Ieri gli arbitri e le nuove regole, oggi gli allenatori. Non c’è solo il calciomercato: il campionato inizia sabato prossimo. La Serie A 2020/21 che sta per iniziare continuerà a passare alla storia come il campionato degli allenatori.

Meno male che 18 su 20 sono italiani, anzi 19 perché Juric si è laureato a Coverciano. L’unico straniero è Fonseca della Roma. Nel campionato di Serie A la scuola allenatori italiana è all’avanguardia, se a quelli in attività aggiungiamo Allegri, Sarri, Mazzarri, Spalletti, i più famosi senza ingaggio.

Tutto al contrario per quanto riguarda i calciatori italiani: in ogni stagione si riducono quelli che calcheranno il prato verde da titolari.

Continua l’abbaglio, lo sbaglio, non si capisce oppure si capisce con il gioco delle tre scimmiette perché Presidenti, direttori sportivi e allenatori continuano ad affidarsi a stranieri qualitativamente uguali o inferiori agli italiani. Sono più forti e convincenti gli agenti e mediatori che propongono calciatori stranieri? C’è qualche beneficio economico?

Troppi i calciatori stranieri che non sono sicuramente più bravi dei  giovani italiani che si battono e distinguono nei campionati Primavera. Il primo, anzi l’ultimo, a sollevare il problema  è stato il commissario tecnico della nazionale Mancini al suo insediamento. Ogni volta che giocano gli Azzurri una piccola lezione al calciomercato e alle società di calcio italiane con tanti giovani interessanti in campo. Un Talent Show del pallone che dà i suoi frutti economici anche nel calciomercato.

È cambiata la figura del Mister e continuerà a cambiare stagione dopo stagione. Non ci sono le sparate di allenatori che sembravano graffianti improvvisazioni, di allenatori che comunicavano alla Carletto Mazzone e alla Alex Fergusson, i quali stanno di diritto su questa piramide avendo un unico obiettivo: essere al servizio della squadra.

Le interviste sono quasi architettate, in particolare in cima alla classifica per tenere in scacco la dirigenza: l’ultima è quella di Antonio Conte a luglio. La sottile contrapposizione studiata, figlia del compimento della strategia senza risultati.

Maestri di comunicazione studiata per cercare di entrare nelle grazie dei tifosi, aizzare la stampa cerano di essere immagine della squadra e parafulmine della società, in prima linea davanti alle delusioni delle sconfitte, alle gioie e alle vittorie.

Non si è ancora arrivati agli “zero tituli, rumore di nemici, prostituzione intellettuale, modello Special One, ma ci avvicineremo a tutto questo con questo calciomercato 2020 che non potrà soddisfare le liste degli acquisti proposte dai tecnici. Dopo il 5 ottobre le lamentele striscianti non saranno all’ordine del giorno per giustificare futuri insuccessi, ma avverranno tramite web e social di amici.

In qualche squadra la scorsa stagione, non solo estiva, è apparso che i calciatori se vogliono giocare devono aderire al sistema tattico del Mister e non viceversa, anche se tutto non corrisponde alle loro caratteristiche generali tecnico-tattiche .

A che gioco giocheranno: il solito con il 5-3-2 mascherato da 3-5-2, tra protezione e difensivista, o chi prediligerà aggredire in avanti e avere il possesso pallone.

Non cambierà il 3-4-2-1 di Gasperini e Juric, modulo che vista l’intensità di gioco e la preparazione fisica ottimale varia nel 3-4-3. Il vecchio WM solo per data di nascita che affronta e accetta l’uno contro uno senza alcuna protezione se non è sostenuto e sopportato   dal movimento collettivo .

Il 4-2-3-1 di gran moda in Europa, l’evoluzione del 4-4-2 attuato in Italia solo da Ranieri alla Sampdoria, sarà riprovato da De Zerbi in particolare, Gattuso e Pioli .

Tornato anche il 4-3-1-2 sotto la Mole, sponda Torino, con Giampaolo, e continuerà con Liverani al Parma. Ad utilizzarlo non sappiamo se sarà anche Maran al Genoa e se il tecnico rossoblu sarà intenzionato ad utilizzare il modulo preferito usato con Chievo e Cagliari lo scorso anno. Nelle amichevoli ha virato sul 3-5-2.

Pirlo, al suo esordio in panchina fresco di patente di allenatore Uefa A conseguita in questi  giorni, non farà esperimenti alla Juventus e si affiderà al modulo base del calcio, il 4-3-3 con ruoli chiari e ben definiti. Ha già battuto cassa alla famiglia Agnelli con la richiesta di un centravanti.

Tra le neo promosse, il Benevento con Pippo Inzaghi predilige il 4-4-2, mentre il Crotone di Stroppa il 3-5-2 e lo Spezia di Italiano il 4-3-3. Tutti e tre gli allenatori in Serie A qualcosa a livello tattico dovranno modificare: il salto non è facile da assorbire .

Ancora una volta con i numeri dei moduli si può rappresentare solo una semplificazione della fase statica di non possesso indicando sul campo in generale la dislocazione dei giocatori. L’unica quasi certezza è se le squadre giocano con una difesa schierata a tre o quattro calciatori cercando di capire se il marcamento è a uomo o a zona oppure a zona mista con più marcatori, con o senza libero.

Un sistema di gioco deve essere attuato da un tecnico avendo sempre caratteristiche fondamentali, indispensabili per ogni numero di modulo, e deve essere sempre: equilibrato nelle due fasi di gioco, possesso e non possesso. Elastico per mantenere gli stessi equilibri con qualsiasi avversario anche se con un atteggiamento diverso o cambiando funzione o posizione a qualche calciatore in campo. Razionale, formulato in base alle caratteristiche fisiche, tecniche e tattiche (e di personalità) dei calciatori a disposizione.

Nella situazione anomala di questo campionato che si gioca con il calciomercato tutte le carte potrebbero rimescolarsi  dopo il 5 ottobre. Tre giornate di campionato che si giocheranno dove conterà non perdere.