Benvenuto mister Eusebio. È questa la prima dimostrazione d’affetto, nonché il primo striscione dedicato al nuovo allenatore nel cuore di Bogliasco. La prima conferenza stampa di Di Francesco alla guida della Sampdoria va invece in scena nella casa del settore giovanile blucerchiato, forgiata nell’era Massimo Ferrero e fiore all’occhiello della società ligure. Dopo qualche minuto dedicato alle fotografie di rito, sarà proprio il presidente a rompere le righe: “Il signore qui alla mia sinistra è noto, il dottor Di Francesco. Lo chiamo così perché è laureato. Ve ne sono grato, oggi parliamo solo di calcio e di Eusebio, di questo anno che verrà e della nostra amata Sampdoria”.

Queste, in sintesi, le dichiarazioni del tecnico: “Ringrazio in primis la società, il presidente Ferrero e Carlo Osti – con cui ci conosciamo da tanto tempo – per questa opportunità. Voglio tornare in pista e credo di aver trovato il posto giusto per tornare a lavorare: sono uomo di campo, cerco la concretezza. Con quali chiavi sono stato convinto? Parto un po’ a ritroso: qualche anno fa ci siamo già sentiti ed incontrati per una bellissima chiacchierata, poi non si è fatto nulla. La voglia di migliorarsi credo che sia fondamentale, i dirigenti per convincermi sono riusciti a toccare le corde giuste: sono felicissimo. Gli obiettivi li pone sempre la società, non l’allenatore. Ovviamente si parla di fare qualcosa di meno, non qualcosa di più: questa squadra in questi anni ha fatto veramente bene, Marco (Giampaolo, ndr) prima di me ha fatto crescere tanti giocatori e penso che sia importante. Normale che abbia ambizione, come tecnico, ma voglio vedere grande entusiasmo da parte di tutti”. 

“Un passo indietro? Spesso nel calcio parlare di progetto è un po’ utopistico. Io qui ho visto qualcosa, perché credo che si possa costruire qualcosa di importante. Sono orgoglioso di essere tra le 20 squadre in Serie A ma sono orgoglioso essere alla Sampdoria e di avere una tifoseria che mi trascina. Ho scelto questa piazza perché volevo mettermi in gioco. Sono sensazioni quelle di cui viviamo, io sono uomo di calcio e sono pienamente convinto di quello che ho fatto. Mettersi in gioco? Se ne parla sempre, ma io ho scelto. Ho scelto di riprovare certe cose”.

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Sul derby: “Una partita che voglio vivere perché sono sicuro che sarà coinvolgente. Ho vissuto sia da calciatore che da allenatore quello di Roma e so che è una partita particolare: spero di continuare la striscia positiva di questi ultimi anni. Plebiscito dei tifosi al mio arrivo? Non ho seguito molto questo aspetto ma ne sono molto felice. Non conta Di Francesco ma conta la Sampdoria, io posso mettere a disposizione la mia esperienza, il mio lavoro e le mie competenze. Cercare di essere sempre in gioco, di fare la partita. Il concetto di base è cercare di indovinarle ed inculcare questo tipo di mentalità, anche se non sarà facile”.

Sui calciatori attualmente in rosa: Quagliarella è l’unico giocatore che ho sentito per telefono e mi auguro che si possa ripetere. Ma il nostro è un concetto più di squadra che di singolo. Credo che questa squadra come ossatura e come rosa una base già ce l’abbia. Stiamo cercando, adesso non si fanno nomi: dico solo che la società mi vuole accontentare per quelle che sono le mie richieste”. 

Sul calciomercato in entrata: “Di giocatori interessanti che mi affascinano ce ne sono tantissimi; la società ha già fatto delle buone scelte su giovani che condivido. Detto questo ci sono giocatori molto bravi in inserimento e nel fare gol come Jankto, giocatori che quest’anno hanno fatto un po’ fatica e che spero possa tornare a fare gol. Come lui anche Caprari, che spero possa tornare come con Zeman a Pescara. Gabbiadini è uno di quei calciatori con cui vorrei parlare per capire dove preferisca giocare: è uno di quei giocatori che voglio tenere sotto osservazione. Io so che lui predilige giocare dall’inizio, ma devo fare valutazioni ben precise perché sulle fasce voglio determinate tipologie di giocatori”.

