Ogni partita uno spareggio, guardando i risultati degli altri e i difetti degli avversari.

Ogni partita è uno spareggio, la Corte Sportiva d’Appello giovedì  ha deciso che anche Salernitana-Venezia si deve giocare nuovamente come le altre gare in sospeso. Entro giorno 25 marzo tutte le squadre implicate nelle gare non giocate dovranno presentare ricorso al Collegio di Garanzia del CONI. Altra vergogna del calcio italiano, il campionato sarà deciso dai ricorsi nel mese di Aprile.    

Non sfruttata l’ultima giornata di campionato per le sconfitte di chi precede il Vecchio Balordo in classifica. Domani bisognerebbe approfittare del cattivo momento della Dea che dopo aver disputato partite europee giovedì fa fatica a reggere il gioco di Gasperini.

Blessin con i cerotti a centrocampo, regalo dell’ultimo arbitro di Bologna che ha ammonito ingiustamente Sturaro e Rovella, cercherà di non far fare il proprio gioco all’Atalanta. Forzerà anche la gara alla ricerca del gol e della vittoria grazie alla fase difensiva che riesce a schermarsi ,fortificarsi nella propria area di rigore non subendo per disattenzione, per posizionamento, con i difensori che non subiscono le punte avversarie per affare di nervi, astuzia , lettura, lucidità,  tempismo.

Blessin dal primo momento ha scelto di giocare faccia a faccia contro qualsiasi avversario con aggressività, non con la marcatura  uomo contro uomo  ma con la zona brava nel raddoppiare e coprire i compagni in avanzamento. Unica marcatura ad uomo sul play avversario con il calciatore che gioca dietro la prima punta.È arrivato il tempo di non guardare in faccia nessuno, altrimenti la salvezza all’ultimo rush sarà una chimera. Il Genoa di Blessin ha dimostrato di avere doti caratteriali tecniche in miglioramento gara dopo gara con il gioco preparato e fatto in settimana  per  provare a  cercare la salvezza fino alla fine.

Importante sfruttare tutte le opportunità per  fare gol. La forza di Blessin non dare peso al risultato in anticipo per non caricare la squadra psicologicamente. Ormai lo sanno anche i fili d’erba del Pio Signorini la partita con la Dea è altra partita importante per la salvezza come tutte le altre che seguiranno fino al 23 maggio.

Manca solo il gol perché la squadra ha sempre dimostrato  in ogni gara dell’era Blessin di avere condizione e aggressività.

Blessin in ogni partita rischia,  ottiene risultati sul piano del gioco, della tattica, senza paura di sbagliare, peccato che non sia arrivato il gol, anche di deretano.

Nella formazione, se la difesa non cambierà, a centrocampo bisognerà trovare il sostituto di Sturaro. Le soluzioni non sono molte.

L’unico a sostituirlo in quel ruolo per dinamismo e aggressione è Portanova.  Melegoni o Kallon sulla corsia esterna  al posto di Portanova dietro la prima punta e la scelta tra Galdames o Amiri centrali nel tridente dietro la punta. Altra soluzione Frendrup  in campo la squadra delle ultime gare.

L’Atalanta di Gasperini è delusa dal campionato e spuntata, orgogliosa a buttare il cuore oltre l’ostacolo, ma le assenze sono pesanti per sviluppare il gioco che piace al tecnico. Gasp non parla più, se non per augurarsi la fine del Var e la quarta volta che manda in Sala stampa il segretario Marino. Gasperini non si tiene nulla dentro e per questo non andrà in sala stampa per evitare che di far capire che  se contano  solo il bilancio e le  plusvalenze , poi il campo ne risente.

 Perdere Zapata, non avere più Ilicic , vendere Gosens, non trattenere Romero e neanche Lovato sono alibi che esistono per la Dea e Gasp. Se poi aggiungiamo l’uscita di Gomez dello scorso anno è difficile dipingere sul campo come Monet, fiori, ninfee, come nei passati campionati.

