Florentino Perez, tra i padri fondatori della neonata Superlega, ha raccontato ai microfoni del canale televisivo El Chiringuito le motivazioni che hanno spinto 12 club di tre paesi (Italia, Spagna ed Inghilterra) ad annunciare la creazione di una nuova competizione estranea a FIFA e UEFA: “Quando non ci sono entrate oltre a quelle dalle televisioni, capisci che il modo per aumentare il profitto è creare partite più attraenti. È così che abbiamo cominciato a lavorare e siamo giunti alla conclusione che facendo una Super League durante la settimana, invece della Champions League, avremmo potuto alleviare i mancati introiti. Nessuno ha montato niente. I club importanti di Inghilterra (6), Italia (3) e Spagna (3) devono trovare una soluzione a una situazione molto brutta che stanno attraversando. L’ECA dice che 5 miliardi sono andati persi, il Real Madrid aveva un budget di 800 milioni che sono diventati 700. Quest’anno, invece di 900, vediamo se arriveremo a 600. Sono 400 milioni solo per ill Madrid”.

“Si nota che il pubblico e i diritti sono diminuiti – prosegue il presidente del Real – Con la pandemia siamo tutti rovinati. Il calcio è globale, abbiamo tifosi in tutte le parti del mondo. La televisione è il mezzo che dovrebbe cambiare per adattarsi ai tempi. Bisognava fare un’analisi del perché i giovani, dai 16 ai 24 anni, non abbiano più interesse per il calcio. Ci sono tante partite di scarso interesse. Abbiamo capito che bisogna cambiare qualcosa per rendere questo sport più attraente in tutto il mondo. Sono entrato nel calcio nel 2000 e ora deve evolversi, come le persone, le società, i social network anche il calcio deve adattarsi ai tempi in cui viviamo. Il calcio stava perdendo interesse. Abbiamo fan in tutte le parti del mondo, lo si vede dai social network e dai follower. Questo è ciò che genera denaro. È una piramide: se quelli di noi al vertice non perdono soldi, i soldi affluiscono per tutti. Ma se il denaro non si genera. non esiste”.

“Sono entrato nel calcio nel 2000 e deve evolversi, come le persone, le società, i social network. Il calcio stava perdendo interesse e deve adattarsi ai tempi in cui viviamo. Un Real Madrid-Manchester o Barcellona-Milan è più attraente che una partita contro una squadra modesta che partecipa alla Champions League. 15 squadre sono quelle che generano valore per le televisioni e le altre 5 arriveranno per meriti sportivi. Siviglia? Potrei accedere, non è vero che è chiusa. Crediamo nei meriti delle squadre che lottano per essere degne di giocare una competizione come questa. Ma ciò che genera soldi è questo e noi siamo solidali. La UEFA fa entrare 120 o 130? Noi abbiamo dato 400. Se generiamo quei soldi lo facciamo per salvare il calcio in generale. La UEFA è un monopolio, dovrebbe essere più trasparente. Vogliamo davvero salvare il calcio. Sono entrato nel 2000 per salvare il Real Madrid da una brutta situazione, l’ho fatto garantendo 145 milioni. Nessun interesse finanziario personale”. 

Ancora sulla UEFA: “Stava lavorando su un altro format, quello presentato oggi, che con tutto il rispetto: primo, non lo capisco. Nessuno lo capisce. Non produce entrate per salvare il calcio. Io dico calcio e dico di salvare tutti. Il Madrid non è mio, appartiene ai partner. Ai suoi tempi in Coppa dei Campioni, la UEFA si opponeva, assurdamente. Ora vogliamo salvare il calcio per vivere in pace, senza stress. La situazione è molto drammatica. Le date? Appena possibile. Diciamo che parleremo con UEFA e FIFA. Noi l’abbiamo generata, vediamo come si accederà ai cinque posti. Ma come abbiamo detto nel comunicato parleremo con la UEFA”. 