Sul calciomercato in uscita risponderà invece Carlo Osti: “Un difensore centrale ed un attaccante esterno, il mister è stato chiaro. Penso che gli obiettivi si potranno stabilire solamente dopo il 2 settembre. Molte volte viene sottovalutato il mercato, ma riesce a cambiare le ambizioni delle squadre. Per questo ci rivedremo più avanti. Siamo in una fase iniziale del mercato e siamo già contenti di aver portato quasi a termine la cessione di Andersen, trattativa per cui in linea di massima ci siamo. A centrocampo siamo messi bene, anzi forse c’è qualcosa in più. Penso che sia giusto il mister possa fare le sue valutazioni da domani qui a Bogliasco e poi a Ponte di Legno. Nella seconda fase di mercato cercheremo di fare le dovute valutazioni. Su Praet al momento non abbiamo niente, lui è un giocatore internazionale che piace all’estero”. Ferrero ribadisce: “Un giocatore che piace molto all’esterno. Piaceva molto a mister Giampaolo. La Samp è una grande famiglia di lavoratori, una grande famiglia sportiva che cerca di dare il massimo e maggior qualità tanto sul campo quanto fuori. Se sei una buona squadra fuori, puoi creare una buona squadra all’interno del campo sportivo. Se vogliamo parlare di passi, venire alla Samp non è un passo indietro ma un passo avanti. Qui c’è un signore che si è voluto rimettere in gioco con la Sampdoria perché ha voglia di lavorare, dare sempre qualcosa: sono molto orgoglioso perché sono sicuro che quel qualcosa la darà a noi. Quando Giampaolo dirà al Milan di volere un determinato giocatore, non so se sarà così facile”. “Ho grande fiducia nel lavoro di Carlo Osti – ribadirà DiFra – Normale che certe trattative non possano andare tutte nello stesso modo, ma il mercato spesso insegna che i colpi più importanti si fanno alla fine. Su Verdi c’è un fondo di verità, ma non c’è solo lui. Berardi? Tutti interessanti. Domenico è un mio pupillo, l’ho allenato per 5 anni e conosco il valore del ragazzo. Poi bisogna anche essere intelligenti a capire fin dove si possa arrivare. Maroni l’ho visto su WyScout e nel Mondiale Under 20, dove ha giocato anche a destra ma penso che con coi partirà a sinistra. Mi piace giocare con un calciatore a piedi invertiti”.

L’obiettivo della Sampdoria sarà centrare l’Europa che conta? Ferrero: “Mi sembra che lo scorso anno la società ce l’abbia messa tutta e con lei anche mister Giampaolo. Penso che alla fine ci sia un fatto ambientale o mentale per cui ogni anno andiamo migliorando. Sono felice qui perché Di Francesco cambia modulo, cambia gioco e mi auguro che questo fatto mentale ed ambientale si possa sbloccare. Come sempre andremo avanti partita dopo partita, ma abbiamo un allenatore che ambirà ad andare avanti il più possibile”. Di Francesco si inserisce in corsa: “Ho allenato anche squadre che puntavano sulla salvezza ma sono andate in Europa League. A voi magari piace che lo dica per poterci poi rimuginare in futuro. Ricordo una Samp arrivata in Champions e poi retrocessa, per cui meglio non fare il passo troppo lungo: bisogna lavorare con grande umiltà”.

Arrivato un nuovo allenatore, ci potrà essere qualche situazione nuova: la trattativa per la cessione della società ha influito oppure no sulla scelta della Sampdoria? Di Francesco: “Non posso intervenire ma per la mia decisione non ha influito”. Così Ferrero: “Io vi rispondo che sapete più di me. Questa è la mia risposta. Da quello che leggo sapete più di me”.

Sui nuovi allenatori in Serie A: “Sono curioso su Fonseca perché voglio vedere come interpreterà il nuovo campionato, ma un po’ lo conosco ed è bravo. Campionato più combattuto? Me lo auguro, e credo che i grandi allenatori tornati nel campionato italiano saranno un bene. Giampaolo al Milan: prima di tutto se lo merita, per il percorso che ha fatto e perché è partito dalla Lega Pro. Ha allenato anche mio figlio a Cremona, se l’è guadagnato sul campo con il lavoro: gli auguro il meglio”.

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