Massimo Ferrero non ha dubbi: la Serie A dovrebbe terminare con il congelamento delle classifiche (ad oggi si è giocato il 67% delle partite) maturate prima dello stop forzato al campionato in seguito all’emergenza sanitaria per diffondersi del contagio da Coronavirus. Il presidente della Sampdoria, intervenuto ai microfoni di Radio Radio, ha confermato come tutti i giocatori blucerchiati siano in buone condizioni di salute (“Dio ci ha aiutato anche in questo”) avanzando la proposta di un campionato 2020/2021 arricchito da un paio di squadre per venire incontro alle istanze del Benevento, capolista in Serie B con 20 punti di vantaggio sul Cosenza: “Penso che il campionato sia finito? Non è che lo penso, ma a qualcosa dobbiamo rinunciare. Per me il campionato finisce qui. Come sarebbe quello dell’anno prossimo? Sarebbe lo stesso. Per il prossimo ci sono delle ipotesi che stanno gi valutando: si può giocare a 20 o a 21 squadre. Il Benevento che ha 69 punti, che deve dire? Non può restare a guardare”.

“Finire così come siamo: questa è la direzione da prendere se vogliamo fare gli Europei. So che Lotito mi odierà ma così è la vita – prosegue Ferrero – Per me dovrebbe finire, per me finisce così. Questa è la direzione da prendere. Essendoci molti interessi, essendo un mondo particolare, ognuno fa gli interessi propri e non c’è niente da dire: la Lazio sta facendo un campionato meraviglioso e vorrebbe giocare già domattina, ma non si può. Dobbiamo restare tutti molto sereni: tu puoi essere il più grande atleta del mondo ma se ti ammali c’è poco da fare, la malattia non guarda in faccia nessuno. Ipotizziamo di riprendere dopo lo stop-day del 4 aprile. Se ci danno un mese di preparazione, dal 4 aprile arriviamo al 4 maggio: dovremmo fare 12 partite e arriveremmo quindi ad agosto. Che succede con gli Europei del 2021? E con il campionato successivo? Cominciamo a parlare del dopo, non del prima”.

La Sampdoria è a un solo punto dal terzultimo posto? Ferrero ribadisce: “Forse non ci siamo capiti o mi sono spiegato male. Ho detto che dobbiamo rinunciare tutti a qualcosa perché tutti abbiamo i nostri interessi e non siamo tutti sulla stessa asticella. Io non sto a un punto da niente, se fossi stato sotto avrei detto lo stesso. Andiamo a fine luglio? Avete idea a fine luglio? Dopo un mese di ferie e il mercato, che sarebbe un disastro, cominceremmo a ottobre. Sto guardando il dopo: a che cosa vogliamo rinunciare? Questo è il senso, mica perché sono a un punto dalla B. Io sono pronto a giocare a pallone domattina, magari potessimo ripartire tutti quanti. Ma non deve ripartire il calcio: deve ripartire l’Italia. C’è gente che muore, noi siamo dei privilegiati. E ancora parliamo del fatto che sono a un punto dalla B?”.


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