Giocatori a rischio esclusioni dalle competizioni UEFA e FIFA? “Possono restare totalmente tranquilli, non succederà. È la confusione di chi controlla i monopoli. Ovviamente la UEFA è un monopolio. Deve essere trasparente, non si è fatta una buona immagine nel corso della storia ma non voglio parlare di queste cose. Non devono minacciare nessuno, nessuno ha fatto nulla di male. Il suo format a nostro avviso non funziona: ho parlato con tutte le leghe, federazioni ma nessuno lo capisce. Dice anche che inizia nel 2024…nel 2024 siamo morti. Ci sono club che hanno perso centinaia di milioni”. 

La Champions League rischia di saltare? “Non accadrà, la legge ci protegge. Non entreremo in tematiche legali, ma non è possibile. Quelle della UEFA sono minacce da parte di qualcuno che scambia un monopolio come la proprietà. Non dobbiamo minacciare, dobbiamo dialogare. Abbiamo offerto un format che crediamo salvi il calcio, come lo credevano quando hanno creato la Coppa dei Campioni. Non hanno intenzione di buttare il Real fuori dalla Champions League, ne sono del tutto sicuro. Nemmeno il City. La UEFA non è mai stata trasparente, il monopolio è finito ormai. Il calcio sta per andare in bancarotta, non solo i grandi ma tutti. Se non ci sono soldi nelle major, non comprano giocatori da altri. È una piramide. Quello che non possono fare è insultare, come ha fatto il presidente UEFA nei confronti di un nostro collega. È un brutto modo di rivolgersi ad Agnelli. Impresentabile. Non direi queste cose a nessuno in pubblico. […] Con gli introiti della Champions si muore. Sempre meno pubblico e meno soldi. Muoiono grandi, medie e piccole. Entrano nel 2024? Nel 2024 siamo morti tutti. Non partiamo da zero, ma sommeremo le coppe alle Champions League vinte”. 

Su Bayern Monaco e Paris Saint-Germain, che per il momento non hanno aderito alla Superlega: “Non abbiamo invitato il PSG, abbiamo chiuso a 12. Nemmeno le due tedesche. Siamo in 12 e possiamo arrivare a 15. Non so perché qualcuno abbia detto che avremmo lasciare i campionati: le leghe nazionali sono il pilastro di tutto. La Champions League attrae dai quarti, il resto interessa poco. Giochiamo contro squadre modeste che non hanno appeal. Quando abbiamo i soldi parliamo e li distribuiamo, crediamo nella solidarietà. Crediamo nella solidarietà e nei valori. La Premier League? È radicata in tutta l’Inghilterra. Se ci sono club più forti, sono tutti più forti. Se invece i meno grandi sono meno forti, questo influisce sul calcio. Il calcio ha abbassato il suo appeal tra i giovani, questo è certo: noi vogliamo ricreare attrattiva. Che lascino il tablet e il cellulare: migliori sono le partite, più saranno divertenti”.

Perez chiama a gran voce anche Napoli e Roma: “La meritocrazia non può esistere a metà. Avranno diritto anche Napoli e Roma…se non è per quest’anno, sarà per il prossimo. Ma quello che genera denaro sono le 15 squadre fisse che giocano tra ogni settimana. È lo spettacolo più grande. Abbiamo parlato di tre paesi, non sappiamo quali criteri useremo ma ci lavoreremo. Sarà il merito sportivo. Parleremo con la FIFA, con la UEFA per un campionato chiuso. Adesso però abbiamo il compito di dire, a quelle persone che ci hanno criticato, che quanto hanno detto non è vero. Hanno detto che sarà solo per i ricchi, ma non è vero. È per salvare il calcio e basarsi sulla solidarietà. Boris Johnson? Gli hanno detto che la Premier scompare, ma quando si accorgerà che non è vero e che è anche una sciocchezza…tutto tornerà alla normalità”.