Atalanta-Genoa da sobbalzi e tremiti. Fiducia per il Genoa. Ballardini e il suo staff avranno studiato nei minimi dettagli strategie e principi di Gasperini: il pressing alto, la gestione rispetto al sistema di gioco avversario, le marcature ad uomo e in anticipo sui riferimenti avversari, lo scambio delle marcature, la duttilità nel cambiare posizioni e ruoli.

Ballardini non si fascerà la testa in anticipo perché oltre i pregi della Dea avrà analizzato anche qualche difetto: il comportamento difensivo nelle situazioni in cui vengono persi i riferimenti e in quelle non organizzate sul pressing mancato, l’atteggiamento delle fase difensiva rispetto alle scalate in avanti e i difetti nel coprire il lato debole.  I gol subiti dalla Dea, non pochi (22) e quasi tutti con le stesse caratteristiche, sono compensati dai 40 realizzati: saltato il primo pressing gli avversari del Gasp non hanno fatto tanta fatica ad impegnare Gollini.

Ballardini preparerà il Vecchio Balordo focalizzando le principali linee di gioco e i compiti di ogni singolo calciatore nelle catene e triangoli cari a Gasperini. Metterà in evidenza l’attacco della profondità sia laterale, il principale, sia centrale. Al di là degli spazi cercarli, aprirli e chiuderli per Ballardini e i suoi ragazzi sarà una questione di punti.

Ballardini non si piange addosso per non aver incontrato la Dea in autunno in crisi per gioco e fiato giocando su tre fronti. Il Genoa se la giocherà a Bergamo a modo suo come visto dall’arrivo di Ballardini. Tutti dietro la linea del pallone o tutti davanti, una strategia che dal suo arrivo ha indirizzato e raddrizzato una stagione, tutto con il rispetto dei ruoli di ogni calciatore delle posizioni in campo, due linee compatte e “cazzute” per levare spazi.

Il Vecchio Balordo che prendeva gol e faceva a fatica a farli non portava da nessuna parte. Meglio provare prima a non prenderle, cercando di non far saltare il banco con errori individuali che da tempo hanno causato tanti punti persi. Semplicemente con meno movimento quasi  organizzato e caccia ai punti salvezza.

Ai centrocampisti rossoblù a quarti Balla chiederà di fare al meglio le due fasi e leggere bene le ripartenze orobiche chiudendo tutte le linee di passaggio e aiutando  la fase di non possesso, cercando in fase di possesso negli spazi non sempre presidiati da Romero e compagnia.

Sarà bello per i giocatori del Genoa, come succede nel 90% delle gare del campionato, giocare con la difesa schierata pensando di potersela giocare così contro avversari forti. Potrebbe essere utile se Kevin Strootman si ricordasse le parole di ammirazione di Rudi Garcia alla Roma nel 2014: “è come una lavatrice, quando gli arriva un pallone sporco te lo ridà sempre pulito“.

Solo un auspicio: controllare da vicino e quasi a uomo le sterzate di Ilicic che cambiano i risultati.

Sarebbe solo retorica scrivere Davide contro Golia, anche se nel  cuore e nella mente di ogni genoano viaggia perché il  pallone non sarà mai una scelta esatta e si ciba di emozioni, in particolare in questo campionato al Virus.

La formazione di Zio Balla si può annunciare già oggi. La squadra che ha fatto bene con il Bologna, ma anche in precedenza. L’unico dubbio Lerager dopo che giocato 120’ contro la Juventus., Criscito al rientro al posto di Bani o Czyborra.

Strootman lo ha dichiarato lui che deve ritrovare il ritmo partita, mentre Onguéné, se convocato, è tra i papabili dei cinque cambi.

Sul fronte Atalanta, continua il periodo d’oro della Dea che non può più chiamarsi favola. Chi la paragonava a favole del passato come Cagliari, Samp, Udinese, Chievo, Sassuolo ha dovuto ricredersi vista la continuità di punti e reti: l’Atalanta del Gaspe ormai è un habitué della Zona Champions.

La crescita dell’Atalanta sul campo è anche merito della proprietà. Il Presidente Percassi controlla il suo business con una mastodontica holding chiamata Odissea. Controlla la squadra di calcio ed è un raggruppamento di società attive nell’immobiliare capace di generare una fatturato di oltre 600 milioni di euro, sistema in cui l’Atalanta contribuisce non solo con risultati sul campo, ma anche col suo bilancio positivo che si aggira negli ultimi anni intorno ai 30 milioni di euro.

