Intervenuto ai nostri microfoni per commentare la stagione calcistica da poco terminata, Gianni Mura, firma storica del calcio nazionale e attualmente impegnato su Repubblica, ha parlato non solo di cosa ci ha raccontato questa annata di calcio, ma anche di quelle che sono le dinamiche VAR ancora da chiarire e come sia stata abbastanza inattesa la salvezza all’ultima giornata di Genoa e Fiorentina.

Questo campionato che cosa ci ha raccontato ora che è giunto alla conclusione?

“Soprattutto negli ultimi giorni ci ha detto che c’è una grande voglia di cambiare allenatori in chi vince, in chi è contento o deluso. A parte Napoli tutte le prime cambino. Dai nomi che rimbalzano, per esempio per quanto riguarda la Juventus, Sarri e Inzaghi sono molto diversi tra loro, bisogna vedere che squadra hanno in mente i dirigenti. Ho l’impressione che sia stato un campionato di tono minore: quasi tutte le squadre migliori hanno fatto meno punti rispetto all’anno scorso tranne il Milan, la Juventus aveva già vinto lo scudetto un mese e mezzo prima di finire quindi c’era poca suspense. L’ultima giornata ha riservato il peperoncino: questo ci ha fatto dire che il campionato non è poi così brutto. Per esempio con squadre come il Chievo, retrocesso avendo vinto due volte in 38 partite, ti chiedi se non sia troppo larga la forbice.”

Ci sono squadre come il Genoa che hanno lottato fino all’ultima giornata: uno scenario inaspettato

“Era abbastanza inatteso. Prima ancora del Genoa direi la Fiorentina. Il Genoa si sapeva avesse questo destino, soprattutto dopo aver venduto un goleador, ma la Fiorentina aveva una squadra da zona UEFA. Invece c’è stata questa recita abbastanza squallida di due squadre appese al risultato di San Siro. Mi dispiace per l’Empoli che, tra le tre che sono retrocesse, era quella che non meritava.”

In cima alla classifica l’Atalanta è tra le squadre che ha sfiorato la scorsa stagione

“L’Atalanta meglio di così non poteva fare: questo suo piazzamento vale più di uno scudetto della Juventus. Sappiamo come lo ha ottenuto, ovvero giocando bene a calcio, segnando più gol di tutte le altre squadre. La buona notizia è che resta Gasperini, altrimenti il sogno sarebbe potuto già finire.”

Il bilancio complessivo del VAR in questo campionato? Ci sono state tante critiche, forse di più rispetto a quello che ci si attendeva

“Che il VAR abbia ridotto il numero di errori e le ingiustizie è vero. Se c’è una cosa però che fa arrabbiare gli spettatori è quando c’è un episodio chiaramente discusso e l’arbitro non va a vedere. Questo dà un’idea di due pesi e due misure: per te vado a controllare mentre per l’altro no. Francamente si sono visiti dare dei non rigori o rigorini: fallo di mano per tiro che arriva da un metro, spinte impercettibili. Bisogna abituarsi al VAR, ovvero al fatto che faccia giustizia in maniera non totale: non è infallibile.”

Questo campionato ha dato spazio a giovani prospetti italiani, validi sia per la Nazionale maggiore che per l’Under 21 che si andrà a giocare l’Europeo con 11 titolari che giocano in Serie A

“Alcuni di questi sono un po’ altalenanti: trovo buono, tra i giovani, il rendimento di Barella. Zaniolo è come se avesse avuto una pressione dopo l’enorme lancio con i due gol in Champions, si è un po’ arrotolato su se stesso e ha fatto delle partite insufficienti. È chiaro che con i giovani bisogna avere pazienza: questo vale per Chiesa, per alcuni portieri che hanno fatto anche delle papere come Cragno. È certamente un campionato che ha dato più spazio ai giovani. Anche in un ruolo come quello del portiere ci sono tanti giovani: pensiamo a Meret. Si tratta di ruoli che una volta erano assegnati ai vecchi, ai meno giovani. È la strada da seguire. È chiaro che più giovani italiani arrivano in prima squadra più potrà giovarne la Nazionale di Mancini.”