Fare un’analisi tattica preventiva del Genoa a Ferrara non è semplice, le scelte tattiche incideranno poco se i calciatori genoani non saranno scesi in campo, già da ieri quando sono partiti con la Freccia rossoblu destinazione Ferrara o dintorni, con la testa pronta ad attaccare con convinzione.

A Ferrara tutto dipenderà dai giocatori. A testimonianza di ciò vi è anche la  conferenza  stampa di Prandelli di ieri mattina. Prandelli cerca di scuotere il Genoa, se stesso e i calciatori dalla sindrome del pugile rintronato. Prandelli non è timoroso e silenzioso, parla a muso duro, però tergiversa troppo con alcune frasi che appaiono come quelle di un agnostico, che non crede a niente pretendendo che gli altri, quelli che ascoltano le interviste, credano in lui.

Se pensiamo anticipatamente a Spal-Genoa con la retrospettiva di un quasi intero campionato fino alla 34° tappa, si ha paura. La stagione caratterizzata da sconfitte e pareggi amari, non sempre tutti meritati nell’economia delle partite, è maturata al termine di partite giocate e approcciate male, condotte nervosamente e caratterizzate da interpretazioni di tattica collettiva e individuale che hanno indirizzato i risultati nei momenti decisivi.

Il Genoa di Prandelli ha giocato bene quando ci ha messo intensità e grinta. Prandelli si è trovato una rosa a disposizione non confacente al suo modo di fare calcio, ma qualche responsabilità in più per il calciomercato di gennaio – “condiviso” continuano a ripetere in società – invece sì, ce l’ha. La sterilità offensiva e l’impaccio tattico di tanti cambi di modulo sono una conseguenza quasi inevitabile della scelta di rinunciare alle speculative virtù  di un calcio offensivo in nome di una presunta compattezza, squadra corta alla ricerca di una salvezza che praticamente viene data solo dall’allungamento della squadra all’indietro.

Il Genoa delle ultime gare non è sembrato né carne né pesce, in particolare quando deve fare gol quasi per obbligo e fa parecchia fatica anche a tirare nello specchio della porta avversaria. Tante volte l’unico schema riconoscibile è il lancio lungo del portiere o dei difensori centrali verso gli attaccanti e se una volta poteva avere successo con Kouamè all’apice della forma, adesso non decolla.

In questa settimana decisiva per il campionato del Vecchio Balordo, Prandelli che dovrebbe essere temprato a tutte le temperature calcistiche e avrà lavorato sulla testa dei calciatori. Tatticamente lo scopriremo domani pomeriggio al di là delle evidenti difficoltà tecniche di qualche protagonista, senza dimenticarsi che alla fine a far vincere le partite sono i calciatori, non gli allenatori.

Prandelli le ha provate tutte, però non tutte  le ciambelle sono uscite con il buco visto che è mancato il filamento tattico della continuità, per incidenti fisici e, dentro il campo, per i troppi rossi pagati a caro prezzo

Domani sarà una gara impegnativa in particolare dal punto di vista mentale. Il Genoa dovrà cercare di esprimersi al massimo in quanto a intensità, grinta e possesso pallone. Non fare l’errore di concedere alla Spal la gestione del pallone, quindi dei ritmi e della fase di manovra che preferisce: aprire spazi tra le linee, perché la costituzione non solo genetica dei difensori genoani ma anche della fase difensiva soffre proprio questo tipo di situazioni.

Per non andare in apnea, sarebbe bello prendere in mano le redini della gara come se si giocasse al Ferraris, cercando di dominare il gioco muovendo il pallone e di conseguenza la difesa felsinea semplicemente. Il Genoa deve fare il Grifone visto anche domenica scorsa contro il Torino. Poco importante se il Genoa non affermerà i propri principi di gioco, occorrono punti portati a Pegli con concentrazione, pazienza e cinismo, la giusta risposta a qualche trasferta horror di cui si stanno pagando le conseguenze.

A Ferrara, i Grifoni non possono più “tirare i remi in barca”. Le difficoltà saranno tante, ma non devono rendere vano ogni sforzo e non si può non combattere in attesa di altri eventi

La formazione e la tattica. Dopo le parole con il presidente e i dirigenti il giorno di Pasqua – e probabilmente anche dentro lo spogliatoio – il modulo dovrebbe essere il 3-5-2, a meno che come domenica scorsa il tecnico della Spal lo ispiri dentro lo spogliatoio del Mazza in qualcosa di diverso.