Dall’ inizio del girone di ritorno gli orobici hanno vinto solamente due gare con Udinese e Sampdoria, hanno perso in casa con Fiorentina e Cagliari reduci dagli impegni europei del giovedì. Nella classifica del girone di ritorno è ferma a 9 punti. In classifica è quinta fuori dalla lotta scudetto e in lotta per una piazza Champions non solo con la Juventus, ma anche con le romane dopo le due vittorie nell’ultima giornata di campionato.

Per la sesta volta in stagione senza segnare è sintomatica dei problemi di un attacco che senza  Zapata in infermeria non gira, unico centravanti di ruolo, posizione e fisico.

Gasperini non si è arreso e nelle ultime due giornata di campionato ha abiurato la difesa a 3  per passare a quella quattro (4-2-3-1). Contro il Genoa mancherà De Roon squalificato, in precedenza in campionato lo aveva utilizzato solamente per colpa del Covid nello 0 a 0 contro l’Inter. Con la Samp è stato costretto con la squalifica di Demiral e Djimisti, metà difesa due terzi di quella titolare, che imponevano di arretrare i laterali.

La Dea pensava di aver trovato  la soluzione, in particolare con le difese schierate a tre, con  la soluzione del falso nove, con la Sampdoria è riuscita con Pasalic, con la Roma Miranchuk ha fallito e Gaspe ha ributtato nella mischia Muriel, inconcludente perché non al meglio.  Il Muriel che ha realizzato nelle ultime due stagioni 40 reti manca alla Dea.

I principi cardine di Gasoerini sono sempre gli stessi al di là dei numeri di modulo: pressing aggressivo, duelli individuali in ogni zona del campo, rispetto al passato manca una fase offensiva più varia tra attacchi diretti e attacchi più elaborati con lo scopo di riempire le aree avversarie.

Un piano che nel passato ha funzionato, adesso appare più difficile: Gasperini ha fatto fatica a sostituire i musicisti del passato o gli assenti senza cambiare la musica, perché la strategia si regge sull’integrità degli interpreti non solo in campo ma anche in panchina, sulla capacità di giocare senza cali di forma per colpa della stanchezza. Con una Dea spuntata in attacco mancano gli equilibri, senza una fase offensiva demolente risaltano anche i problemi della difesa.

La Dea vede l’Europa e si riscatta. Ribalta il Leverkusen e poi resiste. In una partita dinamica oltre il gol di Malinoskyi l’uomo di Coppa e il ritorno al gol di Muriel bravi ad approfittare delle distrazioni difensive dei tedeschi, peccato che gli uomini di Gasp non ne abbiano approfittato in altre occasioni concesse per tutto l’incontro per mettere a sicuro la qualificazione.  

Arbitro di Atalanta-Genoa sarà Abisso di Palermo. Classe 1985, imprenditore, 79 gare in Serie A, 33 rigori e 18 espulsi. In stagione 8 gare; 2 rigori e 3 espulsi.

Con la Dea 4  gare:  2 vittorie, 1 pareggio e 1sconfitta. Con il Grifo 5 gare ma 2 vittorie, 1 pareggio e 2 sconfitte.

Abisso tra alti e bassi non è stato considerato per passare nel ruolo di Internazionale neanche a gennaio scorso. Operazione poco gradita nell’AIA siciliana visto che sono stati inseriti altri arbitri: Chiffi di Padova, Pairetto di Nichelino e negli anni precedenti Di Bello,  Fabbri, Mariani, Maresca che fanno fatica a darsi del tu con il campionato italiano.

Primo assistente Galetto (Rovigo), secondo Margani (Latina), quarto uomo Santoro di Messina, VAR Nasca di Bari, AVAR Valeriani di Ravenna.

Diffidati Atalanta: Zappacosta. Diffidati Genoa: Portanova