Si è aperta sotto fitti banchi di nuvole e scrosci di pioggia la prima giornata di Claudio Ranieri alla guida della Sampdoria. Arrivato in città nella serata di ieri, oggi il tecnico dirigerà la prima seduta di allenamenti al centro sportivo di Bogliasco. Da sempre simpatizzante dei blucerchiati, presente a Wembley e dispiaciuto (ipse dixit) nella notte della finale di Coppa dei Campioni persa contro il Barcellona. Poi quello Scudetto perso nel 2010, ma ormai è acqua passata. Esordio bagnato, esordio fortunato?  In conferenza stampa, oltre a Ranieri, anche il presidente Massimo Ferrero.

Di seguito una sintesi con le dichiarazioni del presidente, quindi del nuovo allenatore sampdoriano: “Non si tratta di convincere nessuno, la Sampdoria è una squadra importante con una storia importante, per cui già la metà dell’opera di convincimento arriva da questo. Di Francesco è un ottimo tecnico, a volte l’errore è dover convincere un allenatore. Ho imparato che ogni campionato è a sé stante ed ogni squadra ha una partenza differente. Noi abbiamo avuto una partenza un po’ incerta, ma non è da paragonare a quelle di altri anni. Come quella con Zenga e Montella? Lì eravamo a 16 punti e la situazione era diversa”.

Sulla “tarantella societaria” vissuta dal predecessore Di Francesco: “Non avete sentito dire nulla e non sentirete dire più nulla. Io sono il presidente della Sampdoria, c’è stata una richiesta di vendita ma non è andata in porto e non vorrei parlarne mai più. Basta parlare di tarantelle, qui c’è gente che lavora tutti i santi giorni. Il campo è una cosa, la struttura e l’azienza è un’altra. Ne abbiamo parlato troppo”.

Questo invece l’esordio di Ranieri: “Le favole sono sempre segno di un grande lavoro dietro. C’è sempre una grande società e tanto lavoro: gli atleti e gli allenatori devono far sognare i propri giocatori, io oggi non so e non dico se debbano sognare o scacciare incubi, io dico che bisogna fare un passo per volta. Sono venuto perché convinto del fatto che questo non sia il vero valore della rosa. Ho visto il loro striscione dei tifosi: se loro mi stanno dietro, io sarò il loro garante”. 

Esordio e compleanno contro la Roma, un tuffo nel passato: “Sono una persona positiva, per cui penso che evidentemente dovesse andare così. La mia prima squadra è stata la Roma, la mia prima avversaria sarà la Roma. È poi logico come nel momento in cui si andrà i campo non ci saranno amori per la grande professionalità. Che vinca il migliore”.

Sull’arrivo alla Samp e i primi obiettivi: “Sono sincero, ho avuto un’operazione al ginocchio e non pensavo di venire chiamato così presto. E’ stata una buona medicina, una gradita sorpresa: sono ben felice di poter rappresentare i colori blucerchiati. Quando una squadra è ultima in classifica è chiaro che si perdano certezze ed autostima. Voglio che i giocatori non si arrendano mai e diano sempre il massimo. Sono sportivo, so che ci sono 3 risultati possibili ma accetto la sconfitta solo se l’avversario è stato più forte di noi. Ma come voglia di sacrificarci per i compagni non dobbiamo essere secondi a nessuno. Sceglierò 11 persone che abbiano voglia di lottare, il modulo e il sistema sarà figlio di questo. Io di sistemi di gioco ne ho fatti tanti, li ho fatti tutti. Voglio giocatori che s’impegnino alla morte per far sì che i tifosi siano fieri di loro, poi i sistemi di gioco sono l’ultima cosa che conta”.

“Il carattere non si può insegnare. Saranno i giocatori a farmi capire chi veramente voglia la salvezza dei ragazzi. Come tirare fuori il 100% da Quagliarella? Credo che sia un giocatore fantastico, ha cominciato un po’ in sordina ma come si dice: aiutati che dio ti aiuta. Mi aspetto tanto da lui, che avrà un compito ancor più gravoso: è importante che faccia vedere la voglia di lottare e salvarsi, perché è l’uomo più importante della squadra. Poi i gol arriveranno”.

Sostituire ancora una volta Di Francesco? “Sicuramente è bizzarro, spero che Eusebio non mi odi. Stimo tantissimo Di Francesco e spero che presto trovi una squadra perché se lo merita”.

Sull’esperienza precedente al Fulham e la salvezza da raggiungere: “Credo che vada analizzato bene il tutto. Bisogna giocare da squadra. Non sono venuto qui per far crescere i giovani o ridare smalto agli anziani: sono venuto qua per salvare la squadra. Per trascinare il pubblico credo che se debba solamente dare tutto su ogni pallone. I tifosi devono continuare così. Quando arrivano i risultati ci si sente felici, io ce la farò se i tifosi ci sentiranno vicini. La Sampdoria non è il Fulham. Il loro presidente ed il figlio, nel mercato di gennaio guardavano e stavano dietro a statistiche per cercare i giocatori: qui è totalmente un’alta cosa. La Samp è una squadra che ha giocato un’altro calcio voglia di divertirsi e lottare per questa squadra”.

Garanzie sul mercato di Gennaio? Risponde Ferrero: “Il mister ve l’ha spiegato in cento modi, voi sapete che se c’è bisogno noi siamo sempre pronti. La Samp è una grande azienda, il mister valuterà e capirà se ci sarà bisogno di fare – non credo ma ne parleremo – un’aggiunta la faremo. Siamo tutti uniti per creare una Sampdoria migliore. Totti e Cassano? Io ci parlo spesso, ma non devono indicarmi loro la via del sole. Loro sono tre, noi siamo quattro: viviamo tutti come un team, ci riuniamo e valutiamo. Vi darò una chicca: Ranieri l’abbiamo cercato anni fa, oggi ci siamo incontrati. Siamo due romani, che vogliamo il bene della Sampdoria e non abbiamo bisogno di nessuno che ci dica cosa dobbiamo fare per la Sampdoria. se poi si parla del mister, tutti quanti gli vogliono bene e dicono che sia un bravo mister. Restando nel Regno Unito, arriva anche una spiegazione del soprannome Tinkerman“Quel nome me lo diedero a Londra, con Abramovich, quando era logico che facessi cambi perché avevamo formato la squadra durante l’inizio del campionato. Loro, che tatticamente non sono così attenti come noi, dissero che fossi l’aggiustatore e così via”.

Sull’assetto societario, replica Claudio Raneri: “Posso essere sincero? A me non interessa nulla. A me interessa solo salvare la squadra. Lo ringrazio per l’opportunità, ma a noi così come ai giocatori non deve interessare assolutamente. Una volta che indosso questa maglia, devo pensare solo a fare risultati. Questo presidente mi sembra uno che sta molto vicino alla squadra e che non fa mancare nulla”.

La conferenza stampa si chiude con un giudizio generale sul livello della Serie A: “Quello delle medio-piccole si è alzato, certamente. Si tratta di una difficoltà in più, ma sarà anche uno stimolo, perché èegno del fatto che il calcio italiano stia tornando ad alti livelli. Tutto questo genera un campionato molto interessante”.


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