Ripetersi come contro il Torino, la Roma e come nellla gara di andata contro l’Atalanta: il  Grifone lo può fare. Prandelli può nuovamente imbrigliare la Dea come fece tre giorni prima di Natale 2018, scegliendo la strada del contenimento per depotenziare il gioco fisico di Gasperini. Il Genoa non può dominare contro la Dea e non solo per un motivo fisico, ma anche tecnico-tattico considerato che i risultati bergamaschi si coltivano da lungo tempo. Prandelli dovrebbe puntare su un gioco di intensità per portare a casa il risultato. 

All’andata Prandelli fu bravo a non far funzionare i principi di gioco di Gasperini con la fase difensiva ad uomo e quella offensiva travolgente con l’appoggio su Zapata, con la squadra che provava a risalire compatta, e in particolare ci è riuscito sulle corsie laterali non lasciando che i bergamaschi avessero la superiorità numerica tra difesa e centrocampo. Una linea difensiva a 5/6 per chiudere il gioco a doppia ampiezza del Gaspe-pensiero e per non permettere il cross esterno su esterno pronti a giocare su lato debole dei rossoblu, che dovranno essere bravi come contro la Roma nel contenere, aspettare e ripartire, attaccando la profondità in modo da sfruttare l’ampio spazio tra il portiere e la difesa atalantina che si alza molto e lo fa in modo automatico.

Il Vecchio Balordo dovrà cercare di avere vantaggi dal rischio del gioco di Gasperini che esaspera il gioco fisico e l’idea della marcatura uomo su uomo fino al punto di scoprirsi in zona arretrata. Altri difetti, nella fisarmonica atalantina nelle due fasi, sono anzitutto la tempistica e correttezza dei movimenti essenziali nella riuscita del pressing, se fatto male può esporre ai pericoli di ripartenze improvvise e in qualche caso letali.

Perciò la qualità di Veloso, Bessa, Pandev (se giocherà o quando entrerà) dovrà permettere di trovare imbucate intelligenti, buon palleggio corto e poi palloni lunghi. Ripetendo la gara contro la Lupa, il Grifone potrebbe tentare di artigliare la Dea senza Gomez in particolare, ma anche prova di Masiello e Mancini in difesa e con la  testa alla finale di Coppa Italia. La formazione del Grifone: squadra che gioca non si tocca? A disposizione Mazzitelli, non convocato presumibilmente Lazovic.

Capitolo Atalanta. L’Atalanta con una vittoria porterebbe non solo fiducia, ma consapevolezza di una quasi storica qualificazione in Champions League. Raccontare o provare a descrivere la Dea di Gasperini dopo averlo seguito per anni in partite e allenamenti appare pletorico, ma in questo campionato, non perché sia l’unica squadra che sta giocando su due fronti Champions e Coppa Italia, nel G&G (gioco, godimento, gol, Gasperini), manca  una G che tutti sarebbero in grado di aggiungere. Ha conquistato 24 punti nelle 11 giornate di campionato superando la Juventus e compagnia, ha la miglior difesa con soli 8 reti incassate e nelle 35 gare giocate è la prima squadra  per gol prodotti, addirittura la regina di Europa in trasferta con 40 reti realizzate.

La forza di Gasperini aver recuperato la squadra dal punto di vista fisico considerato che la prima partita in Europa League è stata giocata il 26 luglio scorso e domani giocherà la 46esima, gara ufficiale in stagione. L’Atalanta è una struttura consolidata difficilmente modificabile e i risultati arrivano per le idee di gioco e i concetti ripetuti nel tempo, mandati a memoria da una base solida non giovane di età, poco cambiata al di là delle plusvalenze, nella quale non hanno fatto fatica ad inserirsi gli ultimi arrivati.

Il gioco di Gasperini non ha cambiato i concetti: aggressività e intensità. Difesa alta, distanze minime col reparto di mezzo pronto a far lavorare il pallone agli avversari sempre in inferiorità numerica, con un uomo del Gaspe pronto ad avere la possibilità di attaccare il portatore avversario senza scoprire nessuna zona difensiva.

I bergamaschi cercano di mettere in difficoltà gli avversari togliendo loro il ritmo. I principi di gioco di Gasperini sono collaudati e definiti: i tre difensori servono a Gasperini per controllare l’area di rigore tenendo un baricentro abbastanza alto e per ripartire da dietro quando possibile. I due esterni a tutto campo aiutano in difesa e sostengono l’azione offensiva, mentre il gioco si sviluppa in buona parte a sinistra perché Gomez (assente contro il Genoa) dà una interpretazione a tutte le varianti tattiche numeriche di modulo.

L’Atalanta non gioca solo cercando l’uscita con i tre centrali, ma cerca di azionare subito la zolla di campo dove riesce a creare la superiorità numerica, creando dei due contro due continui e costringendo gli esterni avversari a rinculare, costretti a muoversi in orizzontale creando un lato debole. La struttura tattica dell’Atalanta dipende da una sovrastruttura fisica, dinamica e perfino tecnica che non ha eguali nel nostro campionato. Non tanto per qualità, ma per caratteristiche. E il tutto si sposa bene con le idee calcistiche di Gasperini, tecnico reattivo dalle grandi capacità di lettura del gioco e depotenziamento della squadra avversaria.

Contro il Genoa le assenze di Gomez, Mancini e Masiello sono importanti. La mancanza  del capitano è più facile  da risolvere come è successo quando è stato sostituito  oppure quando è stato assente: il candidato numero uno è Pasalic, oppure Freuler alle spalle di Zapata e Ilicic con Pasalic in mediana. In difesa Gasperini qualcosa si dovrà inventare perché oltre a Masiello e Mancini non avrà neanche Toloi infortunato. Gasperini potrebbe schierare terzino destro Castagne  o  affidarsi all’usato sicuro abbassando un esterno titolare nella  difesa a tre, Hateboer  l’indiziato,  con il rientro di Gosens sulla corsia esterna oppure qualche novità  dalla Primavera.

Atalanta-Genoa sarà diretta da Irrati di Pistoia. Avvocato,  40 anni,  arbitro dal 1996 e internazionale dal 2017. Esordio in Serie A nel 2011, alla Can dal 2013/14, Var di punta dell’associazione italiana arbitri anche a livello europeo e docente Var agli scorsi mondiali in Russia. Ha diretto 102 gare in Serie A con 30 rigori e 29 espulsi. In stagione 15 gare (5 rigori e 6 espulsi). Arbitra da Var, pignolo e si rivolge spesso alla tecnologia per farsi confermare quello fischiato. L’Atalanta con il toscano nato a Firenze, avvocato a Pescia, non va molto d’accordo in questo campionato. Tre gare senza vittorie: ha perso in casa con la Samp, ha sempre pareggiato tra le mura amiche con l’Empoli e ultimamente altro pareggio al Meazza con l’Inter.

Con il Genoa nessuna gara nell’attuale campionato, l’ultima lo scorso campionato con una vittoria a Marassi contro il Crotone con gol di Bessa, dopo che aveva dato un rigore su Medeiros e dopo consultazione televisiva aveva estratto giallo per simulazione al portoghese. La partita da Rizzoli è stata considerata da prima fascia e al Var c’è Orsato di Schio.

Primo assistente Marrazzo di Tivoli, secondo Di Vuolo di Castellamare di Stabia, quarto uomo Abisso di Palermo. All’AVAR Vivenzi di Brescia. Diffidati Atalanta: Freuler, Hateboer, Ilicic, Palomino. Diffidati Genoa: Kouamè, Lerager, Rolon, Romero.