Sui quotidiani sportivi lusitani viene data parola al dottor Eduardo Filipe, coordinatore medico della cittadella dello sport di proprietà dello Sporting Braga, sottolineando come le prossime settimane saranno decisive per gestire la fase di mitigazione del contagio da Coronavirus in Portogallo. I colleghi francesi dedicano su L’Equipe un’intera prima pagina a medici ed infermieri al lavoro negli ospedali del paese. Fra gli eroi della nazione c’è anche la 34enne Ladia Badiane, giocatrice di basket professionistico oggi in prima linea nel ruolo di infermiera in un reparto di terapia intensiva nella città di Esonne.


GLI APPROFONDIMENTI SUL GENOA 

CORRIERE DELLO SPORT – La Lega Serie A non prenderà mai la posizione di diversi presidenti, ovvero quella di chiudere così la stagione, salvo indicazioni dal Governo. In ballo troppi soldi per i diritti televisivi venduti alle emittenti, per ora garantiti per cause di forza maggiore. La riunione di ieri si è infiammata dopo le parole di De Laurentiis, che ha contestato la scelta di alcune società (Inter, Juventus, Milan e Parma) di rimandare a casa gli stranieri negativi al tampone per COVID-19. Genoa e Sampdoria (che ha donato 100mila euro al San Martino) sono fra le squadre favorevoli a non portare a termine il campionato, Lazio e Napoli in prima linea per fare sì che si concluda sul campo in estate fra giugno e luglio. Della stessa idea anche il presidente FIGC Gravina. Dalla ripresa degli allenamenti (difficilmente il 4 aprile) e la prima partita dovranno passare 4-5 settimane. Chi poi tornerà in Italia dall’estero dovrà scontare un regime di quarantena forzata.

GAZZETTA DELLO SPORT – Cresce il fatturato ma con lui anche i costi: come può un campionato così indebitato come la Serie A difendersi dall’emergenza Coronavirus? Se la stagione non riprende – sottolinea la rosea in prima pagina – si rischia il collasso fra spese, stipendi e trasferimenti. Mentre gli incassi derivanti dagli stadi restano indicativamente gli stessi, i proventi dai diritti televisivi sono saliti da 1,3 miliardi a 1,44 miliardi anche grazie alla Juve di Cristiano Ronaldo e alla crescita dell’Inter, che ora temono una battuta d’arresto proprio nel bel mezzo della loro fase espansiva. Cairo non ha dubbi: “Se il campionato dovesse ripartire, gli allenamenti vanno ripresi insieme e va terminato entro il 30 giugno”. Se le due genovesi ricavano importi simili dai diritti televisivi, il Genoa nella stagione 2018/2019 presentava un debito netto pari a circa 100 milioni di euro. I conti della squadra di Preziosi migliorano grazie alle ricche cessioni, su tutte quelle di Piatek e Pellegri. La gestione ordinaria viene definita “squilibrata”, corretta solamente dalle operazioni di mercato che ne ripristinano anche l’integrità patrimoniale. L’esercizio 2019, ancora da approvare, beneficerà anche dei 26 milioni derivanti dalla cessione di Romero, elemento che potrebbe venire utile ai bianconeri solamente in caso di cessione di Rugani. Chi invece resterà un altro anno a Genova è Goran Pandev, pronto a rinnovare contratto e sfida con la Macedonia: l’obiettivo è portarla con un anno di ritardo agli Europei del 2021.

IL SECOLO XIX – Intervista a Vincenzo Di Giovanni, ex attaccante del Genoa frenato da un gravissimo infortunio patito proprio con la maglia rossoblu. Il Bologna nelle ultime settimane ha riacceso la discussione legata allo Scudetto del 1925, ricevendo nei giorni scorsi una risposta dalla Fondazione Genoa 1893: “Stupisce che in questo grave momento si voglia acutizzare la disputa storica su quel campionato”. 

In Serie A il nodo sulla ripresa o meno del campionato resta eccome: uno stop costerebbe perdite per circa 700 milioni di euro, si studia un piano economico tripartito (Serie A, B e C) da presentare al Governo. Mentre UEFA ed ECA cercano una soluzione per terminare le competizioni internazionali Lotito chiede a gran voce i playoff. Percassi e De Laurentiis vorrebbero terminare la stagione, Genoa e Sampdoria si oppongono ai playout in compagnia di tutte le squadre di bassa classifica. Se la stagione non finisse, l’idea di molti presidenti è di chiedere ai giocatori un taglio del 30% dei loro stipendi, per tamponare una parte dei diritti televisivi mancanti con una cifra vicina ai 300 milioni di euro.


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