Un 3-5-2 con Radu in porta; Biraschi (Gunter), Romero, Zukanovic in difesa; Lazovic, Lerager , Rdovanovic, Rolon (Bessa), Criscito a centrocampo; Pandev e Kouame in attacco, con Lapadula in alternativa a uno dei due.

Importante coprire bene le due corsi laterali, in particolare quella di sinistra dove Criscito non può essere nelle grinfie di Lazzari e del centrocampista che si sovrappone. Occhio anche a Felipe sui palloni inattivi e ai suoi taglia sui calci d’angolo.

Foto TanoPress

Capitolo Spal. Dalla quarta serie alla serie A in 6 anni perché c’è stata continuità di un progetto, c’è stata la conferma di un allenatore per cinque anni che ha continuato ad alimentare contro qualsiasi avversario la voglia della squadra e dei tifosi di parteciparvi. 2300 tifosi a Empoli domenica scorsa non si muovono per gite culinarie e turistiche.

Semplici è bravo come quasi tutti i tecnici e i loro staff di serie A nello studiare bene la squadra avversaria, nei pregi e nei difetti. Il gioco di Semplici è semplice. Se potesse schiererebbe sempre gli stessi 11, in questo campionato visto il miglioramento mirato della rosa a disposizione ne ha utilizzati di più. Il modulo principale è il 3-5-2 con il quale passa  facilmente al 3-5-1-1 più difensivo in base agli interpreti sul terreno di gioco.

I punti di forza degli estensi: aggressività nel pressing, gioco d’anticipo, sfruttare le seconde palle, utilizzare molto e bene le corsie laterali bene, movimenti coordinati di mezzali e di colui che gioca tra le linee avversarie sia un trequartista o la seconda punta, attacchi diretti .

I punti deboli: la difesa e le transizioni in fase di possesso non molto efficaci.  Ultimamente l’idea basica di Semplici sono stati i cambi di gioco che dovrebbero finire di mettere in difficoltà le difese avversarie. Idea che sarà utilizzata anche contro il Genoa in contrarietà quando deve rincorrere in inferiorità o parità numerica in spazi larghi. Altro tipo di gioco, i traversoni estremi che cercano sempre l’uomo che arriva da dietro a sinistra, Fares, e a destra, Lazzari, smarcati alle spalle del quinto difensore avversario.

Importante la giocata in fase di possesso, l’abbassamento di Schiattarella per ricevere il pallone dai difensori mentre le mezzali e la seconda punta si muovono parecchio senza pallone per liberarsi della marcatura con i tornanti che si alzano molto giocando quasi in linea con la prima punta. Tutto ciò permette ai ferraresi di verticalizzare con attacchi diretti verso la punta, Petagna, che taglia averso l’esterno, oppure verso i tornanti.

Petagna è rinato sotto la gestione di Semplici. Riportato al centro dell’area di rigore  rispetto al lavoro di fatica che doveva fare con Gasperini all’Atalanta, con 15 reti è il recordman goleador spallino di tutti i tempi  in Serie A. Petagna viene incontro e fa salire la squadra proteggendo il pallone con il fisico, allargandola sulle corsie laterali

In fase di non possesso tutti dietro la linea del pallone eccetto Petagna. La marcatura dentro l’area è a uomo nella zona e gli attaccanti avversari sono pedinati finché non si liberano del pallone. Efficaci sui palloni inattivi e sui calci piazzati a favore con il movimento di Felipe – che rientra in squadra al posto dello squalificato Cionek – che taglia sul primo palo oppure col gioco corto nel cercare Kurtic.

La formazione degli estensi: Viviano in porta; Bonifazi, Vicari, Felipe (Regini) in difesa; Lazzari, Murgia , Missiroli, Kurtic, Fares (Costa); Floccari (Antenucci), Petagna.

Arbitra Massa di Imperia. Prima delle designazioni di ieri mattina descritto come il migliore nel pezzo su Var e gli arbitri, non perché è ligure, ma perché lo ha dimostrato sul prato verde. La partita sarà difficile anche per lui con un altro esame non solo di Rizzoli da superare in vista del prossimo Europeo e dei prossimi Mondiali.

Designazione strana, che non presenteremo attraverso i numeri. L’arbitraggio dell’imperiese sarà nel mirino di Udinese, Bologna, Empoli e Parma. Rizzoli gli ha affiancato al Var il numero uno dei mondiali russi e utilizzato spesse volte in Champions, Irrati di Pistoia. Primo assistente Cecconi di Imperia, secondo Alassio di Imperia. Quarto uomo Abisso di Palermo. AVAR: Marrazzo di Frosinone.

Diffidati Spal: Missiroli e Vicari. Diffidati Genoa: Kouamè e Lareger.