La favola della Dea una morale che insegna: l’amore, la tattica, la tecnica fanno molto, e il denaro tutto il resto. Gasperini, una iena con qualsiasi  risultato di mezzo, ha compiuto un autentico miracolo e sta ponendo a Bergamo le basi per portare un Trofeo ma anche un futuro radioso avendo portato la società a livello delle sorelle del campionato super nominate e pompate.

Passata la tempesta Gomez, ma anche durante, Gasperini difficilmente si è scomposto, dimostrando di avere il timone della squadra nelle mani e l’assenza del Papu non lo spaventava. Tatticamente è cambiato qualcosa senza l’ex  capitano con la mossa Pessina: Gasperini ha rinforzato il centrocampo trovando con il giocatore cresciuto da Juric lo scorso anno, l’equilibratore di un sistema frenetico risultando imprescindibile per una squadra che  con Gomez in campo imbarcava tatticamente acqua.

Tatticamente con Pessina può giocare col 3-4-1-2 e col 3-4-2-1. Pessina non è il Papu, ma Gasp può mettere in campo un attaccante pesante e meno dedito alla fase difensiva, con Zapata unico sicuro del ruolo. Ilicic è tornato la “sterzata” che fa saltare le difese avversarie. Sorprende l’intelligenza tattica di Pessina, che permette ai vari calciatori bergamaschi negli spazi liberati di attaccare in tanti l’area avversaria.

In questo circo del gol non bisogna dimenticarsi di Miranchuk, il mancino cui piace giocare a destra, e Malinovski, il sostituto naturale di Gomez del passato. Il russo e l’ucraino sono stati definiti i mortai del Gaspe viste le loro castagne da fuori area. Alle bocche di fuoco con gli inizi di febbraio dovrebbe aggiungersi anche Pasalic, maestro negli spazi, che garantisce verticalità e inserimenti dentro le linee avversarie.

Prima di cambiare Pessina Gasperini ci penserà: con i tre stranieri nominati si può cambiare modulo di gioco, ma si dovrebbero richiedere altre responsabilità creative non solo ai centrocampisti e agli esterni, ma anche ad uno degli attaccanti.

L’Atalanta  dal 9 dicembre dopo la vittoria in casa dell’Ajax giocando ogni tre giorni è stata la squadra che ha collezionato 5 vittorie e tre pareggi realizzando 22 gol. Non avendo perso in precedenza con il Verona di Juric,  con la Samp di Ranieri e non avendo pareggiato con il Bologna 2 a 2 prima di Natale, Gasperini si giocherebbe la prima piazza in classifica.

Gasperini e tifosi sognano in campionato, ma anche aspettando la partita di Champions a febbraio: andata e ritorno contro il Real Madrid. Formazione sarà la solita titolare: visti  molti assenti nella gara di Coppa Italia contro il Cagliari con il dubbio Pessina alle prese con problema muscolare. Senza Pessina tornerà al 3-4-2-1?

Atalanta-Genoa sarà diretta da Marinelli Livio della sezione di Tivoli, nato nel 1984, Maresciallo nel Corpo degli Alpini 7° Reggimento, in missione in Afghanistan. Ha iniziato a fischiare sui campi di calcio nel 2002, ha debuttato in Serie A nell’ottobre 2017 con Atalanta-Verona. Dal 1° settembre 2020 ufficialmente nella Can A e B riunificata. Sette gare dirette in serie A, un rosso sventolato, un rigore. In stagione 3 gare in serie A e 4 in B, 1 rigore assegnato e zero espulsi. Solo una gara diretta con la la Dea, quella dell’esordio,   e anche col Grifone solo una gara diretta, quella vinta contro l’Empoli ad inizio campionato 2018.

Primo assistente Ranghetti di Chiari, secondo Sechi di Sassari, quarto uomo Serra di Torino, VAR Giacomelli di Trieste, AVAR Preti di Mantova.

Diffidati Atalanta: Djimsiti, Toloi. Diffidati Genoa: Badelj, Bani, Ghiglione, Masiello.