In Serie A, troneggiava nei Distinti! Ma tutti hanno partecipato allo show dentro il Tempio per l’ultima gara di campionato di Serie B con una coreografia da Oscar.

Il cuore è saltato in gola per la gioia e per l’emozione alcuni minuti prima dell’ingresso delle squadre in campo e il cervello, la sindrome da cronista, ha stentato ad argomentare durante la gara visto quello che succedeva con la coreografia dentro il Ferraris, qualcosa difficile da ricordare del  passato.  

Un grazie ai 33.000 e più presenti al Ferraris,  a quelli in campo, alla Dirigenza in loco, ai 777 per aver dato al popolo rossoblù a quarti un’altra data da ricordare nella storia. La cartolina di tutto il campionato, caro Vecchio Balordo, è quella di aver sfruttato l’indole che vuole il tuo popolo. Non si arriva a vincere un campionato di Serie B, in particolare quello appena finito, e non si arriva a farlo al primo colpo senza né nerbo né valore.

Non c’è stata più una gara con l’arrivo di Gilardino da “abbiamo un sogno nel cuore” e il Genoa tornato in Serie A come immaginato dallo scorso agosto. Un sogno contando le stelle, ma con tante paure. Gilardino ha scritto un pezzo di storia del Vecchio Balordo e si è detto orgoglioso di aver contribuito a generare questo amore. Vedere questo affetto è diventato per tutto lo staff e la società una grande soddisfazione.

Gilardino è entrato nel cuore del suo Popolo,  che lo ha omaggiato nel cuore della Nord con un lenzuolo con scritto: “Grazie Gilardino“. Il suo feeling è fortissimo anche con la città. E lui, un perfezionista, ha curato con Caridi e lo staff tutti i particolari della Serie B, chiudendosi dentro a Pegli per giornate intere.

Genoa non spettacolare? Difficile esserlo in cadetteria. È, però, stato sempre protagonista: le idee di Gilardino, in primis la personalità con cui si muovevano tutti in campo pur non essendo facile fare gioco, sono frutto di tanto e buono lavoro.

Semplicemente attraverso un calcio collettivo, sempre con 16 uomini in campo per continuare ad essere offensivi, attaccare gli spazi con frequenza, cercare la profondità, muoversi senza pallone, fare pressing  o pressione singola e soprattutto gestire la qualità e il fiato degli over 30 o lì vicino.

Gilardino con la sua calma e sicurezza ha trasmesso qualcosa di particolare a tutta la rosa a disposizione e tutti lo hanno seguito e gli vogliono bene. Il lavoro nel cuore del gioco partendo da dietro ha aiutato gli avanti nel cercare la profondità facendosi trovare pronti anche senza pallone tra i piedi, permettendo di utilizzare lo spazio e ai portatori di palloni il tempo giusto veloce del passaggio.

Il gioco di Gilardino è stato fatto di schemi geometrici, improntato ad un modulo di base che andava tecnicamente alla ricerca di una costruzione tattica sullo spazio da occupare e sfruttare in un determinato tempo, così da chiudere i varchi agli avversari e da aprirli ai compagni.

Anche in Serie A cercherà il rinnovamento di idee, la conosce meglio della Serie B come categoria, ma sa di non doversi dimenticarsi di imparare e migliorarsi, ma non dipenderà solo da lui la riuscita della ciambella con altro buco. Importante ascoltarlo.

Anche il progetto che avevano in mente i 777 dal loro arrivo con Blazquez, Zangrillo,  Ricciardella, Spors, Ottolini  ha preso forma con un buon portiere, la difesa giovane e tosta,  il centrocampo al completo con l’esperienza di Badelj, Strootman, Sturaro. E ancora la carica di Frendrup e Jagiello, tutto sancito nei risultati, con un Gudmundsson chiave con le sue giocate e coi suoi gol ad aprire le casseforti avversarie chiuse a doppia mandata. Infine, il il ritorno di Criscito. Nessuna dimenticanza di tutti gli altri che hanno giocato sempre all’altezza e sempre sul pezzo dal  primo minuto di gioco o quando sono subentrati.

L’obiettivo raggiunto è un grande traguardo per tutti. La coralità non solo sul campo, ma anche dietro le scrivanie è sempre stata la medicina, l’elisir di lunga vita nel gioco del pallone. Importante è continuare!

Sulla partita poco da dire. Sei “golazi” che si vedono in altri campionati. Il settimo, il rigore di Mimmo Criscito entrato durante il tempo di recupero per salutare e ringraziare, subito,  dopo aver ricevuto nuovamente la fascia da capitano da Badelj. È andato sugli undici metri per cancellare il suo passato: una favola che il Mimmo genoano aveva dentro e che non riusciva a leggere da solo. Ha dovuto farla scorrere con gli occhi davanti alla Gradinata Nord.

I Galletti, anche se imbottiti di seconde linee, hanno capito chi sono stati i più forti in tutto il campionato per superiorità tecnica e un gioco collettivo più efficace.

Poi un finale da red carpet per tutti i protagonisti, con un altro passaggio di fascia da capitano da Criscito a Sturaro: cose da Grifo. L’uscita di Gilardino ricevuta da una standing ovation di più di 33.000 persone, emozionato come quando ha vinto il Campionato del Mondo nel 2006. Questa promozione è stata più esaltante e anche per lui rimarrà nella sua storia di allenatore.