazionale ad alta intensità. Tutti i calciatori devono essere in grado durante gli allenamenti di adattarsi continuamente al gioco dei compagni e degli avversari con continue accelerazioni, decelerazioni, cambi di direzione, contrasti, smarcamenti e nel prossimo campionato dovranno andare vicini ai 100 minuti di gioco, sia durante le fasi di possesso pallone (fase di attacco) che durante quelle di non possesso (fase difensiva). 

In Serie A il calcio moderno per le squadre meno gettonate deve essere rappresentato dalla performance fisico/atletica e deve diventare un cavallo di  battaglia l’alta intensità.

Al Genoa targato Gilardino l’intensità è associata alla forza, alla velocità, alla potenza e per incrementarla bisogna alzare i livelli di forza, velocità e potenza. Le esercitazioni tecniche ad alta intensità, a Moena, si svolgono in palestra e con l’utilizzo del pallone nonché in situazioni tattiche che prevedono di scambiarsi con i compagni di squadra.

A fare da padroni sono gli small-sided games, situazioni che ripropongono situazioni di gioco a partire dall’uno contro uno all’undici contro undici: aumentando il numero di interpreti e aumentando la superficie di gioco utilizzata si riduce l’intensità da esprimere nell’esercitazione. Utilizzati molto anche i jolly che in alcuni esercizi decidono con che squadra stare alla ricerca della superiorità. E utilizzati anche i rondò in alcune esercitazioni, rondò che sono una figura importante del possesso quando si cercano gestualità tecniche come trasmissione e ricezione del pallone.

La certezza di Gilardino è che nel prossimo campionato rispetto al campionato appena vinto in Serie B, fonte di passaggi corti e tanta tecnica, si dovrà dare spazio alla combattività e alla capacità di correre per tutta la partita fino all’ultimo minuto di recupero.

Il lavoro del Violinista dà l’impressione di non utilizzare molto l’eccesso di fraseggio per non togliere velocità e ampiezza al gioco. Gli esterni presuppongono la squadra corta e aggressiva giocando con il pallone basso nella metà campo avversaria per esaltare il cross dal fondo e il passaggio a rimorchio.

Per fare tutto ciò, non solo in Val di Fassa, il lavoro dei rossoblu a quarti sarà quello di cercare in continuazione situazioni di vantaggio numerico. Non avendo mai visto allenamenti di Gilardino da quando è passato in prima squadra, qui a Moena colpisce la sua comunicazione. I giocatori che lo hanno visto lavorare condividono il linguaggio, gli altri anche se pochi finora si sono subito sintonizzati.

In questa preparazione Gilardino può contare sulle relazioni con staff e dirigenza per sfruttare la competenza che lo fa “sentire” a casa.

Altro obiettivo conosciuto è ridurre le disparità: basta vedere le formazioni degli esercizi e delle partite e partitelle dove cambiano i protagonisti, il tutto non gravando sulla preparazione e sulla costruzione del gioco.

I tifosi presenti a Moena godono quando ci sono le partite undici contro undici vedendo ritmo e duelli nonché fame da parte di tutti i protagonisti che vogliono far vedere qualcosa in più rispetto ad un semplice allenamento.