Il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, è tornato a parlare all’ora di pranzo ai microfoni dei colleghi di Sky Sport 24, il giorno dopo il suo intervento sulle frequenze di Radio Marte (clicca QUI per leggere e ascoltare le sue parole). La FIGC, così come la Federcalcio della Spagna (clicca QUI per approfondire), ha proposto di mettere a disposizione dell’emergenza il proprio centro tecnico: è questa la novità delle ultime ore, annunciata poco fa da Gravina. Dalle varie ipotesi per portare a termine il campionato al tema degli allenamenti, fino ad arrivare alla sintonia con le altra Federazioni. Di seguito le sue dichiarazioni:

Quanto ha fatto il mondo del calcio in questo momento di grande emergenza? “Il calcio ancora una volta ha dimostrato una grande sensibilità nel cercare di stare sempre più vicino ai suoi tifosi, lanciare messaggi di solidarietà e un grande abbraccio a chi sta soffrendo in questo momento. Sono state messe in campo alcune idee progettuali, mi riferisco alla campagna ‘Le regole del gioco’ che hanno lanciato i Campioni del Mondo del 2006 e alla solidarietà di tutte le società. Vorrei aggiungere un altro piccolo tassello, aldilà di quello che la UEFA ha riconosciuto come processo pilota, oggi la Federazione mette a disposizione il proprio gioiello di famiglia per il nostro Paese. Abbiamo proposto di mettere a disposizione dell’emergenza il centro tecnico di Coverciano. Due settimane fa abbiamo messo a disposizione una palazzina per i Vigili del Fuoco, oggi mettiamo a disposizione tutta la nostra foresteria e la grande palestra e auditorium dove potranno essere ricavati dai 20 ai 30 posti per la rianimazione. Questo è il calcio che mostra il suo vero lato. Siamo pronti a mettere in campo tutte le nostre energie per accompagnare un processo che tutti assieme dobbiamo percorrere vincere”.

“Il calcio è migliore di quello che in tanti vogliono far apparire: il calcio oggi non chiede al Governo risorse, è in un momento di riflessione. In tanti stanno cercando di strumentalizzare la dimensione economica del nostro mondo, credo che oggi vadano valorizzare le reali dimensioni del mondo del calcio e dello sport. Stiamo cercando di difendere quello accompagna il mondo del calcio e soprattutto cerchiamo di adattare la storia del calcio italiano a quelli che sono i nuovi valori che stiamo riscoprendo in queste giornate, tutti assieme dobbiamo sviluppare una maggiore capacità di adattamento. Sapendo – lo dico senza false retoriche – che tutto quello che il calcio sta facendo in queste giornate è un processo di auto-analisi. Abbiamo tanti problemi, anche tanti, ma stiamo cercando di risolverli al nostro interno con la consapevolezza che un processo di grande innovazione nel mondo del calcio dipende anche dalla capacità che saprà dimostrare il mondo che è fuori a quello dello sport.”

Una delle ipotesi potrebbe essere chiudere la stagione 2019/2020 nei mesi in cui sarebbe in programma quella 2020/2021? “Penso proprio di no, perché comprometteremmo entrambi i campionati. Non bisogna dimenticare il fatto che avremo l’Europeo a giugno 2021. Prenderemo decisioni in tempi rapidi. Vorrei aggiungere un altro elemento: pensiamo che il calcio viva solo dell’assegnazione dello scudetto, ma dobbiamo assegnare 4 posti in Champions e 2 in Europa League, dobbiamo stabilire promozioni e retrocessioni dei diversi campionati. Dobbiamo venire alla definizione della stagione 2020/2021.”

Oggi pomeriggio si comincerà a discutere sul tema dei finanziamenti: quali sono le linee guida che il mono del calcio vorrebbe indicare al Governo? “Siamo convinti che l’applicazione di alcuni fattori di sviluppo al nostro interno dobbiamo cercarli da soli appellandoci a tutte le energie e le capacità: quello che chiediamo è un processo di innovazione che ci dia la possibilità quei fattori di sviluppo che andremo ad individuare. Non chiediamo soldi, bensì la rivisitazione di alcune norme che impediscono lo sviluppo del calcio, che fanno da tappo. La legge fondamentale dello sport italiano è del 1971, ora siamo nel 2020: abbiamo bisogno di ammodernamento e rivisitazione di alcune norme.”

La decisione sull’assegnazione o meno del campionato diventa difficile se non si guarda cosa succede all’estero. Tra Federazioni, a livello europeo, quanto state parlando di questi scenari? “Sono in contatto costante sia con FIFA che con UEFA. Ieri ho avuto uno scambio di  riflessioni con Luigi Rubiales (Presidente della Federazione spagnola, ndr). Mi sto confrontando con il mondo internazionale: non ho il dono dell’infallibilità nell’adottare decisioni, sto cercando di imparare, studiare e captare quelle che possono essere le esigenze del mondo del calcio. Sono convinto che la UEFA ci darà una grande mano.”

In questi giorni ha ricevuto documenti da parte delle Leghe A, B e C sulle perdite, le cifre stimate sfiorano il miliardo di euro. All’interno del Consiglio Federale sarà possibile trovare un accordo in cui le potenziali perdite possano essere divise in parti uguali? “Credo che le cifre che sono state fatte circolare siano particolarmente elevate, mi sembrano fuori da ogni logica in termini di danno emergente. È evidente: il mondo del calcio in questa emergenza vive la sua emergenza. Non dimentichiamoci che i presidenti delle società a loro volta sono imprenditori, i tifosi sono lavoratori che subiranno una serie di criticità. Tutti assieme dobbiamo trovare un modo per uscire da questa emergenza, siamo chiamati ad un gesto di responsabilità e umanità. È il momenti di dimostrare che davvero sia ama il calcio

Sull’ipotesi di una Serie A a 22 squadre, ventilata nei giorni scorsi anche dal presidente della Sampdoria Massimo Ferrero: “Noi abbiamo una stella polare: le nostre norme. Non è facile modificare format che già sono stati fissati all’intento delle nostre norme federali. L’ipotesi di passare di un campionato a 22 squadre in Serie A, soprattutto con l’esigenza di fare meno partite, francamente credo diventi davvero ingestibile. Mi sembra abbastanza poco percorribile come ipotesi.” 

Sulla reazione della Nazionale Italiana alla decisione di rinviare EURO 2020: “Con Mancini abbiamo condiviso subito l’idea del rinvio dell’Europeo. Ci è dispiaciuto moltissimo: ho pensato subito ai miei mille volontari coinvolti, a tutti coloro che sarebbero stati impegnati nell’organizzare un evento straordinario che avrebbe visto l’Italia in grande spolvero. La battuta di Mancini – che io chiaramente non posso offuscare – è che invece di vincerlo nel 2020 lo faremo nel 2021. Superiamo la sfortuna che di solito è collegata all’anno bisestile.”

Sulla questione allenamenti: “Ci sono dei medici, degli specialisti, delle professionalità che hanno l’esatta conoscenza dello stato delle cose. Invito tutti a partire assieme e cercare di arrivare assieme.


Serie A, Gravina: “Pronto a tutto per portare a termine i campionati” – AUDIO