Sconfitto il Crotone con un rotondo 4-1, il nuovo Genoa di Maran è impegnato oggi nella difficile trasferta di Napoli contro gli azzurri partenopei, anche loro vittoriosi all esordio in campionato. Il Genoa dovrà rinunciare al portiere Perin, positivo al Covid. Tra i pali ci sarà Marchetti.

Uno sguardo d’insieme sul Napoli.

Il Napoli è allenato da Rino Gattuso, tecnico che, dopo aver faticato ad inizio carriera, è diventato ora allenatore da top club. Il mister calabrese è accompagnato nella sua avventura sotto il Vesuvio da uno staff di tutto rispetto. La squadra azzurra scende in campo con il 4-3-3 e fa del possesso palla e del gioco rasoterra i suoi dogmi, gioco che per certi versi ricalca quello di Sarri.

L’analisi reparto per reparto. Partiamo dalla difesa.

Tra i pali oggi probabilmente verrà schierato Meret, portiere giovane e forte in tutte le caratteristiche del ruolo, sicuramente uno dei più bravi tra gli italiani. Meret si contende la titolarità del ruolo con Ospina, esperto numero 1 colombiano molto portato al gioco con i piedi, cosa importante per mister Gattuso. Il reparto difensivo schierato in linea è formato da Di Lorenzo, Manolas, Koulibaly e Mario Rui, una difesa affiatata e di sicuro affidamento. I due esterni di fascia sono Di Lorenzo a destra e Mario Rui a sinistra. Di Lorenzo ha gamba ed è molto pericoloso negli inserimenti senza palla, i suoi traversoni sono spesso decisivi. Mario Rui possiede più tecnica e più capacità balistiche. In fase difensiva entrambi palesano qualche neo. Manolas e Koulibaly formano una delle coppie più forti in campo europeo, possiedono velocità, stacco aereo, forza esplosiva e facilità di lettura dell’azione. Lavorano molto bene di reparto, se uno dei due va in difficoltà anche l’altro ne risente- Koulibaly è giocatore ambito dalle top squadre europee.

Il centrocampo.

Fabian Rui, Demme e Zielinski compongono un reparto di tecnica e fantasia. Fabian Rui e Zielinski sono i due interni. Lo spagnolo, giocatore dal piede sinistro dolce, non è velocissimo di gamba, ma lo è di pensiero. Il polacco è ambidestro, bravo al limite dell’area nell’uno contro uno e nel tiro in porta, è rapido e non dà punti di riferimento. Demme è il metronomo, bravo nel pressing e nell’accorciare gli spazi: ottimo ruba-palloni, gioca in maniera facile e redditizia. Al suo posto però potrebbe giocare Lobotka, più portato alla regia e al lancio lungo, ma meno all’aggressione.

L’attacco.

Mertens, Osimhen, Insigne sono tre attaccanti di assoluto livello e possono decidere le sorti di una partita in qualsiasi momento del match. Mertens staziona prevalentemente nella zona destra dell’attacco napoletano, usa preferibilmente il piede destro, è rapido, svelto nel capire lo sviluppo dell’azione ed è il giocatore della storia del Napoli che ha realizzato più reti. Insigne agisce sulla sinistra: tutto destro, ha dribbling e i suoi tiri a rientrare sono autentici capolavori, calcia bene le punizioni. Osimhen, nuovo acquisto proveniente dal Lille, nigeriano, ha fisicità e buona tecnica: devastante quando è lanciato in profondità, calcia con il piede destro. Domenica, con il suo ingresso al 15’ del secondo tempo nella partita di Parma, ha sparigliato le carte. Potrebbero essere della partita Lozano e Politano, due esterni d’attacco, anche se i primo può essere impiegato come punta centrale. Politano è un giocatore tutto-sprint e dribbling: soltanto mancino, è pericoloso nei tiri dalla distanza. Lozano ama essere lanciato in profondità e calcia principalmente con il piede destro, anche lui è in possesso di un cambio di passo notevole.

Come si comportano sulle palle inattive?

Quando difendono sui corner e sulle palle ferme, si mettono a zona e anche Osimhen retrocede. In fase offensiva sui corner alternano la battuta lunga al gioco corto per far muovere i difensori avversari, ed è così anche nelle punizioni laterali. Quando cercano la battuta lunga si incaricano del tiro Insigne, Mario Rui, Fabian Rui, Zielinski, tutti ottimi colpitori. Quando le punizioni sono al limite dell’area, gli incaricati sono gli stessi.

In conclusione?

Subito un test probante per il Genoa, che presenta numerosi acquisti tra le sue fila e che probabilmente godrà ancora di qualche innesto. Bisogna dare continuità al gioco e ai risultati per riacquistare autostima e fiducia, cose indispensabili per affrontare un campionato che regali qualche gioia e qualche soddisfazione ai giocatori e al popolo genoano. Certo, l’assenza di Perin sarà pesante, nella speranza che i tamponi di oggi non individuino altri positivi.


Genoa, Lukas Lerager è diventato papà nella notte

Articolo precedenteGenoa, l’esito dei tamponi dopo la positività di Perin
Articolo successivoGenoa, la squadra lascia l’hotel e parte per Napoli
Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.